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Critica al modello educativo: la scuola è un mattatoio di intelligenze

Agli insegnanti e ai genitori

Non obbligare
il desio vitale
a quel ch'è più giusto fare,

non schiacciare
l'istinto essenziale
che l'anima vuol far volare...

non importi,
non ne hai bisogno:

ogni Vita sa
qual è il suo sogno!

(Francesco Galgani, 15 agosto 2015)
https://www.galgani.it/poesie/index.php/poesie/466-agli-insegnanti-e-ai-genitori


Si veda anche:

In un mio precedente articolo, intitolato "Banalizzare, omologare, sminuire, disconoscere la diversità culturale e la realtà dei fatti... ovvero come crearsi nemici grazie all'ignoranza e all'arroganza", avevo definito la scuola come un "mattatoio di intelligenze per i cittadini modello di domani", senza però entrare nel dettaglio di cosa intendessi.

Una critica superficiale potrebbe limitarsi a citare i deludenti risultati formativi del sistema scolastico italiano e il degrado della scuola, ma su questi punti si sono già espressi molti altri. Come scrissi un anno fa nelle conclusioni della mia tesi di laurea su "Solitudine e Contesti virtuali": «Una fotografia della scuola italiana è stata recentemente fatta da Save The Children, che ha diffuso una ricerca sul sistema scolastico italiano, per il quale lo Stato non garantisce spazi adeguati, materiali didattici sufficienti, né un lavoro stabile alle migliaia di docenti precari [si veda "I nodi mai sciolti della scuola italiana senza fondi, precariato, strutture scadenti", di Repubblica.it]. Da un report dell’Unicef e da uno dell’Ocse si evince che il quindicenne italiano ha una preparazione scarsa, lacunosa e inadeguata per il proprio futuro [si veda Unicef: studenti italiani tra i più impreparati, di Liberazione.it, e Studenti italiani tra i più somari della Ue, di Virgilio.it

Sebbene questi dati siano di per sé più che sufficienti per muovere una critica al sistema scolastico italiano, ciò che io intendevo con l'espressione "mattatoio di intelligenze" parte da una profonda presa di consapevolezza, ed esperienza diretta, del modello pedagogico generalmente adottato nelle scuole e università italiane, modello di cui sono succubi gli stessi docenti, oltre che i discenti. Lo stesso dualismo docente-discente meriterebbe un serio ripensamento, perché la conoscenza non è qualcosa di trasmittibile dall'alto verso il basso, casomai è qualcosa di circolare, dove tutti possono imparare da tutti. Propongo qui di seguito alcuni spunti di riflessione.

1. Insegnamenti uguali per tutti, ovvero... insegnare a un pesce a volare o a una lepre a nuotare

Sistema educativo

La vignetta è provocatoria ma al contempo realistica: abbiamo una scuola (e anche un'università) in cui una lunga serie di insegnamenti devono essere uguali per tutti gli studenti e con gli stessi identici obiettivi formativi uguali per tutti. E' come chiedere ad una lepre di volare, ad una tartaruga di correre, ad un pesce a camminare, e così via... Gli studenti, generalmente, stanno bene a scuola? Si sentono valorizzati nelle loro capacità? O si sentono schiacciati e oppressi da un sistema che non c'entra niente con le loro aspettative e desideri?

Pensateci: la scuola riesce benissimo nell'impresa quasi impossibile di far odiare i capolavori del passato e, più in generale, proprio ciò che tenta di "insegnare". Il concetto stesso di insegnamento è molto arretrato: una cattedra da una parte, tutti gli studenti da un'altra... L'apprendimento è un'altra cosa, richiederebbe un modello molto diverso da quello attuale.

In una lettera che un insegnante inviò al Ministro dell'Istruzione Profumo, scrisse:
«[...] Io penso che per studiare ci voglia una pace interiore, che i risultati più inaspettati nascano dall’amore per quello che si scopre e si conosce. [...] La scuola, quella pubblica in primo luogo, perché scuola dalla quale devono uscire non solo buoni professionisti, ma anche cittadini competenti e con senso civico, dovrebbe avere come prima vocazione quella di neutralizzare il più possibile fattori esterni al valore individuale, cioè portare ragazzi di ogni classe sociale e con diversi punti di partenza culturali ad amare la conoscenza, a scoprire la propria vocazione, ad apprendere a formulare giudizi per poter scegliere con cognizione di causa e responsabilità. La gara scolastica dovrebbe essere quella che porta i migliori a cooperare per elevare tutti i compagni. Una competizione al meglio perché più l’ambiente è ricco di stimoli per tutti più numerosi saranno i talenti che emergono. La gara non è quindi ad esclusione, soprattutto quando la scuola è scuola pubblica di formazione, che prepara all’università e alla vita.[...]»

Parole sacrosante (si veda la lettera integrale). 

2. L'era dei test: test scolastici, test di ammissione all'università, compiti scolastici ed esami universitari sotto forma di test, test per concorsi, selezioni, ecc... E' tutto un test!

I test, tutti i test, hanno un grossissimo problema: banalizzano la mente umana e disconoscono il valore delle diversità individuali.

«E' evidente che gli interventi del nostro sistema educativo mirano nella maggior parte dei casi alla banalizzazione dei nostri figli. Uso qui il termine di "banalizzazione" nel preciso senso in cui viene impiegato nella teoria degli automi, ove la macchina banale è caratterizzata da una relazione input-output fissa, mentre nella macchina non-banale (macchina d Turing) l'output è determinato dall'input e dallo stato interno della macchina. Poiché il nostro sistema educativo è inteso a generare cittadini prevedibili, esso mira ad amputare quegli indesiderabili stati interni che generano imprevedibilità e novità. Ciò è dimostrato in maniera incontrovertibile dal nostro sistema di verifica, l'esame, durante il quale si fanno solo domande di cui si conosce già (o è già definita) la risposta, che lo studente deve mandare a memoria. Queste domande io le chiamerò "domande illegittime".
Non sarebbe affascinante pensare a un sistema educativo che miri a de-banalizzare gli studenti, insegnando loro a fare "domande legittime", domande di cui non si conosce la risposta?»

(da Heinz von Foerster, Sistemi che osservano, Astrolabio, Roma, 1987, pagg. 212-3)

3. Un modello educativo alternativo (video tratto da SuperQuark del 22 agosto 2013)

Sistema scolastico

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Francesco Galgani,
27 febbraio 2015