Storia delle campagne vaccinali in Italia, dalle promesse alle conseguenze

Ecco un riepilogo delle fasi che hanno portato alle (disastrose conseguenze delle) campagne vaccinali di massa.
1. Iniziativa Children Vaccination Initiative (1990)
Nel 1990, la Banca Mondiale, la Fondazione Rockefeller, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l'UNICEF e il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite hanno lanciato la Children Vaccination Initiative. Questa iniziativa mirava a estendere le vaccinazioni a tutta la popolazione pediatrica mondiale, collaborando strettamente con l'industria farmaceutica per aumentare la copertura vaccinale tra i bambini. Questo programma rappresentava un primo passo significativo verso la promozione delle vaccinazioni come misura preventiva fondamentale per la salute pubblica globale.
2. Costituzione della Gavi Alliance (2000)
Nel 2000, è stata fondata la Gavi Alliance, nota anche come Alleanza Globale per le Vaccinazioni, su iniziativa della Bill & Melinda Gates Foundation, che ha donato 750 milioni di dollari per la sua costituzione. Gavi è una fondazione privata di diritto svizzero che promuove una partnership tra pubblico e privato per migliorare l'immunizzazione nei paesi in via di sviluppo. L'alleanza mira a garantire che i bambini nei paesi più poveri del mondo abbiano accesso alle vaccinazioni salvavita, inizialmente sperimentando sui paesi più bisognosi prima di estendere le pratiche ai paesi più sviluppati.
3. Adesione dell'Italia a Gavi (2006)
Nel 2006, l'Italia ha aderito a Gavi sottoscrivendo titoli obbligazionari per sostenere finanziariamente l'alleanza. Questo impegno ha segnato un passo significativo per l'Italia nel contribuire alle campagne vaccinali globali, mostrando il sostegno del governo italiano agli sforzi internazionali per migliorare la copertura vaccinale nei paesi in via di sviluppo. Questo supporto è stato ulteriormente consolidato attraverso successivi finanziamenti e impegni economici.
4. Legge Finanziaria Italiana (2008)
La Legge Finanziaria del 2008 ha previsto ulteriori contributi italiani a Gavi, stanziando 2,074 milioni di euro attraverso "Advance Market Commitments" (AMC). Questo stanziamento è stato inserito nel capitolo "Competitività e Sviluppo delle Imprese", evidenziando l'importanza attribuita dal governo italiano alle politiche vaccinali come parte dello sviluppo economico e sociale del paese. Questo passo ha contribuito a rafforzare l'impegno dell'Italia nelle campagne vaccinali globali e nel supporto alle iniziative di Gavi.
5. Decade dei Vaccini (2010-2020)
Al Forum Economico di Davos del 2010, la Bill & Melinda Gates Foundation ha annunciato la "Decade dei Vaccini", impegnandosi a donare 10 miliardi di dollari per promuovere la vaccinazione globale nel periodo 2010-2020. Questo decennio è stato concepito per rafforzare la ricerca, lo sviluppo e la distribuzione di vaccini in tutto il mondo. L'obiettivo era di aumentare la copertura vaccinale e ridurre la mortalità infantile, con particolare attenzione ai paesi in via di sviluppo. La decade si è conclusa proprio con l'inizio della pandemia di COVID-19, rendendo ancora più urgente e rilevante l'importanza delle vaccinazioni.
6. Epidemia di Morbillo in Italia (2011)
Nel 2011, l'Italia ha affrontato un'epidemia di morbillo con oltre 4.600 casi (dichiarati e poi smentiti), molti dei quali in età adulta. Questo evento ha spinto il governo italiano a rivalutare le politiche vaccinali, portando nel 2012 alla discussione del Piano Nazionale Vaccini, che ha anticipato l'intenzione di superare l'obbligo vaccinale in favore di raccomandazioni vaccinali più forti. Questo piano mirava a migliorare la copertura vaccinale attraverso l'educazione e l'informazione della popolazione, cercando di raggiungere un equilibrio tra obbligatorietà e libertà di scelta.
I 4600 casi sono stati poi messi in dubbio. Infatti, il contesto e l'utilizzo di questi numeri hanno contribuito a creare un clima di allarme che ha giustificato l'introduzione di misure vaccinali più stringenti, nonostante le critiche e le contestazioni sulla reale entità dell'epidemia.
7. Assemblea Generale dell'OMS (2012)
Durante l'Assemblea Generale dell'OMS del 2012, la direttrice Margaret Chan ha promosso la Decade dei Vaccini, integrandola nell'agenda della salute globale. Chan ha sottolineato che l'attività dell'OMS è vincolata dai desideri dei suoi principali donatori, tra cui la Bill & Melinda Gates Foundation e Gavi Alliance. Questo riconoscimento ha evidenziato l'influenza delle donazioni private sulle politiche globali di salute pubblica e ha rafforzato l'impegno dell'OMS nella promozione delle vaccinazioni come priorità globale.
8. Finanziamenti dell'Italia a Gavi (2014)
Nel 2014, l'Italia è stata insignita del ruolo di capofila nelle strategie vaccinali mondiali dalla Global Health Agenda. Questo incarico, conferito a Washington, ha visto l'Italia impegnarsi ulteriormente con finanziamenti diretti a Gavi per 120 milioni di dollari. L'Italia è stata scelta come laboratorio politico per sperimentare nuove politiche vaccinali, consolidando il suo ruolo di leader nella promozione delle vaccinazioni a livello globale.
9. Documento Europeo sulle Vaccinazioni (2018)
Nel 2018, la Regione Puglia ha pubblicato un rapporto osservazionale condotto con metodologie di vaccinovigilanza attiva sui bambini vaccinati contro morbillo, parotite, rosolia e varicella. Questo rapporto ha riportato una frequenza di reazioni avverse gravi del 4%, molto superiore allo 0,005% rilevato con la vaccinovigilanza passiva. Questo studio ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza dei vaccini e ha evidenziato la necessità di una vigilanza più rigorosa e trasparente.
10. Passaporto Vaccinale (2019)
Nel settembre 2019, durante il Global Vaccination Summit a Bruxelles, è stato discusso e promosso il concetto di passaporto vaccinale, con l'obiettivo di implementarlo entro il 2022. Questo summit ha visto la partecipazione di 400 personalità da tutto il mondo, che hanno discusso di come migliorare la copertura vaccinale e contrastare l'esitazione vaccinale. Il passaporto vaccinale è stato visto come uno strumento per garantire che le persone vaccinate potessero viaggiare liberamente e per aumentare la fiducia nelle vaccinazioni.
11. Pandemia di COVID-19 (2020)
La pandemia di COVID-19 ha messo in pratica molte delle politiche discusse e pianificate negli anni precedenti. Le tecnologie sviluppate per il monitoraggio e la distribuzione dei vaccini sono state utilizzate per gestire la crisi sanitaria globale. Le campagne vaccinali di massa sono state implementate rapidamente, e il concetto di passaporto vaccinale è stato introdotto per "facilitare" (?) i viaggi e garantire la sicurezza sanitaria (o, detto diversamente, per porre verso i cittadini un ricatto di tipo mafioso basando la campagna vaccinale su intimidazioni, ricatti, violenza, falso ideologico, procurato allarme e ghetizzazione). Questo evento ha "dimostrato" l'importanza della pianificazione e della preparazione a lungo termine per affrontare emergenze sanitarie globali...
12. Risultato: i vaccinati antiCOVID-19 muoiono più dei non vaccinati (2024)
I risultati di un’importante ricerca italiana appena pubblicata sulla rivista scientifica Microorganisms che vede tra gli autori il noto epidemiologo Franco Berrino.
Tempo fa fece scalpore uno studio realizzato sulla popolazione di Pescara che confrontava la mortalità totale in base allo stato di “vaccinati” e “non vaccinati” per COVID-19 negli anni 2021-2022.
Gli autori, pur ammettendo una significativa maggior mortalità nei vaccinati con 1 o 2 dosi, concludevano che, più ci si vaccinava dalla 3° dose, meno si rischiava di morire per tutte le cause. In realtà questo studio era viziato da gravi errori metodologici (in gergo epidemiologico bias), al punto che la revisione ha dimostrato esattamente il contrario (qui https://cmsindipendente.it/pubblicazionepescara un’analisi critica di Alberto Donzelli). Tale revisione è stata realizzata da un team di epidemiologi (con il dottor Franco Berrino, già direttore del Dipartimento di medicina preventiva e predittiva dell’Istituto dei Tumori di Milano), matematici e ricercatori, tra cui il dottor Alberto Donzelli della Commissione Medico Scientifica indipendente (CMSi). La ricerca, appena pubblicata sulla rivista scientifica Microorganisms (Alessandria M, et al. A Critical Analysis of All-Cause Deaths during COVID-19 Vaccination in an Italian Province. Micro-organisms 2024, 12(7),1343; https://doi.org/10.3390/microorganisms12071343), mette in evidenza per le persone vaccinate con 1 e 2 dosi un rischio di morte ancora superiore rispetto al lavoro originale, per quelli con 2 o 3 dosi un rischio di morte simile, ma con una piccola ma significativa perdita di speranza di vita.
«Il lavoro è importante perché documenta al meglio delle attuali possibilità che le vaccinazioni antiSARS-CoV-2, ribattezzate antiCOVID-19 da quando è diventato notorio che non proteggano dall’infezione, non hanno protetto neppure dalla mortalità totale, anzi» sottolinea il dottor Donzelli. «In poche parti del mondo i dati sono stati presentati in questo modo fondamentale, e in questo caso anche tenendo conto delle patologie di cui soffrivano i deceduti». Al punto che scienziati di rilievo mondiale come il matematico e Professore di Rischio Norman Fenton e lo statistico bayesiano Prof. Martin Neil della Queen Mary University di Londra hanno definito questa ricerca “chiaramente lo studio di miglior qualità che abbiamo a disposizione oggi sulla vaccinazione COVID-19”.
Per approfondire e verificare: Preparare il terreno (alle campagne vaccinali), Teleragione, Giorgio Bianchi, 3 luglio 2024 (fonte)
Sullo stesso tema, per confronto con una ricerca analoga su morti e vaccinazioni antiCOVID-19 in Australia: "Ricerca scientifica dimostra nesso di causa ed effetto tra vaccinazioni e morti"
Per confronto sulle conseguenze del vaccino antinfluenzale: Il vaccino antinfluenzale aumenta la probabilità di ammalarsi di Coronavirus Codiv-19? Sì
(12 luglio 2024)
L’uso militare nascosto della tecnologia 5G

articolo di Manlio Dinucci pubblicato nel 2019 sul "Il Manifesto" (fonte):
L’Arte della guerra. Le implicazioni militari del 5G sono quasi del tutto ignorate poiché anche i critici di tale tecnologia, compresi diversi scienziati, concentrano la loro attenzione sugli effetti nocivi per la salute e l’ambiente a causa dell’esposizione a campi elettromagnetici a bassa frequenza. Impegno questo della massima importanza, che deve però essere unito a quello contro l’uso militare di tale tecnologia, finanziato indirettamente dai comuni utenti
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Al Summit di Londra i 29 paesi della Nato si sono impegnati a «garantire la sicurezza delle nostre comunicazioni, incluso il 5G».
Perché questa tecnologia di quinta generazione della trasmissione mobile di dati è così importante per la Nato?
Mentre le tecnologie precedenti erano finalizzate a realizzare smartphone sempre più avanzati, il 5G è concepito non solo per migliorare le loro prestazioni, ma principalmente per collegare sistemi digitali che hanno bisogno di enormi quantità di dati per funzionare in modo automatico.
Le più importanti applicazioni del 5G saranno realizzate non in campo civile ma in campo militare.
Quali siano le possibilità offerte da questa nuova tecnologia lo spiega il rapporto Defense Applications of 5G Network Technology, pubblicato dal Defense Science Board, comitato federale che fornisce consulenza scientifica al Pentagono: «L’emergente tecnologia 5G, commercialmente disponibile, offre al Dipartimento della Difesa l’opportunità di usufruire a costi minori dei benefici di tale sistema per le proprie esigenze operative».
In altre parole, la rete commerciale del 5G, realizzata da società private, sarà usata dalle forze armate statunitensi con una spesa molto più bassa di quella che sarebbe necessaria se la rete fosse realizzata unicamente a scopo militare.
Gli esperti militari prevedono che il 5G avrà un ruolo determinante nell’uso delle armi ipersoniche: missili, armati anche di testate nucleari, che viaggiano a velocità superiore a Mach 5 (5 volte la velocità del suono). Per guidarli su traiettorie variabili, cambiando rotta in una frazione di secondo per sfuggire ai missili intercettori, occorre raccogliere, elaborare e trasmettere enormi quantità di dati in tempi rapidissimi. Lo stesso è necessario per attivate le difese in caso di attacco con tali armi: non essendoci il tempo per prendere una decisione, l’unica possibilità è quella di affidarsi a sistemi automatici 5G.
La nuova tecnologia avrà un ruolo chiave anche nella battle network (rete di battaglia). Essendo in grado di collegare contemporaneamente in un’area circoscritta milioni di apparecchiature ricetrasmittenti, essa permetterà ai reparti e ai singoli militari di trasmettere l’uno all’altro, praticamente in tempo reale, carte, foto e altre informazioni sull’operazione in corso.
Estremamente importante sarà il 5G anche per i servizi segreti e le forze speciali. Renderà possibili sistemi di controllo e spionaggio molto più efficaci di quelli attuali. Accrescerà la letalità dei droni-killer e dei robot da guerra, dando loro la capacità di individuare, seguire e colpire determinate persone in base al riconoscimento facciale e altre caratteristiche.
La rete 5G, essendo uno strumento di guerra ad alta tecnologia, diverrà automaticamente anche bersaglio di ciberattacchi e azioni belliche effettuate con armi di nuova generazione. Oltre che dagli Stati uniti, tale tecnologia viene sviluppata dalla Cina e altri paesi.
Il contenzioso internazionale sul 5G non è quindi solo commerciale. Le implicazioni militari del 5G sono quasi del tutto ignorate poiché anche i critici di tale tecnologia, compresi diversi scienziati, concentrano la loro attenzione sugli effetti nocivi per la salute e l’ambiente a causa dell’esposizione a campi elettromagnetici a bassa frequenza. Impegno questo della massima importanza, che deve però essere unito a quello contro l’uso militare di tale tecnologia, finanziato indirettamente dai comuni utenti.
Una delle maggiori attrattive, che favorirà la diffusione degli smartphone 5G, sarà quella di poter partecipare, pagando un abbonamento, a war games di impressionante realismo in streaming con giocatori di tutto il mondo.
In tal modo, senza rendersene conto, i giocatori finanzieranno la preparazione della guerra, quella reale.
Opporsi al pregresso nel Fascicolo Sanitario Elettronico

Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) è uno strumento digitale che raccoglie i dati sanitari di noi cittadini italiani in un unico dossier elettronico. Questo fascicolo contiene informazioni cliniche come referti, prescrizioni, esami di laboratorio e altri documenti relativi alla nostra salute. L'idea alla base del FSE è di fornire una visione integrata della nostra storia clinica, rendendo le informazioni sanitarie facilmente accessibili e condivisibili tra i vari professionisti della salute. Ha indubbiamente anche alcuni vantaggi pratici per il cittadino.
Fino al 30 giugno 2024, abbiamo la possibilità di opporci all'inclusione dei nostri dati sanitari antecedenti al 2020 nel Fascicolo Sanitario Elettronico. È un'opzione che ci consente almeno in parte di tutelare la nostra privacy.
Una delle modalità per esercitare il nostro diritto di opposizione al pregresso è accedere al sito web http://www.sistemats.it/ utilizzando il nostro SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale).
Lo SPID è un sistema di autenticazione che permette a noi cittadini italiani di accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione e dei privati aderenti con un'unica identità digitale. L'uso dello SPID solitamente richiede un username, una password e un codice generato da un'app per cellulare, la quale a sua volta ha un'ulteriore password.
Per maggiori informazioni sul Fascicolo Sanitario Elettronico e sulle modalità di opposizione al pregresso, possiamo consultare il sito del Ministero della Salute all'indirizzo: https://www.salute.gov.it/portale/fascicoloSanitarioElettronico/dettaglioContenutiFSE.jsp?lingua=italiano&id=6183&area=fascicoloSanitarioElettronico&menu=vuoto.
In conclusione, pur rispettando la libera scelta personale, è importante considerare che la possibilità di opporsi all'inclusione dei dati pregressi nel Fascicolo Sanitario Elettronico non è nota a tutti noi cittadini, e il tempo limitato per fare questa scelta può rappresentare una limitazione per chi non è adeguatamente informato. La raccolta centralizzata delle nostre informazioni sanitarie, sebbene possa offrire alcuni vantaggi, dovrebbe essere valutata con attenzione e consapevolezza. La gestione dei dati sanitari personali è un tema delicato, e ciò che oggi può sembrare innocuo potrebbe diventare problematico in futuro. Pertanto, è essenziale che ciascuno di noi sia pienamente informato e consapevole delle implicazioni legate al proprio Fascicolo Sanitario Elettronico.
(15 giugno 2024)
Non abbiamo nulla da nascondere o non abbiamo più nulla da nascondere?

Affermare che non c'è da preoccuparsi per la raccolta massiva di dati personali perché siamo cittadini onesti e non abbiamo nulla da nascondere è un'argomentazione semplicemente infondata. Innanzitutto, il concetto di "nulla da nascondere" presuppone che tutte le informazioni personali siano irrilevanti, ma la realtà è ben diversa. Ogni dato rilasciato, una volta rilasciato, rimane disponibile per sempre e può essere utilizzato in modi inaspettati e potenzialmente dannosi.
Ad esempio, negli Stati Uniti, la sentenza della Corte Suprema nel caso "Dobbs contro Jackson Women's Health Organization" del 24 giugno 2022 ha ribaltato la storica decisione "Roe contro Wade" del 1973, eliminando così il diritto costituzionale federale all'aborto. A seguito di questa decisione, i dati raccolti dalle app per il monitoraggio delle mestruazioni possono essere utilizzati senza il consenso delle utenti per perseguire le donne sospettate di aborti volontari. Questo esempio, seppur specifico e grave, mette in luce come informazioni che oggi sembrano innocue potrebbero in futuro essere usate contro di noi.
Inoltre, la raccolta massiva di dati personali crea un profilo dettagliato di ogni individuo che può essere sfruttato per scopi commerciali o di sorveglianza. Le aziende tecnologiche e gli enti governativi hanno accesso a una quantità senza precedenti di informazioni sui nostri comportamenti, preferenze e movimenti. Questo livello di monitoraggio può portare a discriminazioni e limitazioni delle libertà personali. Ad esempio, algoritmi di intelligenza artificiale potrebbero essere utilizzati per negare prestiti, assicurazioni o persino opportunità di lavoro basandosi su dati raccolti senza il nostro pieno consenso o comprensione.
La fiducia nelle istituzioni che raccolgono e gestiscono i nostri dati è un altro punto critico. Anche se oggi ci fidiamo di queste entità, non possiamo prevedere come cambieranno le leggi, le politiche aziendali o i governi in futuro. I dati personali, una volta rilasciati, possono finire nelle mani di attori malintenzionati attraverso violazioni della sicurezza, cambiamenti normativi o acquisizioni aziendali. Questi dati potrebbero essere utilizzati per finalità completamente diverse da quelle originali, mettendo a rischio la nostra privacy e sicurezza.
Un ulteriore aspetto da considerare è l'ineguaglianza di potere tra chi raccoglie i dati e chi li fornisce. Noi persone comuni abbiamo poco controllo su come vengono raccolti, utilizzati e condivisi i nostri dati. Questa asimmetria crea un ambiente in cui è difficile proteggere i propri diritti e interessi. Spesso siamo costretti ad accettare termini di servizio complessi e poco trasparenti per poter accedere a servizi essenziali, senza una reale possibilità di negoziazione o rifiuto.
Infine, il concetto di privacy non riguarda solo la protezione dei segreti personali, ma anche la salvaguardia della dignità e dell'autonomia. La possibilità di essere costantemente sorvegliati influisce sul nostro comportamento e sulle nostre scelte, limitando la nostra libertà di espressione e di azione. La privacy è un diritto fondamentale che deve essere protetto per garantire una società libera e democratica. Ignorare i rischi associati alla raccolta massiva di dati personali significa accettare una progressiva erosione dei nostri diritti essenziali, fino al punto che parole come "dignità" e "libertà" non avranno più alcun significato.
(10 giugno 2024)
I sonnambuli del 2024

Scritte in memoria del 2024, queste parole echeggiano gli eventi già trascorsi e quelli ancora in attesa di svelarsi...
I leader di quel tempo, piloti di nazioni armate, erano apparentemente vigili e attivi, ma incapaci di vedere e di comprendere. Tormentati da visioni spettrali, rimanevano tragicamente ciechi di fronte alla devastazione già inflitta e all'ancor più terribile disastro che si preparavano a scatenare. Le loro valutazioni erronee, unite a un'arrogante sopravvalutazione di sé e a una pericolosa sottovalutazione dei cosiddetti “nemici”, mescolò insieme arroganza e ignoranza in un mix letale. Credendosi padroni di ogni scenario, erano storditi e anestetizzati dalla superbia, incapaci di interpretare le strategie e le richieste di chi resisteva.
La loro più grande follia fu non temere le armi nucleari, ridotte a semplici strumenti per mostrare i muscoli piuttosto che a minacce di annientamento totale. La deterrenza, efficace nei decenni precedenti, fu mal interpretata come una sicurezza garantita piuttosto che come un costante monito del pericolo imminente. Mentre i leader si cimentavano in pericolose partite di poker geopolitico e “roulette russe”, l'ombra di un cataclisma nucleare si allungava sinistra sul mondo, ignorata da coloro che avrebbero dovuto scongiurarla.
Si aggiungeva a questo scenario la crescente devozione per culti osceni tra i potenti, simbolo di un profondo disprezzo per la vita e la moralità. Questi dirigenti, drogati dal potere, dagli stupefacenti e da credenze perverse, erano incapaci di vedere le persone come esseri da proteggere, ma al massimo come pedine da sacrificare sull'altare dei loro desideri di dominio. La vita umana aveva perso significato, trasformata in uno strumento per realizzare ambizioni nefaste.
Ogni loro decisione trasudava disprezzo per la gente comune. Le politiche erano crudeli, mirate a consolidare il controllo e a soddisfare i capricci di un'élite che si credeva intoccabile. Le suppliche di pace e stabilità del popolo venivano soffocate con la violenza bruta, e sovrastate da un'oratoria bellicosa e da un culto della morte camuffato da pragmatismo.
E mentre i sonnambuli procedevano inesorabilmente verso l'abisso, la tecnologia avanzava incontrollata. Le armi autonome e i sistemi di distruzione divenivano sempre più sofisticati, e nel contempo sempre più pericolosi nelle mani sbagliate. Il confine tra difesa e aggressione era sfumato, annientando ogni residua sicurezza.
In questo scenario apocalittico, i segnali d'allarme erano stati costantemente ignorati. Le tensioni si inasprivano, alimentate da provocazioni sconsiderate e risposte sproporzionate, in un vortice di inganni dove la realtà era distorta e la verità ridotta a un'illusione. La propaganda soppiantava la diplomazia, e la paura era il principale mezzo di manipolazione e controllo.
Così, con una tale incoscienza e prepotenza, segnarono la fine del mondo per come l’avevano conosciuto le generazioni nate in tempo di pace.
Quando il peggior missile fu lanciato, con un bagliore accecante e un boato assordante, l'umanità capì troppo tardi l'ampiezza degli errori commessi.
Il mondo, un tempo culla di speranza e progresso, si ritrovò avvolto nelle ombre della distruzione, vittima della follia dei suoi leader sonnambuli.
(2 giugno 2024)
Logica umana o logica aliena?

Tutto va nella direzione dell'inverno nucleare? Sembrerebbe di sì, giacché ogni notizia battuta dalle agenzie di stampa è sempre più grave e pericolosa delle precedenti.
L'analisi logica delle dichiarazioni pubbliche potrebbe farci presumere una catastrofe imminente di proporzioni apocalittiche, capace di annientare anche coloro che stanno alimentando il conflitto. Tuttavia, questa conclusione è irrazionale secondo i canoni della logica umana. Un leader può mostrare indifferenza verso la morte altrui, ma difficilmente ignorerebbe la minaccia alla propria vita. Eppure, osserviamo numerosi governanti di paesi in crisi che sembrano disposti a sacrificare sia i loro popoli sia se stessi.
Se la logica ha ancora un significato, e se non vogliamo etichettare quasi tutti i leader occidentali come affetti da deliri psichiatrici – un'ipotesi statisticamente improbabile – dobbiamo concludere che la radice di questa apparente follia risieda altrove.
E se la logica in gioco non fosse umana? Potrebbe trattarsi, forse, di una logica aliena. Riflettendo su queste dinamiche, un dubbio mi sorge spontaneo: cosa accadrebbe se, nei momenti più critici – come il lancio di un missile nucleare – intervenissero entità extraterrestri apparentemente benevole, neutralizzando la minaccia e mostrandosi provvidenziali verso l'umanità?
In uno scenario del genere, questi "alieni buoni" potrebbero essere acclamati come "salvatori"? Tuttavia, se fossero stati proprio loro a manipolare i nostri leader per portare l'umanità ad aver urgente bisogno di aiuti esterni, cioè alieni, la transizione da salvatori a dominatori potrebbe essere rapida e inevitabile. Sarebbe una storia già vissuta, un po' come lo è stato in Italia il passaggio dall'essere liberati dai nazisti all'essere dominati dagli Stati Uniti. I salvatori disinteressati non esistono né nella vita privata, né tanto meno in quella collettiva.
Questa ipotesi può aver senso? Da parte mia, e non solo mia, è solo un tentativo estremo di trovare un senso in una situazione che sembra priva di ogni logica. L'unica cosa di cui sono sicuro è che «sebbene questa sia pazzia, vi è però in essa del metodo. [...] La pazzia ha spesso la felicità di colpire là dove la ragione e la salute non saprebbero mai trovare il bersaglio» (Shakespeare, Amleto).
Solo il tempo dirà (ai superstiti) cosa ci riserva il futuro.
Comunque sia, benvenuta Apocalisse.
(31 maggio 2024)
Libertà di coscienza o libertà dalla coscienza?

Gli eventi recenti sollevano seri dubbi sull'equilibrio tra la "libertà di coscienza" e la "libertà dalla coscienza". Si tratta di un conflitto profondo messo in evidenza dagli atti di violenza e i tentativi di omicidio contro coloro che contestano le azioni della NATO (come Robert Fico) e di Israele (come Gabriele Rubini). Sono solo piccoli segnali del clima crescente di nazificazione dell'Europa, dove il dissenso è sempre meno tollerato, né tantomeno la libera informazione. A proposito, il Comune di Milano ha negato la cittadinanza onoraria a Julian Assange e il suolo pubblico per un'opera che lo rappresenta.
Al di là di questi esempi di cronaca, sono decenni che si respira un clima di totalitarismo (Genova, G8 del 2001). Quel che sta cambiando è il fatto che dal 2020 in poi c'è stato un salto drammatico in tale senso, non solo da parte del potere costituito, ma anche delle stesse popolazioni. Benito Mussolini dichiarò che il fascismo non era una sua invenzione personale, ma piuttosto un movimento che aveva tratto dal profondo dell'inconscio collettivo degli italiani. Con il senno di poi, a giudicare dalla violenta psicosi pandemica prima, con tolleranza zero verso i "diversi", e dal successivo delirio russofobo a sostegno dei battaglioni banderisti, è difficile dargli torto.
Da un lato, vi è la legittima aspirazione alla libertà di esprimere le proprie opinioni e di agire secondo la propria coscienza. Dall'altro, la repressione violenta di tali espressioni indica un desiderio di liberarsi dalle limitazioni morali che la coscienza impone, giustificando il caos e il totalitarismo come mezzi per raggiungere qualsiasi scopo.
Vediamo questa tensione tra la libertà limitata (libertà di coscienza) e la libertà totale (libertà dalla coscienza) anche nella distruzione dei valori tradizionali come la famiglia, la scuola, il lavoro, e i limiti culturali e naturali nella sessualità. La famiglia, un tempo nucleo fondamentale della società, è sempre più minata da ideologie che ne sminuiscono l'importanza e ne riducono il ruolo nella formazione degli individui. La tutela e valorizzazione della scuola e del lavoro sono compromesse da politiche che non riconoscono la necessità di investire in queste istituzioni come pilastri di una società sana e prospera.
I limiti culturali nella sessualità, come il rifiuto dell'incesto e della pedofilia, e i limiti naturali, come il riconoscimento del sesso predeterminato alla nascita, sono messi in discussione da movimenti che promuovono una libertà assoluta senza considerare le conseguenze etiche e sociali.
La salute pubblica è un altro valore tradizionale che viene spesso sacrificato sull'altare del profitto e dell'ideologia, portando a un sistema sanitario sempre più iniquo, inefficace, inaccessibile e talvolta dannoso. A titolo di esempio, Roberto Speranza, ex ministro della Salute, ha ammesso che fin dai primi mesi della campagna vaccinale contro il Covid-19 sapeva che il 20% degli effetti avversi segnalati all'Aifa era grave o addirittura mortale. Nonostante ciò, continuò a promuovere le vaccinazioni, insistendo sulla sicurezza ed efficacia dei farmaci. Come se non bastasse, la rivista "Medical & Clinical Research" ha pubblicato il 20 ottobre 2023 la ricerca peer-reviewed "Early Indication of Long-Term Impact of COVID Injections", che indica un nesso causale tra le vaccinazioni e l'aumento delle morti in eccesso.
In questo contesto, i vincoli all'iniziativa economica dettati dall'interesse pubblico (Costituzione Italiana, art. 41) sono spesso visti come ostacoli alla libertà individuale. Tuttavia, la rimozione di questi vincoli ci ha portati a un'economia finanziaria, guerrafondaia e ipertecnologica dominata da pochi potenti, dove la giustizia sociale e la tutela dei più deboli non esistono. L'assenza di regolamentazioni adeguate favorisce il caos economico e l'ingiustizia sociale, minando la coesione e la stabilità della società.
L'abbandono dei citati valori tradizionali porta inevitabilmente a una perdita di senso della propria vita. Senza punti di riferimento stabili, gli individui si trovano disorientati e privi di una bussola morale. Questa condizione di smarrimento può portare a una visione distorta della libertà, dove ogni mezzo, per quanto violento o caotico, è giustificato per raggiungere scopi personali, aziendali o politici.
La giustificazione del caos e della violenza come mezzi legittimi è sempre più preoccupante. L'istigazione alla violenza, tra l'altro, spesso è supportata da tv, giornali e social. Essa non solo mette in pericolo la stabilità e la sicurezza delle società, ma erode anche la fiducia reciproca e la capacità di cooperare per il bene comune. Quando la libertà dalla coscienza prevale sulla libertà di coscienza, il risultato è una società frammentata e polarizzata, dove il dialogo e il rispetto reciproco diventano impossibili.
Qualsiasi libertà deve essere accompagnata da un senso di responsabilità morale che prevenga l'adozione di mezzi distruttivi e violenti. Se questo equilibrio non viene mantenuto, allora Charles Darwin si era sbagliato: se mai siamo passati dalla scimmia all'uomo, oggi stiamo regredendo dall'uomo al verme. La vera evoluzione richiede non solo progresso tecnologico e coesione sociale, ma anche un avanzamento etico che garantisca il rispetto della dignità umana e del bene comune.
Non c'è speranza per coloro che soffrono se non lungo il sentiero stretto e arduo della non-violenza. Questo è il cammino degli eroi.
(18 maggio 2024)
La comodità della verità ufficiale: rifugio o trappola?

Il bisogno di "verità ufficiale" è un concetto che risuona profondamente nella società contemporanea, dove la complessità del mondo, per essere minimamente gestibile dalle persone con doti intellettive ordinarie, richiede spesso risposte semplificate, rapide e chiare.
Una verità è "ufficiale" se accettata e promossa dalle istituzioni, delegando ad autorità riconosciute il compito di determinare ciò che è vero e ciò che è falso. Tale delega risparmia le persone comuni dall'onere della ricerca autonoma, ad esempio affidando agli storici il compito di interpretare il passato, ai medici la comprensione della salute e della malattia, o ai giornalisti l'analisi degli eventi. Queste deleghe sono patti sociali impliciti, tramite i quali la verità ufficiale diventa un rifugio sicuro, un punto di riferimento che semplifica la vita quotidiana.
Un innegabile vantaggio della verità ufficiale è quello di eliminare la necessità per ciascun individuo di consultare autonomamente molteplici risorse multilinguistiche come siti web, libri, articoli scientifici, enciclopedie, documentari, archivi storici, video e altre risorse multimediali. In un'epoca in cui l'informazione è sovrabbondante e spesso contraddittoria, avere un'autorità riconosciuta che fornisca risposte precise è estremamente rassicurante. Questo riduce il disorientamento e l'insicurezza che possono derivare dalla molteplicità di opinioni. La verità ufficiale agisce quindi come un faro che guida le decisioni e i pensieri delle folle, rendendo più facile navigare nella complessità senza naufragare.
Un'altra comodità della verità ufficiale è la possibilità di sostituire la propria coscienza con quella del gruppo maggioritario. Questo fenomeno psicologico e sociale si basa sull'idea che la maggioranza, per definizione, "ha ragione". Aderire alla verità ufficiale significa allinearsi con la percezione comune e condivisa, riducendo il rischio di conflitti interni ed esterni. La pressione sociale e il desiderio di conformità giocano un ruolo cruciale in questo processo, poiché la dissonanza cognitiva, cioè il disagio derivato dall'avere contemporaneamente due o più credenze contraddittorie, viene mitigata dall'accettazione di una visione collettiva della realtà. In poche parole, sentirsi "normali" è più rassicurante rispetto al sentirsi "strani", emarginati, bullizzati o socialmente esclusi rispetto al gruppo maggioritario.
Sostenere la verità ufficiale conferisce anche un senso di appartenenza e legittimità. Coloro che aderiscono alla versione ufficiale della verità si sentono dalla "parte giusta", avvalorati dall'autorità delle istituzioni e dalla massa della popolazione che condivide la stessa visione. Questo senso di appartenenza è fondamentale per la costruzione dell'identità personale e collettiva, poiché fornisce un quadro di riferimento stabile e condiviso che rafforza la coesione sociale.
Accettare la verità ufficiale significa anche semplificare il processo di ricerca delle risposte alle proprie domande. Un conto è cercarsi da soli la verità, un altro è fare affidamento su un'unica risposta, oggi sempre più spesso offerta istantaneamente dall'intelligenza artificiale. Questo approccio riduce il tempo e lo sforzo necessari per ottenere informazioni: vere o false che siano, l'importante è che provengano da una fonte "affidabile", nel senso di allineata rispetto all'ideologia dominante.
Tuttavia, proprio per i motivi sopra menzionati, la verità ufficiale è anche una trappola, perché il suo valore di verità non è legato ad una corrispondenza con la realtà, ma con l'utilità e il bisogno contingente dei cosidetti "padroni universali". Con questa espressione, intendiamo una élite di potere globale che controlla in modo occulto e predominante le risorse economiche, politiche e mediatiche del mondo. Questi "padroni universali" sono responsabili di manipolare gli eventi globali a proprio vantaggio, influenzando le decisioni politiche ed economiche a livello internazionale per mantenere il loro potere e la loro ricchezza. Sono loro a stabilire le linee guida ufficiali su cosa è vero e cosa è falso, cosa giusto e cosa sbagliato.
Chi si aggrappa alla verità ufficiale tende a difenderla ostinatamente, anche quando le stesse autorità forniscono prove che la smentiscono. Questo atteggiamento dimostra una forma di pensiero che accetta contraddizioni e cambiamenti di verità a seconda dell'utilità del momento, negando la coerenza logica e favorendo la manipolazione. In altre parole, la verità ufficiale mantiene un'apparenza di legittimità anche quando palesemente incoerente. È un meccanismo che sostiene la narrazione dominante, impedendo una riflessione critica e garantendo il controllo sociale attraverso una distorsione sistematica della realtà.
La forza della verità ufficiale, quindi, risiede nella sua capacità di creare un consenso diffuso e di stabilire un ordine percepito come legittimo. Questo rende difficile, se non impossibile, mettere in discussione le sue fondamenta senza affrontare un'enorme resistenza sociale e istituzionale.
Ricapitolando, la comodità della verità ufficiale deriva dalla sua capacità di offrire una semplificazione, seppur falsata, della complessità del reale, tramite risposte rapide e univoche, e creando un senso di appartenenza e legittimità. Tuttavia, questa comodità ha un costo, poiché può perpetuare falsità, ostacolare il progresso della conoscenza, e portare a condotte autolesive in quanto basate su informazioni fuorvianti.
Essere consapevoli di questi aspetti è fondamentale per navigare criticamente nel mondo dell'informazione e per mantenere un equilibrio tra una fiducia critica e ponderata nelle istituzioni e una ricerca autonoma e mai fanatica della verità. Aver chiari questi meccanismi psicologici e sociali ci aiuta anche ad essere empatici e gentili verso coloro che credono alle menzogne del potere, perché il costo psicologico nel riconoscere di essere stati facilmente ingannati e manipolati, che soggettivamente può essere percepita come un'ammissione di stupidità (anche se tale non è), per la maggioranza delle persone è troppo alto. Ognuno ha i suoi tempi e i suoi modi per prendere consapevolezza e non può esserci critica verso la verità ufficiale se prima non c'è stata esperienza di certi inganni.
(16 maggio 2024)
Vox Populi Vox Mali

Il celebre adagio latino "vox populi vox dei" lodava un tempo l'opinione della moltitudine come riflesso della volontà divina, ma tale nozione appare oggi desueta e ingannevole. Viviamo in un'era dove la manipolazione di massa è diventata una pratica quotidiana, rendendo l'idea che la voce del popolo equivalga a una verità incontrovertibile non solo errata, ma pericolosamente illusoria. Sarebbe più appropriato affermare "vox populi vox mali", ovvero "la voce del popolo è la voce del male", per descrivere come le masse siano spesso manovrate da forze oscure e interessi nascosti.
I media di massa, da quelli televisivi ai social network, si rivelano strumenti potentissimi nelle mani di chi esercita il potere. Con una costante e raffinata strategia di manipolazione, tali mezzi riescono a impiantare idee prive di fondamento concreto, sovente distorcendo la realtà e modellando un immaginario collettivo alterato. Le emozioni sono sfruttate senza scrupoli per influenzare il giudizio popolare, compromettendo il senso critico degli individui e indirizzando le loro azioni secondo i desideri di una ristretta élite.
Un esempio emblematico di tale manipolazione è l'uso dell'intelligenza artificiale generativa. Questa tecnologia, lungi dall'essere un mezzo neutrale, è costruita per supportare le manipolazioni del potere occulto sulle folle. Gli algoritmi che gestiscono i contenuti che vediamo online sono progettati per amplificare determinati messaggi e sopprimerne altri, indirizzando così l'opinione pubblica in modo subdolo e mirato.
La democrazia rappresentativa, un tempo considerata il baluardo della libertà e dell'autodeterminazione, si rivela essere una facciata dietro la quale si nasconde la più subdola delle tirannie. Un popolo manipolato non è un popolo rappresentato, ma un popolo dominato e violentato. Gli eletti non rispondono ai bisogni autentici dei cittadini, ma ai dettami di chi controlla i flussi informativi e finanziari. Le decisioni politiche sono spesso prese a beneficio di pochi, mentre le masse vengono illuse con promesse vuote e azioni più utili ad aggravare le sofferenze del popolo che ad alleviarle.
Anche le soluzioni proposte dai potenti ai problemi del popolo sono spesso un inganno. Questi problemi, infatti, sono creati ad arte da chi detiene il potere per poi presentarsi come il salvatore che ne offre la soluzione. In questo modo, si perpetua un ciclo di crisi e "salvataggi" che mantiene le masse in uno stato di perenne dipendenza, suggestione ipnotica e sottomissione.
Mentre la dittatura si manifesta attraverso l'uso aperto della violenza, la democrazia del XXI sec. è una forma di tirannide basata su metodi assai sofisticati e subdoli, come manipolazione, menzogne, inganni, tradimenti e ricatti incrociati. Volendo fare un paragone un po' ardito, mentre il dittatore si mostra per quello che è e, per lo meno da questo punto di vista, è mentalmente sano, la democrazia è invece una signora psichiatricamente disturbata, molto narcisista, schizofrenica, moralmente depravata e cognitivamente psicopatica. A sostegno di questa diagnosi clinica, vale la pena di sottolineare che negli stati democratici la guerra economica del più forte sul più debole è una costante, e la violenza con manganelli, ossa rotte, TSO, arresti indiscriminati e morti viene riservata solo a quei momenti in cui le proteste osano mettere in discussione i piani dei dominanti. In poche parole, nella democrazie contemporanee vale la legge del più forte e il diritto di chi sa imporsi passando sugli altri con la stessa gentilezza di un carro armato. Israele docet, ma non è l'unico, anzi.
La manipolazione di massa è quindi l'arma principale di chi governa sotto la maschera della democrazia, e quando la manipolazione viene smascherata si passa direttamente alla violenza bruta. Le menti vengono modellate, le coscienze addomesticate e le volontà piegate a un disegno che è tutto fuorché democratico. La vera libertà, la vera democrazia, esigono consapevolezza e resistenza contro questi meccanismi oppressivi.
È urgente una presa di coscienza collettiva. La consapevolezza delle dinamiche di manipolazione è il primo passo per emanciparsi dal giogo del potere occulto. Solo smascherando le menzogne e riconoscendo i veri meccanismi di controllo possiamo aspirare a una società veramente libera e giusta, dove la voce del popolo sia finalmente la voce della verità e non dell'inganno.
(15 maggio 2024)
Impatti Ambientali e Socioeconomici del 5G: una discussione con Corrado Malanga

Il video in calce è stato trasmesso in diretta da Cascina il 10 maggio 2024 alle ore 15:35.
Il prof. Corrado Malanga, insieme ai proprietari di una mieleria vicina al sito di installazione di una nuova antenna 5G, esplora le implicazioni di questa tecnologia sull'economia locale, sulla salute pubblica, e sull'ambiente. I temi trattati sono particolarmente critici e meritano una seria presa di consapevolezza:
1. Impatto sulla Biodiversità Locale
Le api, essenziali per l'impollinazione e la biodiversità, sono gravemente minacciate dalle frequenze emesse dalle antenne 5G. La discussione verte su come la loro scomparsa potrebbe ledere l'intero ecosistema, compromettendo la produzione agricola e la biodiversità.
2. Salute Umana e Rischi
Vengono citati studi scientifici che mostrano potenziali rischi per la salute umana causati dall'esposizione prolungata alle radiazioni del 5G, tra cui alterazioni a livello microbiotico e possibili effetti sul sistema immunitario e neurologico.
3. Aspetti Economici e Sociali
Gli imprenditori locali espongono le loro preoccupazioni per la minaccia del 5G alla loro attività economica e alla qualità della vita, dato il potenziale impatto negativo su agricoltura e apicoltura.
4. Conflitti e Gestione Comunale
Il dibattito tocca anche la questione della responsabilità delle amministrazioni locali e del loro ruolo nell'autorizzare installazioni potenzialmente dannose senza un'adeguata consultazione pubblica.
L'installazione delle antenne 5G non rappresenta solo una minaccia isolata per una piccola impresa locale, ma un potenziale disastro ambientale e sanitario a più ampio raggio. La morte delle api a seguito del 5G è solo un sintomo di una problematica ben più grande che riguarda l'intera catena ecologica e la salute pubblica.
Questo video serve a sensibilizzare non solo sulla specifica problematica del 5G, ma su come le decisioni tecnologiche e industriali vengano spesso prese ignorando le conseguenze a lungo termine sul benessere comune e l'ambiente. L'appello finale è per una maggiore consapevolezza e azione collettiva per proteggere il nostro futuro comune.
fonte del video: https://www.facebook.com/9MQWEBTV/videos/7323383484437587
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