L'unica risposta sensata all'IA?

- Vuoi ripagarmi in qualche modo?

- Allora torna indietro, ok? Di' alle persone di leggere i libri, di' loro di non lasciare la scuola... anche semplicemente di usare il cervello, di non perderlo. Forse ora il mondo è così per colpa di persone come me. Io non ho fatto mai niente nella mia vita. Tu se non altro eri un'artista. [...] Qualunque cosa farai, continua a dipingere [...]

(tratto dal film "Idiocrazy" del 2006)

DOWNLOAD MP4

Disarmiamo i cuori e le parole!

I muri dividono le persone mentre i ponti li uniscono. Siamo portati più a costruire muri invece che fare ponti.

La nostra solitudine nasce da una vita vissuta a costruire le mura per difenderci dagli altri, però senza ponti siamo destinati alla mancanza di gioia. Senza unione manca la speranza. Costruiamo ponti.

(Giulio Ripa)

L’era dell’intelligenza artificiale è quella con più guerre?

Siamo tutti smarriti.

Sempre più soli, non sappiamo qual è la direzione. Il mondo è costruito per celebrare sesso, soldi, potere, successo e altri piaceri, ma questi sovente distruggono tutto quello che di prezioso abbiamo. E’ come possedere un’automobile di lusso (sesso, soldi, potere, ecc.) e pretendere di guidarla senza avere la patente, nel qual caso sarebbe meglio andare a piedi per evitare gravi incidenti. La patente è un cuore che abbonda delle virtù minime necessarie per prevenire disastri, ovvero: gioia compartecipe, cioè gioire delle gioie altrui, compassione, cioè desiderare che gli altri smettano di soffrire, amore, cioè desiderare la felicità altrui, ed equanimità, cioè non perdere il senno né per il troppo dolore né per le gioie. Al di fuori di tutto questo, è guerra, morte e distruzione. Per esprimere lo stesso concetto in termini cristiani, o stiamo con Dio o stiamo con Satana, non ci sono vie di mezzo. Chi pensa solo al proprio interesse, al proprio orticello, al proprio micro-cosmo, sta con Satana, al di là che sia ricco o povero.

L’egoismo è ciò che distrugge tutto. E insieme all’egoismo, oggi troviamo sempre di più un profondo, radicato e incancrenito senso di insicurezza e di totale solitudine, che ci rende incapaci sia di capire noi stessi, sia di capire gli altri. Non siamo capaci di fare autocritica, di ammettere di aver fatto grossi errori, di chiedere aiuto. Il mondo, specialmente quello dei social e lavorativo, ci vuole perfetti, impeccabili e prestanti come macchine, e disumanizzati come intelligenze artificiali.

Perché il mondo è pieno di guerre a cui non troviamo soluzione? Perché il massacro quotidiano di un numero alto e imprecisato di bambini e adulti fa piangere pochissimi di noi, mentre gli altri si fanno “aiutare” (?) dall’intelligenza artificiale a creare il miglior avatar di se stessi? Anzi, perché non si fidano nemmeno dei propri pensieri e del proprio lavoro, lasciando che l’intelligenza artificiale diventi sempre più necessaria nel proprio stare al mondo?

Siamo gravemente fuori strada, questo è il problema, e al nostro deragliare non possono che seguire gravi punizioni autoinflitte. Queste sono la necessaria conseguenza dell’incapacità “appresa” di amare, appresa in un mondo che ci vuole continuamente in competizione, cioè in guerra, gli uni contro gli altri.

Se fossimo un po’ meno arroccati nel difendere il nostro “ego” e se avessimo un po’ più di introspezione ed empatia, ci accorgeremmo di tre fatti essenziali. Il primo, è che il bene altrui è anche il bene nostro, e viceversa. Il secondo, è che il male altrui è anche il male nostro, e viceversa. Il terzo è che tante volte abbiamo commesso errori gravi credendo che l’io e il tu siano separati, mentre in realtà “io esisto perché esisti tu”, e viceversa.

Se anche a livello filosofico fossimo già seriamente convinti di ciò che ho scritto fin qui, sarebbe solo l’inizio, un prerequisito necessario ma non sufficiente per andare verso quella pace che tutti cercano, più o meno consapevolmente.

Nessuno di noi “si salva da solo”. Occorre avere fede e pregare, perché la preghiera smuove e comincia a ripulire anche le acque più torbide. Sia ben chiaro che la preghiera non serve né a Dio né ai santi, ma a noi stessi. Ognuno declini ciò che sto scrivendo in base alla propria fede, purché sia una fede basata sull’Amore e non sui propri interessi particolari. Tutti abbiamo una fede, anche quando la neghiamo o quando ci professiamo atei, agnostici, scientisti o razionalisti.

Facciamo un esempio pratico. Innanzitutto, sia chi decide di stare al di fuori di qualsiasi religione, sia chi ci si trova dentro senza però averne capito le basi, se non ha fede nella legge dell’Amore, ovvero nelle virtù che prima ho espresso (gioia compartecipe, compassione, ecc.), allora crede nella legge della violenza. Non ci sono vie di mezzo. L’esempio orrendo che potrei riportare è quello sia di cattolici che di buddisti che sono a favore dell’uso delle armi, cioè di ulteriore violenza nei conflitti in corso, per ottenere la pace. Costoro credono che usando i mezzi di Satana si possano fare gli interessi di Dio, o che una presunta e opinabile giustizia (di parte) si possa ottenere uccidendo, mutilando, ferendo e rendendo interi territori non abitabili e non coltivabili. Nulla del genere si trova negli insegnamenti di Gesù o del Budda. In questo caso, non c’è nessuna differenza tra chi professa una fede e chi no. Le logiche del mondo, della finanza e della politica sono per lo più basate sulla legge della violenza, e su di essa si basano in gran parte le leggi degli uomini.

Rimanendo in ambito cristiano, prendiamo il Primo Comandamento: “Io sono il Signore Dio tuo”. Davvero? Viviamo costantemente nella gratitudine per ciò che il Creatore ci ha dato, e nella nostra vita è dominante il pensiero di Dio Amore, di Dio Misericordia, di Dio che ci ha creati per il Paradiso, di Dio che ha mandato e sacrificato suo Figlio per salvarci, di Dio che ci dà la possibilità di pentirci dei nostri peccati? L’analisi di realtà mi suggerisce che questo comandamento è uno dei più violati, se non il più calpestato e deriso, giacché oggi avere una fede di questo genere significa andare controcorrente e sembrare matti. Chi non ama Dio, ama altre cose, come le varie idolatrie moderne, siano esse la televisione, i social, l’intelligenza artificiale, ma anche i maghi, le sedute spiritiche, i cartomanti, gli astrologhi, e altri falsi dèi e falsi maestri. E purtroppo anche false religioni non teistiche, ovvero quelle religioni che vanno a braccetto con il neo-liberismo e che hanno sostituito la presenza di un Creatore e l’intervento della Provvidenza con la massima “tutto dipende da me”. Al massimo, se proprio volessimo rimanere aderenti alla realtà, sarebbe più corretto dire che “tutto dipende da me e io dipendo da tutto”, nel senso che pur esistendo un minimo di libero arbitrio, siamo comunque esseri condizionati, condizionabili e inter-dipendenti con tutto ciò che esiste.

A pochissimi di noi è chiesto di vivere e di perdere sangue come Cristo in croce appeso ai chiodi. Questa è l’esperienza solo di alcuni santi e dovrebbe rimanere un’eccezione. Per tutti gli altri, fede nell’Amore che ci sta dando la vita, preghiera, e benevolenza nei pensieri e nelle azioni sono sufficienti. Non è nulla di scontato: quanti di noi sono benevolenti verso se stessi e verso tutti gli altri nei propri pensieri?

E per sentirci meno soli e meno sbagliati o incompleti, lasciamo perdere i social e l’intelligenza artificiale. Meglio una passeggiata in mezzo alla natura e un Ave Maria, o altra preghiera o mantra pieni d’Amore in base alla propria sensibilità e al proprio credo.

Tutto ciò che ho scritto è un possibile percorso interiore che ci rende capaci di fare un po’ di bene in un mondo impazzito, dove nuove guerre spuntano di continuo come funghi velenosi. Ma cerchiamo di rimanere vigili e umili, perché è nella normalità delle cose che per ogni azione buona che facciamo, ne facciamo anche dieci malvagie, perché spesso le circostanze così ci obbligano. Più siamo capaci di osservare noi stessi, relazionandoci con gli altri, soprattutto con amici fidati e comprensivi che ci hanno a cuore, e più riusciamo a comprendere noi stessi. Viceversa, più ci relazioniamo tramite i social e con l’intelligenza artificiale, e meno capiamo noi stessi e i danni che facciamo.

Come nota conclusiva, ho un suggerimento per chi non riesce a partorire idee o a sviluppare concetti senza l'uso dell'intelligenza artificiale generativa, come ChatGPT e strumenti analoghi. Il mondo è pieno non solo di falsi maestri, ma anche di maestri veri da cui possiamo imparare tante cose. Ascoltiamoli il più possibile, o leggiamoli, a seconda che il nostro canale principale di apprendimento sia l'udito o la lettura. Ascoltandoli o leggendoli, e riflettendo sulle loro parole, avremo il carburante per la nostra mente e arriveremo dove l'intelligenza artificiale non può arrivare.

(11 maggio 2025)

La funzione anticristica della reincarnazione

Quanto sto per scrivere è un punto di vista cristiano. Uso l'espressione "funzione anticristica" nel titolo di queste riflessioni esclusivamente nel senso teologico di "negazione di Cristo", e non come insulto a chi crede nella reincarnazione.

Premetto che non intendo discutere se la reincarnazione esista o meno, ovvero non voglio attribuirle caratteristiche di verità o falsità. Voglio solo mettere in evidenza le conseguenze che essa ha per chi si professa cristiano o, comunque, per chi ha origini culturali nel cristianesimo.

L’elemento teologicamente più grave è il fatto che la reincarnazione escluda la salvezza che Gesù ha portato, venendo fra noi, con la sua morte e risurrezione. La reincarnazione annulla la Pasqua del Signore, la rende inoperante in quanto, come via di salvezza, è superflua, inutile, semplicemente non applicabile (cfr. "Credi nella reincarnazione?", di Alberto Bigarelli). Vita dopo vita, la purificazione e la salvezza dalle peggiori sofferenze è in conseguenza del karma, ovvero dei meriti (e demeriti) acquisiti tramite le proprie azioni. Ciò significa che, se ammettessimo la reincarnazione, la nostra evoluzione sarebbe in conseguenza delle nostre capacità, intenzioni e meriti acquisiti. Non ci sarebbe inoltre nessuna preoccupazione sulla vita dopo la morte, perché saremmo già eterni.

Ciò è esattamente il contrario dell'insegnamento cristiano, secondo cui la salvezza viene da Dio, che risuscita i morti. La vita eterna non è il risultato dell’immortalità dell’anima, né deriva naturalmente dall’evoluzione vita dopo vita. È un dono gratuito e "immeritato". Lo ripeto, "immeritato". Il cristiano confida nella Misericordia di Dio sia in vita, sia dopo la morte, e solo per questa - e non per le proprie capacità - spera nella Vita Eterna, ovvero nella gioia senza fine del Paradiso.

Non dimentichiamo quello che Pietro ha detto nel suo terzo discorso a Gerusalemme dopo la Pentecoste: «In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito [da Dio] che noi siamo salvati» (Atti 4,12), e neppure dimentichiamo quello che ha scritto l’apostolo Paolo ai Galati: «Ma se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema!» (Galati 1:8).

Ebrei 9:27-28 è ancora più esplicito: «Come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio, così anche Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a coloro che lo aspettano per la loro salvezza».

Ne segue che chi cerca umilmente la misericordia di Dio, ricordandosi sempre di averne bisogno, ha pieno diritto di sospettare che la reincarnazione, e le filosofie orientali basate su di essa, siano fondamentalmente anticristiche, in quanto negano l'esistenza e la necessità di un Salvatore.

Questa mia opinione è maturata dalla personale osservazione di occidentali che si "convertono" al buddismo, o ad altre religioni asiatiche, portando con sé un rancore più o meno consapevole verso Dio e verso la Chiesa, forse a causa di aspettative infrante vissute come tradimenti. Negando la possibilità che possa esserci una Provvidenza divina, o rinunciandovi perché in collera con Dio, scelgono tra possibili credo che sembrano "atei", anche se, in realtà, non negano Dio, più modestamente evitano di presupporlo e di discuterlo. Poiché l'intenzione è distorta, lo è anche l'uso che viene fatto di queste religioni, spesso sfociando in un settarismo autoreferente che acquisisce caratteristiche anticristiche assolutamente estranee al contesto culturale di provenienza.

Intendiamoci, non sempre è così. Sto solo cercando di analizzare come, nel contesto occidentale, sia possibile passare dal "tutto dipende da Dio" al "tutto dipende da me", che è un altro modo per dire: "Sono in collera con il Creatore, quindi ne faccio a meno". Questo sembra l'ideale di vita di Satana. Sono meccanismi psicologici molto subdoli e difficilmente emergono alla coscienza di chi li vive.

Per inciso, e qui concludo, il monaco zen Thich Nhat Hanh ha scritto: "Se ti piace la meditazione seduta, pratica la meditazione seduta; se ti piace la meditazione camminata, pratica la meditazione camminata; ma conserva le tue radici, siano esse ebraiche, cristiane o musulmane. È questo il modo corretto per tramandare lo spirito del Buddha; non puoi essere felice se hai perso il collegamento con le tue radici" (fonte). Questo a dimostrazione del fatto che non c'è assolutamente nulla di anticristico nel buddismo se approcciato con consapevolezza. Diverso è il discorso per chi ci si avvicina perché scappa da qualcos'altro.

(8 maggio 2025)

Pages

Subscribe to Informatica Libera - Francesco Galgani's Blog RSS