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Traduzione Gongyo (aggiornata al 2014)

Traduzione dei capitoli Hoben (Espedienti) e Juryo (Durata della vita del Tathagata)

Prima parte - Espedienti

A quel tempo l'Onorato dal Mondo sorse serenamente dal samadhi e, rivolto a Shariputra, disse: «La saggezza dei Budda è infinitamente profonda e incommensurabile. L'accesso a questa saggezza è difficile da comprendere e difficile da varcare. Nessuno tra gli ascoltatori della voce o tra i pratyekabuddha è in grado di comprenderla.
«Qual è la ragione di ciò? I Budda hanno assistito centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni, un numero infinito di Budda e hanno portato a termine innumerevoli pratiche e dottrine. Si sono esercitati con coraggio e diligenza e il loro nome è universalmente noto. Hanno percepito la Legge profonda e finora mai conosciuta e la espongono in modo appropriato alle circostanze; eppure la loro intenzione è difficile da comprendere. «Shariputra, da quando ho conseguito la Buddità ho esposto ampiamente i miei insegnamenti servendomi di varie cause e parabole e con innumerevoli espedienti ho guidato gli esseri umani inducendoli a rinunciare ai loro attaccamenti. Per quale motivo? Perché i Tathagata sono completamente dotati sia degli espedienti sia della paramita della saggezza.
«Shariputra, la saggezza dei Tathagata è vasta e profonda. Essi sono dotati di infinita [compassione] e di illimitata [eloquenza], di potere, coraggio, concentrazione, emancipazione e samadhi; inoltre sono penetrati profondamente nell'infinito e si sono risvegliati alla Legge finora mai conosciuta.
«Shariputra, i Tathagata sanno come operare diversi gradi di distinzione fra gli insegnamenti e li predicano con abilità. Le loro parole sono soavi e gentili e rallegrano il cuore delle moltitudini.
«Ricapitolando, Shariputra, i Budda hanno pienamente realizzato la Legge infinita, incommensurabile, finora mai conosciuta.
«Ora basta, Shariputra, altro non dirò, perché la Legge cui si sono risvegliati i Budda è la più rara e la più difficile da comprendere. Il vero aspetto di tutti i fenomeni può essere compreso e condiviso solo tra Budda. Questa realtà consiste di: aspetto, natura, entità, potere, azione, causa [interna], relazione, effetto [latente], retribuzione e della loro coerenza dall'inizio alla fine.»

Seconda parte - Durata della vita del Tathagata

Da quando ho conseguito la Buddità il numero di kalpa che sono trascorsi è incalcolabile: centinaia, migliaia, miriadi, milioni, miliardi, asamkhya.
Io ho predicato costantemente la Legge, istruendo e convertendo innumerevoli milioni di esseri viventi, facendoli entrare nella via del Budda; tutto questo per kalpa innumerevoli. Per salvare gli esseri viventi, uso l'espediente di mostrare il mio nirvana ma in verità non mi estinguo.
Sono sempre qui a predicare la Legge.
Sono sempre qui, ma grazie ai miei poteri sovrannaturali faccio in modo che gli esseri viventi obnubilati non mi vedano, neanche quando sono vicino.
Quando le moltitudini vedono la mia estinzione, per ogni dove fanno offerte alle mie reliquie.
Tutti nutrono pensieri nostalgici e i loro cuori anelano vedermi.
Quando gli esseri viventi diventano devoti credenti, dall'animo retto e sincero, e desiderano con un'unica mente vedere il Budda anche a costo della vita, allora io e l'assemblea dei monaci appariamo insieme sul sacro Picco dell'Aquila.
Allora io dico loro che sono sempre qui, che non mi estinguo mai, ma che, in virtù del potere degli espedienti, a volte sembra che io sia morto, a volte no; dico anche che se vi sono esseri viventi in altre terre, rispettosi e sinceri nel loro desiderio di credere, allora io predico la Legge suprema anche presso di loro.
Ma voi non avete mai udito queste mie parole, così pensate che io scompaia.
Quando osservo gli esseri viventi li vedo annegare in un mare di sofferenze; perciò non mi mostro, facendo scaturire il loro desiderio. Poi, quando i loro cuori bramano la mia venuta, faccio il mio avvento e predico la Legge per loro.
Questi sono i miei poteri sovrannaturali.
Per asamkhya di kalpa sono sempre vissuto sul sacro Picco dell'Aquila e in diversi altri luoghi. Quando gli esseri viventi assistono alla fine di un kalpa e tutto arde in un grande fuoco questa, la mia terra, rimane salva e illesa, costantemente popolata di esseri celesti e umani.
Le sale e i palazzi nei suoi giardini e nei suoi boschi sono adornati di gemme di varia natura. Alberi preziosi sono carichi di fiori e di frutti e là gli esseri viventi sono felici e a proprio agio.
Gli dèi suonano tamburi celesti creando un'incessante sinfonia di suoni. Boccioli di mandarava piovono dal cielo posandosi sul Budda e sulla moltitudine.
La mia pura terra non viene distrutta, eppure gli uomini la vedono consumarsi nel fuoco: ansia, paura e altre sofferenze predominano ovunque.
Questi esseri viventi con molte colpe, per il karma creato dalle loro azioni malvagie, trascorrono asamkhya di kalpa senza udire il nome dei tre tesori.
Ma coloro che praticano vie meritorie, che sono gentili, miti, onesti e retti, tutti loro mi vedranno qui, in persona, intento a predicare la Legge.
In certe occasioni io spiego a questa moltitudine che la durata della vita del Budda è incalcolabile, e a coloro che vedono il Budda solo dopo molto tempo spiego quanto sia difficile incontrare il Budda.
Tale è il potere della mia saggezza: la sua luce risplende senza limiti.
Ho conseguito questa vita che dura da infiniti kalpa come risultato di una lunga pratica. Voi, che siete dotati di saggezza, non dubitate di ciò!
Abbandonate ogni dubbio una volta per tutte, poiché le parole del Budda sono vere, non false. Egli è come l'abile medico, che usa uno stratagemma per curare i figli usciti di senno. Sebbene sia vivo, diffonde la notizia della sua morte, ma nessuno può accusarlo di menzogna.
Io sono il padre di questo mondo che salva coloro che sono afflitti e soffrono. Dato che le persone comuni sono illuse, sebbene io viva, faccio credere di essere estinto.
Questo perché, se mi vedessero costantemente, nelle loro menti sorgerebbero arroganza ed egoismo. Liberi da ogni freno, si abbandonerebbero ai cinque desideri e cadrebbero nei cattivi sentieri.
Io so sempre chi sta praticando la via e chi non lo sta facendo, e, in risposta al loro bisogno di salvezza, predico per loro diverse dottrine.
Questo è il mio pensiero costante: come posso far sì che tutti gli esseri viventi accedano alla via suprema e acquisiscano rapidamente il corpo di Budda?

(Il Sutra del Loto, Esperia, 2014, traduzione di Burton Watson, pagg. 65-66 e 316-319)

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