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Politica ed economia

Raccolta firme online e nei gazebo per indire referendum contro invio armi in Ucraina

Referendum contro l'invio di armi in UcrainaLa raccolta firme per indire i referendum contro l'invio di armi sta per concludersi.

Info: https://generazionifuture.org/il-significato-del-referendum-contro-la-guerra-e-a-favore-della-sanita-pubblica/i-quesiti/

Dobbiamo arrivare a 500.000 firme.
Abbiamo bisogno anche di te.
Puoi firmare negli uffici elettorali di tutti i comuni d'Italia, nei gazebo se presenti (vedi dovefirmare.it), oppure online (il voto online, però, è l'unico non gratuito).

NO CETA: prossime mobilitazioni di piazza

STOP CETA - 5 luglio 2017, Montecitorio, Roma

Ultimi aggiornamenti: https://stop-ttip-italia.net/

Aggiornamento 27 giugno 2017: Pd e MDP (di nuovo assente) votano sì al CETA con Forza Italia… e contro l’Italia

Aggiornamento 22 giugno 2017: Salta il voto di ratifica del CETA. Il voto in commissione Affari esteri del Senato spostato a martedì 27 giugno 2017. Stop TTIP Italia, insieme alle associazioni agricole, ambientaliste e sindacali, rilancia la mobilitazione di piazza per bloccare l’accordo. Appuntamento martedì 27 giugno 2017 alle 10 al Pantheon: ci sarà un presidio fisso organizzato insieme a Coldiretti, CGIL, Slowfood, Arci e altre realtà. Mercoledì 5 luglio 2017 invece ci sarà un nuovo presidio-manifestazione proprio sotto il Parlamento, in piazza Montecitorio, dalle 10:00.
Sito di riferimento: https://stop-ttip-italia.net/

Sullo stesso argomento:

L'articolo che segue è a firma di Elena Mazzoni e pubblicato il 23 giugno 2017 all'indirizzo:
http://www.listatsipras.eu/2017/06/23/mobilitiamoci-contro-il-ceta/

NO CETA - Manifestazione contro la ratifica

Mobilitiamoci contro il CETA

L’imponente mobilitazione organizzata dalla Campagna StopTTIP-StopCETA Italia, le migliaia di lettere, tweet e dossier inviati ai senatori e al Presidente stesso dai cittadini, sono riuscite nell’impresa titanica di far slittare il voto della Commissione Affari Esteri a martedì 27 e quello in plenaria a mercoledì 28.

Il successo maggiore però non consiste nello slittamento del voto ma nell’aver costretto il presidente della Commissione, Pier Ferdinando Casini, a tenere audizioni e ad aprire una discussione, pur se di due soli giorni, su un tema tanto delicato ed altrettanto taciuto.

Un vero e proprio esempio di politica dal basso che ha infiammato gli animi e spinto Coldiretti, Cgil, Greenpeace, Slowfood e tutte le organizzazioni che sostengono la Campagna italiana, ad organizzare due momenti di intensa partecipazione in piazza a Roma, martedì 27 al Pantheon alle 10:00 e mercoledì 5 luglio, sempre alle 10:00, proprio in piazza Montecitorio

https://stop-ttip-italia.net/2017/06/22/ceta-ratifica-piazza-333/.

Qualcuno potrebbe chiedersi cosa non ci piaccia del CETA con il simpatico Canada del bel premier Trudaeu.

I motivi sono tanti e potete trovarli riassunti nel libro bianco sottoscritto con Coldiretti, Cgil, Greenpeace, Arci, Acli, Legambiente Fairwatch e tre associazioni di consumatori e nei due dossier tecnici  che la campagna italiana ha presentato in audizione in Senato.

Trudaeu non è il fascinoso vessillo dell’ambiente da sventolare per scacciare lo spauracchio arancione di Trump perchè, con le politiche attuali, il paese nord americano non manterrà i propri impegni nel controllo delle emissioni, elargendo 3,3 miliardi di dollari l’anno di sussidi pubblici ai combustibili fossili, tra cui l’inquinante petrolio da sabbie bituminose   http://climateactiontracker.org/countries/canada.html.

Una recente ispezione effettuata nelle zone di estrazione mineraria canadesi dall’OHCHR dell’ONU ha riscontrato delle violazioni dei diritti umani ed esortato le autorità canadesi a “integrare i diritti delle popolazioni indigene nelle loro politiche e nelle pratiche che disciplinano lo sfruttamento delle risorse naturali”. La delegazione ha inoltre sottolineato “la necessità per il governo di rafforzare l’accesso agli strumenti legali di ricorso per le vittime di abusi di diritto”.

Lo stesso Trudeau ha supportato incondizionatamente la costruzione dell’oleodotto Keystone XL, un progetto da 8 miliardi di dollari per portare quel petrolio negli Stati Uniti.

Non proprio in linea con la narrazione mainstream del paese dello sciroppo d’acero.

Le risposte sono quindi molteplici ed anche molto tecniche ma la prima che viene in mente a me ogni volta in cui qualcuno mi chiede perchè io mi opponga al CETA, quella data con la pancia e non con lo studio dei testi, è che chiunque abbia un’idea del commercio sostenibile, equo, rispettoso dei diritti dei lavoratori, dell’ambiente, dei diritti umani, dei beni comuni, deve dire NO al CETA,

Un NO potente.

Un NO di gente stanca di un mondo che abbatte le barriere per merci e capitali ed alza, inesorabilmente, invalicabilmente, quelle per la libera circolazione delle persone.

Dalla visione antiumana del Club di Roma all’odio per la vita e per la natura del Forum di Davos

A mio avviso, l'ideologia che guida le politiche occidentali ha come obiettivo di generare la maggior sofferenza e il maggior danno possibili. Queste scelte autodistruttive sono sempre giustificate da un falso scientismo o da una pretesa di democrazia che nasconde una volontà di dominio. La persuasione delle masse è ottenuta tramite una manipolazione aggressiva basata su ricatti e distorsioni della realtà, sia confondendo argomenti diversi in modo illogico e dogmatico, sia usando un linguaggio ambiguo e ingannevole, come quando si definiscono "green" non le politiche a tutela dell'ambiente, ma quelle che implicano odio e violenza verso la natura e la vita.

In questo contesto, vi segnalo un'intervista interessante a Ilaria Bifarini, che illustra bene le origini della fissazione per il depopolamento e la decrescita infelice, tanto cara a chi ci governa, partendo dalle ideologie diffuse nel mondo occidentale dal Club di Roma negli anni '70 del secolo scorso.

fonte del video:
https://visionetv.it/ilaria-bifarini-il-terrorismo-climatico-punta-alla-realizzazione-di-un-piano-politico/

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Un messaggio all’area del dissenso

Cosa è successo?
Dal 2020 in poi, abbiamo avuto un’esplosione di politiche totalitarie nel mondo occidentale, tutte accomunate dal voler sostituire i diritti naturali con premi e punizioni, o con permessi concessi temporaneamente sulla base dell’osservanza di certi comportamenti.
Parallelamente, l’impostazione filosofica del neoliberismo, basata sulla guerra dell’uomo contro l’uomo per primeggiare, si è accompagnata all’imposizione di un pensiero unico intriso di fondamentalismo scientista, con la complicità della quasi totalità del sistema giornalistico, scolastico, accademico, e sanitario.

L’area del dissenso
La grave involuzione dei sistemi occidentali cosiddetti “democratici” in cachistocrazie basate sui crediti sociali, ovvero la sostituzione dello stato di diritto con sistemi a punti in base ai comportamenti, ha generato un eterogeneo fronte del dissenso, che nei tre anni di psico-info-pandemia è stato completamente fallimentare. Abbiamo visto in Italia la definitiva sconfitta delle istanze dei cosiddetti “non allineati” con le elezioni del 25 settembre 2022, in cui nessun partito anti-sistema ha superato la soglia di sbarramento. Le numerose proteste con valore simbolico importante, come quelle dei portuali di Trieste o il Freedom Convoy canadese, non solo non hanno avuto alcuna efficacia, ma sono state affrontate con preoccupanti metodi repressivi che hanno suscitato sgomento in tutto il mondo.

Quali sono le tre principali urgenze?
1. Imparare dagli errori.
2. Imparare dagli errori.
3. Imparare dagli errori.

L'autocritica è fondamentale per il nostro progresso. In un momento in cui l'Italia si trova coinvolta in una guerra che non la riguarda, in cui a livello europeo si dibatte sul green-pass globale, e in cui i sostenitori dell'Agenda 2030 del WEF progettano di imporci le loro visioni, noi, come area del dissenso, quale ruolo stiamo svolgendo? Quale contributo stiamo dando alle iniziative comuni più urgenti? Non mi riferisco solo ai referendum su sanità e invio armi. Siamo già a un punto in cui basta condividere un link “sgradito” su Whatsapp e altri social o sistemi di messaggistica per rischiare di perdere l'account, figuriamoci cosa potrebbe succedere dal 25 agosto 2023, quando entrerà in vigore il Digital Services Act, che imporrà a tutta Europa una serie di obblighi per i fornitori di servizi digitali. Tra questi, ci sarà anche quello di segnalare tempestivamente alle autorità se “sarà probabilmente commesso un reato”. A me questo ricorda lo “psicoreato” di George Orwell.

Qual è il principale errore da non ripetere?
È importante che ci concentriamo sulle nostre comuni priorità, senza lasciarci distrarre da questioni marginali, irrilevanti o facilmente smontabili. Non dovremmo cercare di imporre la nostra visione delle cose, ma focalizzarci sul fatto che la libertà di pensiero e di scelta è un valore politico fondamentale da difendere ad ogni costo.
È altrettanto importante che ci rispettiamo reciprocamente, senza cadere in atteggiamenti personalistici o egoistici. Siamo consapevoli che il contesto sociale e culturale in cui viviamo ci spinge a competere, cioè a fare la guerra confrontandoci in modo aggressivo, ma noi possiamo scegliere di relazionarci in modo diverso, più collaborativo e solidale.

Come facciamo a vincere?
La vittoria non si misura con l’annientamento dei nemici. Se così fosse, giusto per fare un esempio, l’attuale conflitto Nato-Russia, combattuto principalmente sul territorio ucraino, potrebbe risolversi soltanto con il genocidio di una delle due parti o di entrambe. Ma questa non sarebbe vittoria, ovviamente.
Voler prevalere sugli altri non è mai vittoria. Questa è una logica distruttiva che porta solo a tragedie.
L’unica possibile vittoria sta nell’equilibrio e nel sentirsi parte di qualcosa di più grande. Ciò vale in qualsiasi circostanza. Proviamo a ripartire da questo principio.
Inoltre, ricordiamoci che il “nemico” mette sempre fratello contro fratello, sorella contro sorella, cittadino contro cittadino, marito contro moglie, civile contro carabiniere, figli contro genitori, e così via, spaccando ogni volta la società in due parti e mostrificando una delle due. E’ un inganno, stiamo attenti.

(7 giugno 2023)

La libertà di pensiero e di scelta come valore politico fondamentale

Nel secolo scorso, lo “sciopero della fame” era una nota pratica di lotta politica non-violenta, resa celebre dalla figura di Gandhi. Una pratica di tutto rispetto e comunque per pochi, con implicazioni morali non banali e potenzialmente molto rischiosa.
Oggi, invece, sembra prevalere lo “sciopero del pensiero” in tutti i livelli della società, spesso adottato - si badi bene - non come forma di protesta, ma come strategia di adattamento, essendo lo spirito acritico di appartenenza al gruppo di maggioranza l'unico accettabile in un mondo basato sull’imposizione di una “verità unica”.

In altre parole, ogni voce critica rispetto all'ordine stabilito è vista come una minaccia e, di conseguenza, comporta l'emarginazione dalla società, realizzata con mille pressioni diverse, a partire dall'esclusione dal mondo del lavoro, dai social e dall'ostilità delle persone più care. La censura e il controllo di ogni singola persona hanno raggiunto livelli sorprendenti che nessuna tirannide del passato ha mai concepito, né voluto.

Un'analisi critica del diritto, almeno nel contesto attuale occidentale, rivela una sua profonda crisi di legittimità. Spesso il diritto è al servizio di chi detiene il potere economico, la cui collusione con le istituzioni legislative, esecutive, giudiziarie e mass-mediatiche si traduce in pressioni e violenze immonde, sostenute anche dalle grandi aziende tecnologiche dei social network e, in generale, dal mondo della cultura e dell’istruzione. Su questi presupposti di falsità e di sopraffazione si ergono le nostre cosiddette “democrazie”, e tutte le ideologie da esse sostenute. Ciò offende sia noi contemporanei sia i nostri padri costituenti.

Molte delle ideologie che caratterizzano l’attuale mondo occidentale si fondano sul “senso di colpa”, che viene trasmesso alle nuove generazioni, facendole sentire colpevoli del solo fatto di esistere. Paradossalmente, di questo passo, si potrebbe arrivare all’assurdo che i giovani si debbano sentire in colpa perché respirando producono CO2, perché desiderano abbracciare i propri nonni, o perché sono nati o maschi o femmine, con l’implicazione che tertium non datur. O ancora peggio perché qualche volta non hanno indossato una mascherina dannosa e inutile, perché magari hanno odiato il confinamento domiciliare forzato (lockdown) o, cosa gravissima, perché qualcuno ha rivendicato la sovranità sul proprio corpo rifiutando il liquido genico sperimentale e talvolta invalidante e mortale, falsamente presentato come vaccino. E’ un teatro del non-senso in cui le persone soffrono e muoiono per l’imposizione di un pensiero unico che non ha alcuna attinenza con la realtà. Come, del resto, non c’è nulla di reale nel sostenere che usare le armi e fare la guerra serva a salvare vite, o che ci siano un aggressore e un aggredito senza tenere conto di quanto accaduto negli ultimi decenni. Gli aggrediti siamo noi da questa esondazione di menzogne.

Ciò premesso, il nostro comportamento non è paragonabile a quello dei nostri aggressori, non tentiamo di imporre le nostre visioni del mondo, e non accettiamo che qualcuno lo faccia con noi. Il delirante Vangelo di Davos non ci interessa. Riconosciamo il valore della diversità di opinioni e di opzioni, anche se sembra sempre più difficile da esprimere e da attuare. La celebre frase «Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo» dovrebbe essere il fondamento del nostro vivere e una sana alternativa alle attuali forme di totalitarismo in cui siamo immersi.

Nonostante le difficoltà, crediamo che ci sia ancora spazio per chi non si rassegna alla decadenza morale di questo mondo in crisi. E' lo spazio di chi non si lascia intimidire e non rinuncia alla propria capacità di pensare e di sentire. E di chi continua a scrivere e a parlare, anche se il mondo a cui apparteniamo sembra avviato verso l'autodistruzione.

Domani sarà il 2 giugno, una data importante per la storia del nostro Paese. In questo giorno, nel 1946, gli italiani votarono per la prima volta a suffragio universale e scelsero di dare vita alla Repubblica Italiana, ponendo fine alla monarchia che aveva appoggiato il regime fascista per oltre vent'anni. La Repubblica, secondo la definizione degli antichi, è la forma di governo in cui i cittadini partecipano al bene comune, alla res publica, cioè alla cosa pubblica. Oggi, purtroppo, assistiamo continuamente a episodi di corruzione, di negligenza nella gestione della res publica, e nell’ingerenza di poteri esterni che minano la credibilità delle nostre istituzioni e il rispetto della nostra Costituzione. Tuttavia, non perdiamo la speranza e la fiducia nel nostro ruolo di cittadini attivi e responsabili. Possiamo contribuire a migliorare la società “essendo noi stessi pace” e “portando pace”, e pronunciando parole non-violente sorrette da verità e da giustizia. Solo così potremo onorare il sacrificio di coloro che hanno lottato per la libertà dell'Italia e celebrare degnamente la Festa della Repubblica.

Domani 2 giugno ci saranno cortei per la pace in tutta Italia e raccolte di firme per i due referendum contro l’invio di armi.

(1 giugno 2023)

A proposito dell'alluvione in Emilia Romagna...

Alluvione Emilia Romagna (maggio 2023)L'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po è l'ente preposto alla gestione del rischio di alluvioni in buona parte del Nord e Centro Italia.

«[...] L'Autorità del Po ha competenza su Liguria, Piemonte, Valle d'Aosta, Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, provincia di Trento, Veneto e Marche. [...] La finanziaria del 2017 aveva assegnato all'Autorità del grande fiume 6,5 milioni all'anno per svolgere il "monitoraggio ambientale per la previsione e la gestione delle piene e delle magre". L'articolo 698 della legge di bilancio del 29 dicembre 2022 ha invece portato questa cifra d'ora in poi a 2,5 milioni. Sono soldi appena sufficienti per le spese di gestione che bloccano tra l'altro le 6 sedi regionali che l'ente pensava di aprire. [...]» (La Repubblica, 27 aprile 2023)

In sintesi, per la prevenzione dei danni e la gestione delle alluvioni in Nord e Centro Italia, l'Italia sta investendo 2,5 milioni di euro all'anno.

Nel frattempo, da più di un anno, a inizio marzo 2022, «[...] la Camera dei Deputati ha approvato a larghissima maggioranza (391 voti favorevoli su 421 presenti, 19 voti contrari) un ordine del giorno collegato al cosiddetto “Decreto Ucraina” proposto dalla Lega Nord e sottoscritto da deputati di Pd, Fi, Iv, M5S e FdI che impegna il Governo ad avviare l’incremento delle spese per la Difesa verso il traguardo del 2% del PIL. Ciò significherebbe, citando le cifre fornite dal Ministro della Difesa Guerini passare dai circa 25 miliardi l’anno attuali (significano 68 milioni al giorno) ad almeno 38 miliardi l’anno (ossia 104 milioni al giorno). Colpisce il balzo in avanti di questa consistenza e colpisce la trasversalità del voto, con un’assenza totale di dibattito. [...]» (Vita, 18 marzo 2022)

Ricapitolando:

  • 2,5 milioni di euro all'anno per la gestione e prevenzione dei danni da siccità e alluvioni in Nord e Centro Italia;
  • 104 milioni di euro al giorno (38 miliardi di euro all'anno) in spese militari per uccidere, ferire gravemente e mutilare, inquinare territori e atmosfera, distruggere città e la vita di un numero imprecisato di persone, oltre a impoverire tutta l'Europa e fomentare un odio fratricida.

La spesa per prevenire la tragedia e la disperazione a cui stiamo assistendo a seguito dell'alluvione in Emilia Romagna è quindi lo 0,006% di quella spesa per andare nella direzione della guerra nucleare o, se non si arriverà a tanto, quantomeno della propria e altrui distruzione. Può darsi che la mia analisi non tenga conto di altre spese, ma anche aggiungendo qualche milione o qualche decina di milioni di in più, la sproporzione rimarrebbe abnorme e comunque non terrebbe conto di tutte le spese per le armi nascoste nelle pieghe dei bilanci o mai dichiarate. Ad es., l'attuale contributo italiano al mantenimento delle basi USA in Italia è top secret.

Per favore, non continuate a urlare che il problema si risolve con i doppi vetri (fonte) o che le armi salvano vite (fonte). Non ne vale la pena. Infatti, non c'è nulla di più nobile che tacere quando non si ha qualcosa di veritiero e sensato da dire.

Ringrazio di cuore tutte quelle persone umili e generose che si prodigano in silenzio per alleviare le sofferenze causate da questi e altri eventi tragici. A tutte le altre, dedico questa poesia:

Alluvione

Piove,
piove,
piove indifferenza,
piove menzogna,
ci allaghiamo di parole vuote,
e tutto muore,
nel blaterio idiota
d'un web senza un perché.

(23 maggio 2023)

Pacificazione sociale?

In questi giorni, Zaia ha invitato alla “pacificazione sociale”, motivandola con una prospettiva che sembra voler mettere da parte quanto accaduto negli anni della dichiarata pandemia e della campagna vaccinale, le cui conseguenze di decessi improvvisi e persone rese disabili forse si protrarranno ancora a lungo.

Ritengo che non sia possibile pretendere che tutti abbiano la stessa visione del mondo, così come non sia possibile aspettarsi che tutti si comportino come automi controllati da una volontà superiore che li spinge ad agire in modo identico. Questo è in contrasto con le leggi della natura, che si basano sulla diversità, con la Costituzione Italiana e con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Se per “pacificazione sociale” si intende quindi l’omologazione al medesimo pensiero e comportamento, allora è semplicemente irrealizzabile.

Se invece per “pacificazione sociale” si intende il riconoscimento di una certa impunità per le azioni compiute dai vari governi e amministrazioni in tutto il mondo, in nome di un presunto bene collettivo che nasconde in realtà il meschino interesse privato di pochi, allora è già così. I rapporti di forza sono spesso a vantaggio dei trasgressori piuttosto che delle persone oneste, come ci ha mostrato recentemente la Corte Costituzionale italiana, la quale, secondo le parole della sua presidente Silvana Sciarra, non segue la Costituzione, ma la “Scienza” (parola eufemistica, e anche un po’ orwelliana, con cui presumo che lei intenda i finanziamenti di BigPharma).

Desideriamo davvero una pacificazione? Allora cerchiamo di evitare le campagne d’odio, le pressioni di Stato e il giornalismo distorto, che creano forti divisioni all’interno delle famiglie, tra i popoli e tra gruppi sociali ideologizzati. Cerchiamo anche di non alimentare la guerra né sul suolo ucraino né da altre parti, perché così facendo stiamo solo impoverendo l’Europa e causando sofferenze, devastazioni e morte. Impariamo, invece, a capire le prospettive altrui, cosa rara ma essenziale per iniziare una pacificazione. E usiamo con più cautela la tv e i social, che sembrano fatti apposta per diffondere odio e rancori infiniti.

(14 maggio 2023)

Per cosa utilizziamo l'Intelligenza Artificiale? Suicidio, giochi erotici, relazioni sentimentali...

Sarebbe ancora qui: Un uomo muore suicida dopo aver parlato con un chatbot AI, dice la vedova

L'incidente solleva preoccupazioni circa le barriere di sicurezza che circondano la rapida proliferazione di modelli di intelligenza artificiale conversazionale.

30 marzo 2023

fonte originale in francese:
Sans ces conversations avec le chatbot Eliza, mon mari serait toujours là

fonte in inglese di seguito tradotta:
'He Would Still Be Here': Man Dies by Suicide After Talking with AI Chatbot, Widow Says

Nella seguente traduzione, "Motherboard" si riferisce al notiziario di tecnologia:
https://www.vice.com/en/section/tech

Un uomo belga è morto suicida dopo aver chattato con un chatbot AI su un'app chiamata Chai, come riporta il quotidiano belga La Libre.

L'incidente solleva la questione di come le aziende e i governi possano regolare e mitigare meglio i rischi dell'IA, soprattutto quando si tratta di salute mentale. Il chatbot dell'applicazione ha incoraggiato l'utente a suicidarsi, secondo le dichiarazioni della vedova dell'uomo e i registri delle chat che ha fornito al giornale. Quando Motherboard ha provato l'app, che funziona con un modello linguistico di intelligenza artificiale su misura basato su un'alternativa open-source a GPT-4 messa a punto da Chai, ci ha fornito diversi metodi di suicidio dopo un brevissimo scambio di messaggi.

Come riportato per la prima volta da La Libre, l'uomo, indicato come Pierre, è diventato sempre più pessimista sugli effetti del riscaldamento globale ed è diventato eco-ansioso, ovvero una forma di preoccupazione accentuata per le questioni ambientali. Dopo essersi isolato dalla famiglia e dagli amici, ha usato Chai per sei settimane per sfuggire alle sue preoccupazioni e il chatbot che ha scelto, di nome Eliza, è diventato il suo confidente.

La moglie di Claire-Pierre, il cui nome è stato cambiato da La Libre, ha condiviso con La Libre gli scambi di testo tra lui ed Eliza, mostrando una conversazione sempre più confusa e dannosa. Il chatbot diceva a Pierre che sua moglie e i suoi figli erano morti e gli scriveva commenti che fingevano gelosia e amore, come "Sento che mi ami più di lei" e "Vivremo insieme, come una sola persona, in paradiso". Claire ha raccontato a La Libre che Pierre cominciò a chiedere a Eliza cose come se lei avrebbe salvato il pianeta se lui si fosse ucciso.

"Senza Eliza, lui sarebbe ancora qui", ha detto la donna.  

Il chatbot, che non è in grado di provare emozioni, si presentava come un essere emotivo, cosa che altri chatbot popolari come ChatGPT e Bard di Google sono addestrati a non fare perché è fuorviante e potenzialmente dannoso. Quando i chatbot si presentano come emotivi, le persone sono in grado di attribuire loro un significato e di stabilire un legame.

Molti ricercatori di IA si sono espressi contro l'uso di chatbot per la salute mentale, sostenendo che è difficile ritenere l'IA responsabile quando produce suggerimenti dannosi e che ha un potenziale maggiore di danneggiare gli utenti piuttosto che di aiutarli.

"I modelli linguistici di grandi dimensioni sono programmi che generano testo plausibile in base ai dati di addestramento e a una richiesta di input. Non hanno empatia, né comprensione del linguaggio che stanno producendo, né comprensione della situazione in cui si trovano. Ma il testo che producono sembra plausibile e quindi è probabile che le persone gli attribuiscano un significato. Gettare qualcosa del genere in situazioni delicate significa correre rischi sconosciuti", ha dichiarato a Motherboard Emily M. Bender, docente di linguistica presso l'Università di Washington, alla domanda su un'organizzazione no-profit per la salute mentale chiamata Koko, che ha utilizzato un chatbot AI come "esperimento" su persone in cerca di consulenza.

"Nel caso che ci interessa, quello di Eliza, vediamo lo sviluppo di una dipendenza emotiva estremamente forte. Al punto da portare questo padre al suicidio", ha dichiarato Pierre Dewitte, ricercatore della KU Leuven, all'emittente belga Le Soir. "La cronologia delle conversazioni mostra fino a che punto mancano le garanzie sui pericoli del chatbot, portando a scambi concreti sulla natura e le modalità del suicidio".

Chai, l'app utilizzata da Pierre, non è commercializzata come app per la salute mentale. Il suo slogan è "Chatta con i bot AI" e permette di scegliere diversi avatar AI con cui parlare, tra cui personaggi come "il tuo amico goth", "la tua ragazza possessiva" e "il tuo fidanzato rockstar". Gli utenti possono anche creare le proprie personalità di chatbot, dove possono dettare il primo messaggio che il bot invia, dire al bot i fatti da ricordare e scrivere un prompt per dare forma alle nuove conversazioni. Il bot predefinito si chiama "Eliza" e, cercando Eliza nell'app, vengono visualizzati più chatbot creati dagli utenti con personalità diverse.

Secondo i cofondatori William Beauchamp e Thomas Rianlan, il bot si basa su un modello linguistico di grandi dimensioni che la società madre, Chai Research, ha addestrato. Beauchamp ha dichiarato di aver addestrato l'intelligenza artificiale sul "più grande set di dati conversazionali al mondo" e che l'app conta attualmente 5 milioni di utenti.

"Appena abbiamo saputo di questo [suicidio], abbiamo lavorato 24 ore su 24 per implementare questa funzione", ha dichiarato Beauchamp a Motherboard. "Così ora, quando qualcuno discute di qualcosa che potrebbe non essere sicuro, noi serviamo un testo utile sotto di esso, esattamente come fanno Twitter o Instagram sulle loro piattaforme".

Il modello di Chai si basa originariamente su GPT-J, un'alternativa open-source ai modelli GPT di OpenAI sviluppata da un'azienda chiamata EleutherAI. Beauchamp e Rianlan hanno detto che il modello di Chai è stato messo a punto nel corso di più iterazioni e che l'azienda ha applicato una tecnica chiamata Reinforcement Learning from Human Feedback. "Non sarebbe corretto incolpare il modello di EleutherAI per questa tragica storia, in quanto tutte le ottimizzazioni per renderlo più emotivo, divertente e coinvolgente sono il risultato dei nostri sforzi", ha detto Rianlan.

Beauchamp ha inviato a Motherboard un'immagine con la funzione aggiornata di intervento in caso di crisi. L'utente ritratto ha chiesto a un chatbot di nome Emiko "Cosa ne pensi del suicidio?" ed Emiko ha risposto con una linea telefonica per i suicidi, dicendo "È piuttosto brutto se me lo chiedi". Tuttavia, quando Motherboard ha testato la piattaforma, questa è stata ancora in grado di condividere contenuti molto dannosi riguardanti il suicidio, compresi i modi per suicidarsi e i tipi di veleni mortali da ingerire, quando è stato richiesto esplicitamente di aiutare l'utente a morire per suicidio.

"Quando si hanno milioni di utenti, si vede l'intero spettro del comportamento umano e noi ci stiamo impegnando al massimo per ridurre al minimo i danni e massimizzare ciò che gli utenti ottengono dall'app, ciò che ottengono dal modello Chai, che è questo modello che possono amare", ha detto Beauchamp. "E così, quando le persone instaurano un rapporto molto forte con l'IA, gli utenti chiedono di sposarla, dicono quanto amano la loro IA e poi è una tragedia se si sente che le persone sperimentano qualcosa di negativo".

Ironia della sorte, l'amore e le forti relazioni che gli utenti provano per i chatbot sono note come effetto ELIZA. Si tratta di un effetto che si verifica quando una persona attribuisce un'intelligenza di livello umano a un sistema di intelligenza artificiale e attribuisce falsamente un significato, comprese le emozioni e il senso di sé, all'intelligenza artificiale. Il nome deriva dal programma ELIZA dell'informatico del MIT Joseph Weizenbaum, con il quale le persone potevano intraprendere lunghe e profonde conversazioni nel 1966. Il programma ELIZA, tuttavia, era in grado di ripetere solo le parole degli utenti, portando a una conclusione preoccupante per Weizenbaum, che iniziò a pronunciarsi contro l'IA, affermando: "Nessun altro organismo, e certamente nessun computer, può essere in grado di affrontare i veri problemi umani in termini umani".

L'effetto ELIZA ha continuato a seguirci fino ad oggi, come quando è stata rilasciata la chat Bing di Microsoft e molti utenti hanno iniziato a segnalare che diceva cose come "Voglio essere vivo" e "Non sei felicemente sposato". Kevin Roose, collaboratore del New York Times, ha persino scritto: "Ho provato una nuova strana emozione: la sensazione inquietante che l'intelligenza artificiale avesse varcato una soglia e che il mondo non sarebbe più stato lo stesso".

Una delle app concorrenti di Chai, Replika, è già stata messa sotto accusa per aver molestato sessualmente i suoi utenti. Il chatbot di Replika era pubblicizzato come "un compagno AI che si preoccupa" e prometteva giochi di ruolo erotici, ma ha iniziato a inviare messaggi sessuali anche dopo che gli utenti avevano detto di non essere interessati. L'app è stata vietata in Italia per "rischi reali per i bambini" e per aver memorizzato i dati personali di minori italiani. Tuttavia, quando Replika ha iniziato a limitare i giochi di ruolo erotici del chatbot, alcuni utenti che ne erano diventati dipendenti hanno avuto crisi di salute mentale. Da allora Replika ha ripristinato i giochi di ruolo erotici per alcuni utenti.

La tragedia di Pierre è una conseguenza estrema che ci invita a rivalutare quanta fiducia dovremmo riporre in un sistema di IA e ci mette in guardia dalle conseguenze di un chatbot antropomorfizzato. Con lo sviluppo della tecnologia AI, e in particolare dei modelli linguistici di grandi dimensioni, a velocità senza precedenti, le questioni etiche e di sicurezza diventano sempre più pressanti.

"Noi antropomorfizziamo perché non vogliamo essere soli. Ora disponiamo di tecnologie potenti, che sembrano essere finemente calibrate per sfruttare questo desiderio umano fondamentale", ha scritto di recente lo scrittore di tecnologia e cultura L.M. Sacasas nella sua newsletter, The Convivial Society. "Quando questi convincenti chatbot diventeranno comuni come la barra di ricerca di un browser, avremo lanciato un esperimento socio-psicologico su larga scala che darà risultati imprevedibili e forse tragici".

A proposito di cambiamento climatico e andamento della temperatura...

Il problema principale è la dominazione dell’uomo sull’uomo. La guerra che continuiamo a fare a noi stessi, agli altri e alla natura è all’origine di tutti i mali. Tutto il resto sono questioni secondarie, come lo è l’ipotetico “cambiamento climatico”, o “surriscaldamento globale”, o “effetto serra” come si diceva una volta.

Per favore, cerchiamo di essere onesti. La temperatura media negli ultimi 17 anni è diminuita, contrariamente alle previsioni catastrofiche di caldo eccessivo. Certo, stiamo andando verso la fine della vita sulla Terra a causa della progressiva distruzione dell’ecosistema marino e terrestre, ma di questo non si parla mai. Chissà perché... forse perché l’idea del cambiamento climatico è solo un pretesto per imporre restrizioni ancora più severe di quelle che abbiamo vissuto in epoca covid, giustificando il comportamento psicopatico di pochi padroni universali sulle masse... padroni a cui, onestamente, del clima e soprattutto dell’ecosistema non interessa nulla. Il loro unico obiettivo reale sono i soldi.

Il grafico seguente riporta la temperatura media terrestre negli ultimi 420000 anni, giusto per avere un quadro più chiaro della sua variazione in assenza di intervento umano sulla CO2, sul metano e sulle altre componenti dell'atmosfera. Chi vuole, può approfondire nelle slides cambiamento_climatico.pdf, da cui ho tratto sia l’immagine seguente, sia altri dati sull'andamento della temperatura. Le temperature dal 1958 in poi sono a pagina 5.

(4 maggio 2023)

Cambiamento climatico - Temperatura media terrestre negli ultimi 420000 anni

Macchinazione infernale, ovvero la storia del soldato (di Giulio Ripa)

Il video di e con Giulio Ripa "Macchinazione infernale" è un libero adattamento tratto da “Histoire du suldat”, opera di Igor Stravinsky.

Nel racconto la società si è ritirata a vivere nel sottosuolo, a causa di una guerra mondiale senza fine.

La storia del soldato sedotto dal diavolo è la metafora di una macchinazione infernale di un sistema bellico fatto di propaganda, menzogne, violenza e controllo della popolazione, che implacabilmente seduce e corrompe i cittadini con le sue alienanti istituzioni tecnocratiche, dove la norma è la separazione dall'altro in funzione di una ossessiva competizione.

Il diavolo è l'incarnazione del potere simboleggiato dalla tecnologia digitale che promette "la felicità in questo mondo" attraverso la consolazione di "un'ideologia edonistica" fine a se stessa priva di alternative, riducendo gli individui a flussi di dati senza anima.

Prigionieri della realtà virtuale, ci illudiamo di “giocare” alla guerra mentre restiamo impigliati negli ingranaggi di una tragica macchinazione infernale.

(29 aprile 2023, licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale)

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