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Pedagogia e formazione online

Proposta politica per la scuola (e per la società intera) – di Francesco Galgani

Prima della proposta politica, vorrei regalare a tutti una poesia, con l'invito a leggere anche:
Critica al modello educativo: la scuola è un mattatoio di intelligenze
e "Pedagogia nell'era digitale (con una videolezione di Uninettuno)"

 

Liberiamoci!

Libertà di studio,
di ricerca,
di pensiero,
di lavoro,

con ferma opposizione
alla dittatura finanziaria
che oltre a far disastri
all'etica è contraria:

questo è quel che chiedo
a scuole e università,
ai cittadini d'ogni società,
per combattere in unità.

Pace, cultura, educazione
con senso di realtà,
concretezza
e umanità,

sono le necessarie offerte
per un mondo migliore
in cui più dei soldi
contino le persone.

(Francesco Galgani, 18 luglio 2015)


LINK PER SOTTOSCRIVERE LA PROPOSTA POLITICA:
https://www.change.org/p/attuale-primo-ministro-matteo-renzi-proposta-politica-per-la-scuola-e-per-la-società-intera

SCARICA MP3 PER PERSONE NON VEDENTI O CON DIFFICOLTÀ DI LETTURA

Quanto segue è la mia proposta politica per una scuola intelligente e collaborativa.

Invito tutti coloro che credono nell'importanza cruciale dell'educazione dei cittadini a usarla come spunto di riflessione, a diffonderla e a discuterne con altre persone, indicandone il link. Io, da solo, conto come 1 su 60 milioni, ma tutti insieme, noi cittadini, avremmo il dovere morale di interrogarci su quale futuro vorremmo e su cosa chiedere ai rappresentanti del popolo. Insieme possiamo molto... e da idea nasce idea. Grazie.

Tullio De Mauro: le competenze linguistiche degli italiani (video)

Nel breve video in calce (di cui è disponibile la trascrizione integrale), Tullio De Mauro, celebre linguista italiano, si basa su ricerche internazionali per dimostrare la grave carenza di qualità nella formazione erogata dalla scuola e dall'università italiana. Egli evidenzia anche le conseguenze economiche negative della generalizzata incompetenza linguistica, auspicando un serio impegno della classe dirigente a ripensare in modo radicale il funzionamento di certi segmenti della scuola e dell’università. L'Italia ha un serio problema culturale.

Si veda anche il mio precedente articolo "Pedagogia nell'era digitale - I perché del bisogno d'un cambiamento radicale e profondo della scuola", nel quale avevo citato gli stessi dati presi in esame da De Mauro.

Francesco Galgani,
9 febbraio 2015

Tullio De Mauro - Gli italiani sono un popolo di analfabeti (funzionali)

 

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Università telematiche e laurea online: alcune risposte alla disinformazione

Si vedano anche i miei precedenti articoli:

Di tanto in tanto compaiono articoli sui quotidiani online che sembrano scritti con il chiaro intento di gettar fango sulle università telematiche. A nulla son valsi i miei tentativi di risposta commentando gli articoli in questione, in quanto i miei interventi non hanno superato il vaglio preventivo dei moderatori: detto in altre parole, a certi lettori viene concessa libertà di parola, ad altri no. Lungi dall'accettare che qualcuno possa permettersi di denigrare il percorso universitario che ho condiviso con la comunità studentesca di cui faccio parte, riporto qui le risposte ho recentemente inviato a un paio di giornali, con l'auspicio di contribuire ad una più corretta informazione.

Laurea online università telematica: tasse scontate a Uninettuno

Università Telematica Internazionale Uninettuno - Laurea online - VideolezioneUNINETTUNO mi ha dato tanto, a livello umano, di servizi, di didattica, di community, di esperienze di vita, di senso d'appartenenza, di serietà e competenza... :-)

L'Università Telematica Internazionale UNINETTUNO è un'università globale, con corsi in sei lingue, in cui insegnano professori di diverse università del mondo e i cui studenti provengono da 140 nazioni: l'ho presentata nell'articolo "UNINETTUNO è un modello di qualità e di democratizzazione del sapere (con videolezioni accessibili a tutti)", nel quale ho riportato anche il video di un servizio su UNINETTUNO di TG La7 Cronache e un'intervista su UNINETTUNO di RadioRai1. I corsi attivi, triennali, magistrali e a ciclo unico, afferiscono alle facoltà di Economia, Giurisprudenza, Ingegneria, Lettere, Psicologia, Scienze della Comunicazione. Sono disponibili anche master post-lauream e corsi di aggiornamento professionale.

UNINETTUNO ha anche conseguito il premio IELA per la migliore piattaforma di e-learning al mondo.

Ho parlato di Uninettuno anche negli articoli "L'Università nel XXI secolo: il modello d'eccellenza Uninettuno", "Università telematiche e laurea online: alcune risposte alla disinformazione", "Pedagogia nell'era digitale (con una videolezione di Uninettuno)", "Terrorismo, studenti musulmani di Uninettuno sul web: il nostro profeta è contro la violenza", "Il futuro della televisione? Cambiare modello comunicativo o perire", e altri.

All'Università Telematica Internazionale Uninettuno le tasse sono scontate del 20% per i nuovi immatricolati (per il primo anno di iscrizione), dal 20 luglio 2016 al 28 agosto 2016, grazie alla promozione "PORTA UN AMICO". Chi desidera rivolgermi delle domande sulla mia esperienza a Uninettuno e ottenere tale agevolazione sulle tasse, può contattarmi via e-mail.

Francesco Galgani,
20 luglio 2016

Istruzione globale per una cittadinanza globale: una risposta alla crisi di migranti e rifugiati

Comunicato stampa

The Online, Open and Flexible Higher Education Conference” EADTU 2016
ISTRUZIONE GLOBALE PER UNA CITTADINANZA GLOBALE: UNA RISPOSTA ALLA CRISI DI MIGRANTI E RIFUGIATI

Se ne parlerà a Roma, dal 19 al 21 ottobre, durante la conferenza internazionale organizzata dall’EADTU (Associazione Europea delle Università a Distanza) e dall’Università Telematica Internazionale UNINETTUNO

 

APRE I LAVORI IL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA, STEFANIA GIANNINI

L'impegno di Uninettuno per la pace e l'amicizia tra i popoli

L'Università Telematica Internazionale Uninettuno sta dando un importante contributo per la pace nel mondo e per l'amicizia tra i popoli, di cui oggi c'è un grande bisogno per un futuro comune. In questo blog ho già dedicato alcuni articoli ad Uninettuno, nella sezione “Pedagogia e Formazione Online”, ma questa volta c'è un messaggio in più che meriterebbe di essere compreso e diffuso.

Consiglio la visione del video qui riportato, che contiene l'intervento della prof.ssa Maria Amata Garito, rettore dell'Università Telematica Internazionale Uninettuno, in occasione della sessione di apertura della Conferenza Internazionale dell’EADTU 2016 “The Online, Open and Flexible Higher Education – Enhancing European Higher Education: Opportunities and impact of new modes of teaching”, che l’Università Telematica Internazionale Uninettuno ha organizzato in occasione del suo 10° anniversario. Per informazioni sull'evento, si veda il comunicato stampa: “Istruzione globale per una cittadinanza globale: una risposta alla crisi di migranti e rifugiati”. Per i non udenti, ho trascritto sotto il video le sue parole meglio che ho potuto, inserendo soltanto alcuni omissis quando sono stati pronunciati nomi di persone, città e luoghi che non saprei trascrivere. Il video dell'intera sessione di apertura, della durata di due ore e comprensivo di vari interventi in inglese, è disponibile a questo link: Conferenza-EADTU-2016 (sessione di apertura).

La prof.ssa Garito ha anche presentato il portale di Uninettuno dedicato ai rifugiati:
http://www.istruzionesenzaconfini.it/

Io ero presente alla conferenza. Per me è stato molto bello scoprire cosa sta facendo Uninettuno proprio nel periodo di crisi umanitaria in cui siamo inseriti. Mi sono rimasti impressi il racconto del viaggio di San Francesco in Egitto (che illustra un esempio storico di incontro tra culture diverse), della nascita delle prime università e di come queste fossero attivamente impegnate nel tradurre testi da una lingua all'altra per favorire lo scambio di conoscenza tra culture diverse. La prof.ssa Garito ha sottolineato che oggi, purtroppo, spesso siamo completamente ignoranti della storia e della cultura di altri popoli, con tutti i pericolosi rischi che ciò comporta. Non sono mancati accenni al terrorismo e al proselitismo via web. Uninettuno sta fornendo istruzione universitaria gratuita ad alcuni rifugiati (oltre ad indicazioni per trovare medici e a fornire corsi di lingue). Mi ha toccato il caso di rifugiati siriani la cui Università di Aleppo non esiste più, e a cui Uninettuno sta erogando corsi che erano stati registrati proprio con i loro professori. Da ciò è nata la mia poesia "Studente siriano", che vi invito a leggere. Buona visione del video e/o lettura della sua trascrizione sotto riportata.

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Povertà educativa digitale: a guardare troppo i dettagli, si perde di vista l’insieme?

Il documento «Riscriviamo il Futuro: una rilevazione sulla povertà educativa digitale», pubblicato da Save The Children oggi 7 giugno 2021 (copia del pdf), vuole mettere in risalto la povertà educativa digitale.

Senza nulla togliere al lavoro che è stato fatto, mi pare che a guardare troppo i dettagli si possa perdere di vista l’insieme, ovvero un insieme costituito dall’orrenda e insensata tortura delle mascherine che fa solo danni, da una dittatura sanitaria che impone misure dannose e a completo ed esclusivo discapito della salute pubblica (vaccini, mascherine, tamponi, lockdown, chiusura forzata dei negozi, ecc.), un clima generale di paura, di violenza, di pensiero unico legittimo, di obbedienza e accettazione acritica dei diktat del potere, nel quale è pesantemente ostacolato e punito il diritto di riunirsi, di stare insieme, di stare in salute. Il tutto nel quadro di una “dichiarata” pandemia che è da giustificazione per ogni vessazione nell’attuale era post-democratica, pandemia “dichiarata” ma non sostanziale (*). Forse, se ci fosse un minimo di interesse per la salute pubblica, si eviterebbe di negare le cure (**) e ci si occuperebbe assai di più di demolire le fondamenta di un vivere umano basato sulla guerra, sulla competizione, sul precariato, sulla schiavitù, sulla distruzione ambientale, fisica e spirituale, sul servilismo e sull’ubbidienza cieca ai ricatti, su relazioni umane nel complesso di qualità molto scarsa.

Ecco, all’interno di questo quadro possiamo preoccuparci “anche” delle competenze digitali, se tale preoccupazione potesse servire a mettere pesantemente in discussione la didattica a distanza e l’uso dei social… ma tale messa in discussione non c’è, non esce, non viene neanche presa in considerazione. Anzi, tutta l’indagine parte dal presupposto dell'ineluttabilità della virtualizzazione (ovvero negazione) dei rapporti umani. Possiamo avere una scuola sana in un contesto sociale così gravemente malato?

Dopo queste premesse, vorrei soffermare l’attenzione su quattro paragrafi della ricerca menzionata.

«Se i risultati della ricerca sulle competenze digitali legate all’apprendimento a scuola (competenze alfabetiche di base) sono sostanzialmente in linea con quelli emersi da altri studi, l’indagine pilota ha permesso di rivelare alcuni aspetti della povertà educativa digitale ancora poco esplorati. Nello specifico, una quota consistente degli studenti che hanno partecipato al test non conosce le regole relative all’utilizzo della propria immagine da parte dei social, o all’età minima per avere un profilo, non è in grado di eseguire semplici passaggi per rendere il proprio profilo social accessibile soltanto agli amici, di far fronte all’uso improprio della propria immagine da parte di altri. Più della metà non conosce le implicazioni legali relative alla condivisione di contenuti offensivi sui social o non è in grado di reagire in modo corretto di fronte all’uso improprio delle immagini altrui. Infine, quasi la metà degli studenti non è in grado di riconoscere una fake news riguardante l’attualità.»

D’accordo. E gli adulti hanno queste competenze? E soprattutto, vogliamo una scuola al servizio dei social, cioè di relazioni umane fasulle asservite alla volontà (e alla censura) di poche multinazionali?
Quanto al riconoscere le “fake news”, esiste un criterio che possa essere insegnato? Se la risposta è sì, allora pure questa è una fake news, a meno di non essere in una dittatura dove è vero ciò che afferma il potere tramite i media ufficiali e la scuola, e falso tutto il resto.

«Particolarmente rilevante è il fatto che i minori sembrano non avere la percezione dei loro limiti. Se per le competenze legate all’alfabetizzazione di base, esiste una sostanziale corrispondenza tra la loro opinione rispetto alla capacità di, ad esempio, inserire link interattivi in un testo, caricare o scaricare risorse da siti web, utilizzare i programmi di Office (Word, Excel, PowerPoint) e le competenze ‘valutate’, gli stessi sovrastimano le loro abilità in relazione ad altre conoscenze, quali ad esempio la condivisione di immagini e informazioni online in modo responsabile e la comprensione delle questioni relative alla sicurezza. Al tempo stesso la gran parte di loro non esprime particolari preoccupazioni in relazione a queste mancanze.»

Ma, scusatemi… noi adulti abbiamo, di solito, la percezione dei nostri limiti? Abbiamo comprensione della (in)sicurezza informatica? Abbiamo un chiaro e vivo ricordo dello scandalo datagate? Abbiamo chiara che la dipendenza da una specifica multinazionale del software (visto che qui si parla di Office) è la strada opposta rispetto ad una scuola che miri all'accrescimento di consapevolezza?

«Dai dati raccolti dal primo studio pilota volto a misurare la povertà educativa digitale si evince che, nonostante i minori apprezzino e utilizzino gli strumenti digitali, molti di loro sono privi delle competenze di base per poterli usarli consapevolmente.»

Usare consapevolmente cosa? Stiamo ancora parlando di social, di Office, di smartphone e simili? Se di “consapevolezza” nell’uso della tecnologia volessimo parlare, allora bisognerebbe ripartire dalle basi, da Richard Stallman come minimo. Per chi non lo conoscesse, consiglio una lettura del suo articolo "Perché la scuola deve usare esclusivamente software libero": https://www.informatica-libera.net/content/perché-la-scuola-deve-usare-esclusivamente-software-libero

«Sulla base di tale quadro, bisogna sviluppare e implementare un sistema di valutazione delle competenze digitali a scuola, creando un patentino che certifichi un percorso formativo di studenti e studentesse a conclusione della scuola secondaria di primo grado.»

Per farne cosa, di questo patentino? Per certificare di essere dei perfetti sudditi?
Qualcuno ricorda la mia proposta per la scuola? https://www.informatica-libera.net/content/scuola

(7 giugno 2021)

Note:

(*) Senza negare che sia effettivamente accaduto qualcosa fuori dall’ordinario (ma non per causa del virus), rimane il fatto che nei mesi di gennaio-febbraio 2020 c’è stato il minor numero complessivo di morti in Italia rispetto alla media 2015-2019, e nel 2021, negli stessi mesi, il numero di morti è di poco superiore (quasi uguale) rispetto alla media degli altri anni (fonte ISTAT: https://www.informatica-libera.net/files/files/nota-esplicativa-decessi-30-marzo-2021.pdf). Già questo basterebbe per mettere seriamente in discussione la narrazione ufficiale sull’epidemia. Per quanto riguarda l’intasamento degli ospedali e delle terapie intensive, il problema della consueta “epidemia influenzale” si ripete allo stesso “identico” modo tutti gli anni, nella stagione influenzale, almeno dal 2012 (elenco di fonti giornalistiche dal 2012 al 2020, raccolte da Silver Nervuti: https://www.informatica-libera.net/video/pandemia-dal-2012-al-2020.mp4, video pubblicato il 2 novembre 2020).

(**) Cfr. «Documentario "Covid: le cure proibite" (di Massimo Mazzucco), un dovere civico guardarlo», https://www.informatica-libera.net/content/documentario-covid-le-cure-proibite-di-massimo-mazzucco-un-dovere-civico-guardarlo

L'obbligo delle mascherine scolastiche significa un trauma per milioni di bambini, specialmente per quelli provenienti da famiglie a basso reddito

PDF di come appariva l'articolo, nella sua interezza, prima di essere censurato (vedi notizia della censura su Byoblu), in data 18 agosto 2021:
School Mask Mandates Mean Trauma For Millions Of Children, Especially Those From Low-Income Families.pdf

Segue una mia traduzione, nella quale riporto i links agli articoli scientifici presenti nell'articolo originale

fotografia tratta dall'articolo originale

School Mask Mandates Mean Trauma For Millions Of Children, Especially Those From Low-Income Families

brevi note sull'autore:
Zak Ringelstein è un insegnante che ha passato la sua carriera a sostenere un sistema educativo che porti gioia, scopo e liberazione. Recentemente ha fondato Zigazoo per dare ai bambini l'opportunità di impegnarsi in attività educative gioiose e "imparare facendo". Salutato come il "futuro dell'apprendimento a distanza" da TechCrunch, Zigazoo permette agli studenti di condividere risposte basate su video a sfide costruite da importanti musei, educatori e star dei media. Ringelstein ha insegnato nella scuola elementare per 5 anni, ha fondato UClass (da cui è uscito per Renaissance Learning), è stato nominato nella lista Forbes 30 Under 30, è stato il primo millennial ad essere candidato al Senato degli Stati Uniti, ed è stato l'architetto della politica dello stipendio minimo degli insegnanti di 60k dollari. Ha una laurea in storia alla Columbia University e sta prendendo il dottorato al Teachers College della Columbia. Lui e sua moglie, Leah, hanno tre figli di 5 anni e più piccoli.

Ho passato la mia carriera di educatore a combattere i test standardizzati e il disastro che hanno causato nella salute mentale e nel benessere degli studenti americani, specialmente nei bambini provenienti da famiglie a basso reddito.

Prima della pandemia di Covid-19, i nostri anni di attivismo stavano finalmente dando i loro frutti e la legislazione popolare in tutto il paese stava iniziando a ritirare gli esami draconiani ad alto punteggio, citando il danno che fanno alla psicologia, alla salute e al rendimento accademico degli studenti americani. Invece di banchi in fila, raccomandavano tavoli rotondi. Invece dei compiti a scelta multipla, raccomandavano progetti collaborativi. Invece della disciplina punitiva, raccomandavano la consapevolezza e l'apprendimento socio-emotivo.

Il futuro sembrava luminoso per un'istruzione libera, centrata sullo studente e costruttivista per tutti i bambini. Sembrava che finalmente non sarebbero state solo le famiglie ricche a potersi permettere di rinunciare a impostazioni accademiche restrittive basate su test.

Questo fino a quando il Covid-19 non ha raggiunto le coste americane e da un giorno all'altro ha trasformato il sistema educativo pubblico americano in qualcosa di irriconoscibile: un sistema di restrizioni e obblighi molto più repressivo di quanto lo siano mai stati i test standardizzati. Gli studenti nella maggior parte delle classi americane ora devono indossare una copertura sul viso e stare lontani dai loro compagni per tutta la giornata scolastica. In molte scuole, gli studenti sono costretti a giocare da soli durante l'intervallo. Anche per i più piccoli, i banchi sono in fila. I bambini non possono vedere i sorrisi degli altri o imparare abilità sociali e verbali di importanza critica.

La frase che sento ripetere più e più volte per giustificare le mascherine è: "i bambini sono resilienti".

Ma come educatore di scuola elementare e studente di dottorato alla Columbia University addestrato nell'istruzione informata sul trauma, sono preoccupato che questa affermazione sia troppo semplicistica e fuorviante. Quello che dovremmo dire è: "Le mascherine e il distanziamento sociale inducono un trauma e il trauma in giovane età è pericoloso per lo sviluppo, specialmente per i bambini che stanno vivendo un trauma in altre parti della loro vita". I primi anni di vita di un bambino gettano le fondamenta per la sua età adulta e le fondamenta insicure, in effetti, si sgretolano. Secondo la Gerarchia dei Bisogni di Maslow, i bambini che non hanno la certezza della loro sicurezza personale (ad esempio l'ansia sociale da mascherine e il distanziamento sociale) sono spesso incapaci di creare sane connessioni sociali e possono avere difficoltà a costruire relazioni intime nella loro vita. La ricerca neurologica dimostra che i bambini che sperimentano questo tipo di paura e trauma in giovane età subiscono una riorganizzazione strutturale e funzionale della corteccia prefrontale del loro cervello, con conseguenti problemi di elaborazione emotiva e cognitiva. Questo trauma è particolarmente preoccupante per i bambini che crescono nella povertà e che spesso hanno l'effetto aggravante di altri traumi a casa o nella loro comunità. Prima del Covid-19, già quasi la metà di tutti i bambini americani avevano subito un trauma nella loro vita.

Inoltre, i bambini mascherati che sono socialmente distanziati hanno maggiori probabilità di condurre uno stile di vita sedentario a scuola e a casa, e quindi hanno anche maggiori probabilità di diventare sia obesi che depressi. L'obesità colpisce in modo sproporzionato i bambini provenienti da ambienti a basso reddito e può portare a problemi di salute per tutta la vita che spesso portano a una morte precoce. Tragicamente, la prevalenza della depressione clinica e dell'ansia è già raddoppiata per i bambini a livello globale dall'inizio della pandemia di Covid-19 e probabilmente peggiorerà con le continue restrizioni.

I bambini mascherati rischiano anche di perdere lo sviluppo critico del linguaggio, un'altra area di crescita fondamentale nei primi anni di vita dove i bambini provenienti da ambienti a basso reddito hanno già svantaggi sproporzionati.

I casi di Covid-19 tra i bambini sono aumentati a causa della variante Delta, ma secondo l'Accademia Americana di Pediatria, "lo 0,00%-0,03% di tutti i casi di COVID-19 tra i bambini hanno portato alla morte" la settimana scorsa. Nonostante la copertura sensazionalistica di notizie cliccatissime, l'attuale probabilità di morte di un bambino per il Covid-19 in America è inferiore alla possibilità di morire per un fulmine o un incidente d'auto.

Dovremmo continuare a guardare i dati per monitorare se i bambini sperimentano una morbilità e una mortalità peggiore di quella attuale, e aggiustare come è appropriato. Ma dobbiamo chiederci: i benefici delle mascherine e del distanziamento sociale superano veramente il danno psicologico, fisico, sociale e accademico a lungo termine che stiamo infliggendo ad un'intera generazione di scolari americani? Se abbiamo a cuore l'equità e i membri più vulnerabili della nostra società, quantomeno non possiamo avere paura di chiedere.

scritto: da Zak Ringelstein