Le idee più seducenti in guerra sono quelle che promettono una via breve alla "pace". Seducono perché sembrano pulite, razionali, decisive, basate su quel "se... allora..." di cui già abbiamo discusso. Ma spesso sono menzogne ben confezionate.
Prendiamo quell'eventualità che potrebbe sembrare un linguaggio provocatorio, ma che in realtà, nelle intenzioni di Sergej Karaganov, politologo capo del "Consiglio di politica estera e della difesa", è un vero "piano di pace" tramite colpi nucleari mirati (?). Si tratterebbe "soltanto" (?!!) di far esplodere qualche ordigno atomico che possa "far rinsavire" l'Occidente e chiudere il conflitto. Karaganov ha messo nero su bianco questa sua proposta il 13 giugno 2023 (fonte in lingua russa), invitando la Russia ad abbassare la soglia d'uso del nucleare e a salire rapidamente, ma con prudenza, la scala dell'escalation. Secondo lui, se l'Occidente non arretra... «[...] Allora dovremo colpire un gruppo di obiettivi in diversi paesi per far tornare in sé i pazzi. Questa è una scelta moralmente terrificante: stiamo usando l'arma di Dio, condannandoci a gravi perdite spirituali. Ma se non lo faremo, non solo la Russia potrebbe perire, ma molto probabilmente l'intera civiltà umana giungerà al termine. [...]»
La proposta a cui mi sto riferendo ha un titolo agghiacciante: "Una decisione difficile ma necessaria. L'uso di armi nucleari può salvare l'umanità da una catastrofe globale". Facciamo molta attenzione al linguaggio. Sta dicendo al popolo russo, e ovviamente anche al Cremlino, che le armi nucleari non sono la catastrofe, ma la soluzione per evitare la catastrofe. In questo modo, lui ridefinisce un termine emotivamente carico ("armi nucleari") con una cornice valoriale positiva ("salvare l'umanità"), invertendone l'emozione associata. E' un paradosso, cioè un'affermazione contraria alla verosimiglianza, che sfiora l'ossimoro in senso ampio. E' una grande manipolazione basata su un'implicita falsa dicotomia: o si usano le armi nucleari, o segue la catastrofe. Sul piano logico e retorico, ha creato una fallacia, cioè un ragionamento costruito appositamente per ingannare, che presenta solo due vie possibili, escludendo alternative. Purtroppo, questo uso del linguaggio è solitamente molto persuasivo.
Stiamo attenti, perché anche se Karaganov è poco o per niente conosciuto in Italia, è comunque una voce influente e molto visibile nel dibattito russo. Giusto per essere in tema, proprio ieri Vladimir Putin, in qualità di Comandante Supremo delle Forze Armate della Federazione Russa, ha ordinato – a sorpresa – il lancio di alcuni missili nucleari intercontinentali, attivando una procedura di emergenza pensata in caso di conflitto nucleare. E' stata una dimostrazione di forza a tutto il mondo, una sorta di ultimatum (fonte).
Comunque, quanto a dimostrazioni ed esercitazioni militari e nucleari, la NATO non resta indietro in questa gara a chi è più pericoloso per sé e per gli altri. Steadfast Noon 2025 è l’esercitazione annuale di deterrenza nucleare della NATO ospitata dai Paesi Bassi (fonte): si svolge dal 13 al 24 ottobre 2025 coinvolgendo anche Belgio, Regno Unito e Danimarca.
La seduzione dell'uso "ben strutturato" del nucleare
Perché le tesi di "soluzione definitiva" piacciono? Perché promettono controllo: noi scegliamo il gradino, noi calibriamo il danno, noi costringiamo l'altro a fermarsi. Ma è un'illusione di onnipotenza, o al massimo di preveggenza. Lo stesso Karaganov ammette di contare sulla riluttanza americana a difendere gli europei (ovvero di essere sicuro che gli USA non applicheranno l'art. 5 del Trattato NATO). A tal proposito, queste sono le sue parole nella stessa proposta già citata:
«[...] Ho detto e scritto molte volte che, se una strategia di deterrenza, e persino il suo utilizzo, è adeguatamente strutturata, il rischio di un attacco nucleare di ritorsione, o di qualsiasi altro attacco, sul nostro territorio può essere ridotto al minimo. Solo se la Casa Bianca fosse pazza, soprattutto se odiasse il suo Paese, l'America oserebbe colpire in "difesa" degli europei, subendo un attacco di ritorsione, sacrificando, ad esempio, Boston per Poznań. Sia gli Stati Uniti che l'Europa ne sono ben consapevoli, ma preferiscono semplicemente non pensarci. E anche noi abbiamo contribuito a questa sconsideratezza con le nostre dichiarazioni pacifiche. [...]»
Ancora una volta, facciamo molta attenzione all'uso del linguaggio: le "dichiarazioni pacifiche" sono definite "sconsiderate", nel senso di controproducenti. Qui valgono le stesse considerazioni sull'uso fallace e persuasivo del linguaggio fatte precedentemente.
Comunque, queste argomentazioni di Karaganov, più che portare ad una pace rapida, potrebbero portare ad una "pace tombale". Secondo me, scommettere sull'assennatezza della Casa Bianca che storicamente non c'è mai stata – e sulla non ritorsione per le proprie condotte – è come lanciare una moneta in aria sperando che non esca né testa né croce...
Io direi invece una cosa ben diversa: attualmente sia gli USA che la Russia stanno guadagnando economicamente da questa guerra, e quindi non hanno interesse a smettere. Con questo mi sto distanziando sia dalla narrativa main stream (secondo cui la guerra è causata unicamente dalla Russia), sia dalla narrativa della controinformazione (secondo cui la guerra è causata unicamente dalla NATO, in particolare da USA e Gran Bretagna). Lo dico in un modo più diretto: NATO e Russia hanno entrambe voglia di far la guerra, e la stanno facendo.
In un altro articolo del 3 ottobre 2025, intitolato «Karaganov a Limes: “La guerra in Ucraina è solo una parte di una sfida più ampia tra Russia ed Europa» (fonte), c'è scritto: «[...] La guerra consuma risorse vitali e va conclusa presto. Ma Karaganov sottolinea anche i benefici: la Russia sarebbe "rinata" dal punto di vista economico, tecnologico e patriottico. [...]». Questo è tremendamente vero a prescindere dalle ragioni del conflitto (liberazione della gente del Donbass perseguitata dal 2014, denazificazione dell'Ucraina, ripristinare la libertà di parlare la lingua russa, fermare l'espansione della NATO, ecc.), e chi come me sta seguendo quello che accade non può che constatare i vantaggi che la Russia sta ottenendo grazie alla guerra.
Gli USA, d'altra parte, stanno inondando di soldi il loro apparato industriale bellico. L'Ucraina è una grande mangiatoia, basata sullo corruzione personale e sistemica, dove tanti ladri e assassini si sono arricchiti e continuano ad arricchirsi. Gli unici a rimetterci, e che alla fine ne usciranno annientati, saremo noi europei. Lo stesso Karaganov usa parole durissime contro l'Europa, che considera la principale minaccia alla pace mondiale. Nello stesso articolo appena citato, c'è scritto: «Karaganov [...] ricorda inoltre che l’Italia, per la sua posizione geografica, sarebbe bersaglio immediato in caso di guerra allargata».
Questa è un'immagine satirica che creai il 2 aprile 2022 (fonte), quando ancora si poteva scherzare, che riassume quello che stava succedendo allora. Se non è chiaro il senso, non so come meglio esplicitarlo:
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Oggi però, dopo tre anni, le cose sono molto peggiorate, perché la Russia è stata e continua ad essere aggredita militarmente sul proprio territorio in maniera pesante e grave. Una vignetta come questa non fa più ridere, perché siamo ad un passo dall'avere una guerra totale in casa nostra. Anche la condizione dei cittadini ucraini è cambiata radicalmente in peggio, sia per la mobilitazione forzata, sia per il fatto che i bombardamenti russi hanno lasciato quasi tutta l'Ucraina senza elettricità, senza acqua e senza gas.
Sappiamo cosa comporta l'uso di armi nucleari?
Simulazioni pubblicate su Nature Food (fonte) mostrano che: «I carichi di fuliggine atmosferica derivanti dalla detonazione di armi nucleari causerebbero perturbazioni al clima terrestre, limitando la produzione alimentare terrestre e acquatica. [...] Quantificando gli impatti lontano dalle aree target, dimostriamo che le iniezioni di fuliggine superiori a 5 Tg porterebbero a massicce carenze alimentari e che la produzione di bestiame e di alimenti acquatici non sarebbe in grado di compensare la riduzione della produzione agricola in quasi tutti i paesi. Misure di adattamento come la riduzione degli sprechi alimentari avrebbero un impatto limitato sull'aumento delle calorie disponibili. Stimiamo che oltre 2 miliardi di persone potrebbero morire a causa di una guerra nucleare tra India e Pakistan e oltre 5 miliardi potrebbero morire a causa di una guerra tra Stati Uniti e Russia, sottolineando l'importanza della cooperazione globale nella prevenzione della guerra nucleare. [...]».
Attenzione all'ordine di grandezza, lo ripeto: miliardi di morti, non milioni.
Al di là quindi dei morti immediati e della nube radioattiva, l'uso di armi nucleari porta destabilizzazione climatica, agricola e sociale con fame di massa. E questa sarebbe la pace?!
Inoltre: «Mentre quantità di fuliggine iniettate nella stratosfera derivanti dall'uso di un minor numero di armi nucleari avrebbero un impatto globale minore, una volta iniziata una guerra nucleare, potrebbe essere molto difficile limitarne l'escalation».
E ancora: «[...] i nostri risultati sono rilevanti a livello globale, indipendentemente dalle nazioni in guerra».
L'altra metà della seduzione: "Entro il 2030 saremo pronti"
Dall'altra parte della barricata, in Europa, la retorica si specchia: non "colpiremo per primi", ma "dobbiamo essere pronti". Negli ultimi due anni diversi leader e capi militari hanno collocato l'orizzonte del rischio fra il 2027 e il 2030: il capo di Stato Maggiore britannico ha parlato di "generazione prebellica" e di prepararsi a combattere; il nuovo Segretario generale della NATO ha avvertito che la Russia potrebbe diventare una minaccia diretta entro cinque anni; e i Ventisette hanno discusso di capacità difensive europee "a prova di Russia" entro il 2030. Preparazione, deterrenza, resilienza: parole ambigue e fuorvianti che – continuamente ripetute – stanno cambiando il clima culturale e normalizzando l'idea della guerra "nel calendario".
Comunque non è prudenza armata, ma desiderio di guerra, che fa comodo solo agli estremisti di entrambe le parti. L'Europa sta preparando un grave piano di riarmo per aggredire e invadere la Russia, non per difendersi. Gli Stati Uniti hanno cambiato il Ministero della Difesa in Ministero della Guerra.
Questa spirale porta alla "pace tombale"
Mettiamo insieme i due racconti seducenti – "colpiamo con bombe atomiche, in modo adeguatamente strutturato, e rinsaviranno" (estremismo russo) e "prepariamoci perché entro il 2030 dobbiamo fare una grande guerra continentale" (estremismo europeo) – ed ecco la trappola: una profezia che si autoavvera. In tutto questo, la posizione attuale degli USA, che hanno avuto un ruolo determinante nell'innescare la guerra, è opportunistica: "Fate tutta la guerra che volete, siete liberi di suicidarvi in massa, l'importante è che compriate energia ed armi solo da noi".
Ci stiamo scavando la tomba.
Stiamo costruendo un sistema bellico molto rigido e sensibile agli errori di valutazione: un drone oltre confine, un blackout attribuito all'altro, un attacco informatico ambiguo, e la scala dell'escalation si percorre in fretta e al buio. E' un programma politico di terrorismo, non di stabilità.
Anche senza scambio nucleare intercontinentale, la perturbazione della luce solare e delle catene agroalimentari conseguente a molte detonazioni concentrate su aree urbane ucciderebbe ben oltre le vittime dirette. A ciò va sommata la nube radioattiva. Questa sarebbe pace tombale, altro che "rinsavimento"...
Felici di morire? Il precedente del 10 giugno 1940
Il 10 giugno 1940 una folla immensa acclamò Mussolini affacciato a Palazzo Venezia mentre annunciava l'entrata in guerra. Il video dell'Istituto Luce e le cronache radio restituiscono un'ondata di entusiasmo che oggi ci sembra incomprensibile. Eppure sappiamo com'è finita quella promessa di gloria. La seduzione funzionò perché offriva senso, unità, semplicità. Proprio come oggi. Riguardiamoci quei momenti:
Dichiarazione di guerra 10 giugno 1940
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Uscire dall'incantesimo
L'alternativa c'è e non è arrendevolezza, casomai è quella di rimettere la nostra Anima dove dovrebbe stare, cioè nel nostro corpo, piuttosto che venderla a quei pazzi che ci considerano pedine sacrificabili nei loro giochi di dominio sul mondo. Stiamo anche attenti alla seduzione dell'Intelligenza Artificiale, che è innanzitutto al servizio della guerra. Dobbiamo togliere ossigeno alla narrativa dell'inevitabile. Serve un linguaggio pubblico che non calendarizzi la guerra ("entro il 2030") e non banalizzi l'atomica come "strumento di rinsavimento" dell'avversario.
Karaganov e gli europei più fanatici condividono, senza ammetterlo, lo stesso fascino per un'idea seducente, ovvero che la violenza, se ben dosata, produca ordine, giustizia, benessere, pace. In ciò la seduzione si fa tremenda menzogna. La guerra, grande o "limitata", non educa i pazzi: li moltiplica. E la pace che promette non è una casa più solida, è una lastra di marmo. E' una pace tombale.
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(23 ottobre 2025)