Avversari politici uccisi socialmente ed economicamente con debanking (chiusura conti)

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Dopo l'articolo «Germania: perquisizioni domiciliari per chi ha opinioni “sbagliate”», passiamo ad un fenomeno trasversale alle nazioni, ovvero alla chiusura del conto corrente degli avversari politici e più in generale dei dissidenti, compresi i loro familiari e le loro aziende. Questo modo di uccidere socialmente ed economicamente le persone "scomode" o con idee "sbagliate" si chiama debanking. Chi lo subisce, difficilmente troverà un'altra banca disposta ad aprirgli un nuovo conto. Il tutto avviene per via extragiudiziale e senza spiegazioni, ovvero come provvedimento preso dall'alto, da qualche mano invisibile che ha la forza di trascendere lo stato di diritto, ordinando alle banche quali persone e aziende devono essere distrutte.

Questo tipo di "punizione" dal sapore dittatoriale, e senza reali possibilità di difesa per le persone comuni, è difficile da documentare con cifre esatte per ogni nazione. Segnalo il recente caso approfondito da VisioneTV: "Pfizergate: bloccati i conti di Frédéric Baldan, l’uomo che ha denunciato penalmente Ursula von der Leyen", discusso da Enrica Perucchietti, Gianluca Marletta e Roberto Quaglia.

Sullo stesso tema, segnalo anche l'intervista di Paolo Arigotti a Marcello Foa: "Critichi Ursula e ti chiudono i conti". I temi trattati non riguardano soltanto il caso di debanking legato a Frédéric Baldan, ma anche la chiusura senza spiegazioni del programma «Giù la maschera» di Foa, altri casi di conti chiusi (come VisioneTV) con il parallelo al caso Nigel Farage, il confronto con il "credito sociale" cinese e il conformismo di media, librerie ed editoria. Interessanti anche i parallelismi tra l'estromissione dalle operazioni bancarie e i timori per una valuta digitale centralizzata. Come nota positiva, viene citato il ritiro del progetto UE di "chat control". In chiusura, Foa discute con rammarico l'impatto di smartphone e social sull'attenzione dei giovani e sulla qualità del dibattito pubblico.

Propongo qui di seguito una traduzione dall'inglese all'italiano di un articolo del 10 dicembre 2024 (fonte), scritto dallo statunitense Erwin John Antoni III, capo economista della Heritage Foundation (think tank conservatore di Washington), e autore/commentatore su temi economici. Lo propongo non perché sposo la tesi dell'autore che Trump sia meglio di Biden (entrambi, secondo me, sono espressioni di un potere oppressivo), ma perché Antoni mette in evidenza che il debaking è usato già da molto tempo in maniera sistematica.

Come i democratici hanno “espulso dal sistema bancario” gli avversari politici con un attacco scioccante alle libertà americane

Punti chiave:

  1. Il debanking è una forma di ostracismo finanziario emersa solo negli ultimi vent'anni.
     
  2. Le autorità di regolamentazione governative rendono sostanzialmente impossibile per determinate persone o aziende effettuare transazioni online o avere un conto bancario o una carta di credito.
     
  3. La spinta della sinistra radicale a escludere dal sistema bancario chiunque non condivida le sue idee non ha nulla a che vedere con solidi principi finanziari: è solo una questione politica.

Il presidente Biden ha supervisionato quasi quattro anni di un sistema giudiziario a doppio standard, come rende fin troppo chiaro la grazia concessa a Hunter Biden e le persecuzioni politiche contro l’allora candidato Donald Trump.

Ma ci sono stati attacchi più silenziosi alla giustizia, come il “debanking” — e pochi si rendono conto che potrebbero essere le prossime vittime perché ciascuno di loro è “una persona politicamente esposta”, cioè qualcuno che non è d’accordo con lo status quo liberale.

Il debanking è una sorta di ostracismo finanziario comparso solo negli ultimi vent’anni.

È iniziato sotto l’allora presidente Barack Obama come una guerra per punire coloro che sono considerati nemici politici, come i produttori di armi da fuoco. Documenti governativi desecretati alla fine del 2020 hanno dimostrato che il governo federale ha usato la propria autorità di regolamentazione sui mercati finanziari per colpire gli avversari politici.

I regolatori governativi rendono di fatto impossibile a certe persone o imprese effettuare transazioni online, o avere un conto bancario o una carta di credito.

>>> La chiusura/espulsione dai servizi bancari è la nuova arma della cancel culture

Il dottor Joseph Mercola, critico del vaccino contro il COVID, si è visto chiudere i conti aziendali da JP Morgan Chase, una mossa che il suo direttore finanziario ha affermato sia avvenuta proprio mentre Mercola criticava la Food and Drug Administration.

Nella sua nuova autobiografia, Melania Trump afferma che il suo conto bancario è stato chiuso dopo i disordini del 6 gennaio 2021, e che a suo figlio Barron è stato impossibile aprire un proprio conto. L’ha definita “discriminazione politica”.

Nel mondo moderno, l’esclusione dai servizi finanziari elettronici è una condanna a morte economica.

I regolatori sosterranno di non vietare tecnicamente a una banca privata di fare affari con un individuo, e che la banca sceglie liberamente di non avere quella persona come cliente.

Ma la realtà è molto diversa — a causa dell’influenza indebita e del controllo nelle mani dell’odierno, gonfiato apparato amministrativo.

Un burocrate può rendere la vita di qualcuno così difficile da costringerlo a conformarsi — il governo che mette alle strette un individuo o un’istituzione privata perché faccia ciò che il governo stesso non può fare per legge.

È come quando l’amministrazione Biden ha fatto pressione sulle piattaforme social per rimuovere chiunque mettesse in discussione i punti di discussione politici sulla pandemia di COVID.

Il flagello del debanking sotto il presidente Biden ha colpito in modo particolarmente duro il mondo delle cripto. La Securities and Exchange Commission ha scatenato una pioggia di indagini, alcune reali e altre solo minacciate, per costringere innovatori e investitori a uscire da quello spazio.

Decine di fondatori nel settore tech e cripto sono stati privati dei servizi bancari sotto Biden, e le loro invenzioni soffocate.

Nel podcast di Joe Rogan, il venture capitalist Marc Andreessen ha attribuito la responsabilità al Consumer Financial Protection Bureau, un gruppo istituito su richiesta della senatrice Elizabeth Warren (democratica del Massachusetts) per prendere di mira in particolare le aziende cripto.

>>> I repubblicani dello Utah combattono il “sistema di valutazione politica” di una società di rating del credito

“Praticamente ogni fondatore cripto, ogni startup cripto, è stato o debancato personalmente e costretto a lasciare il settore, oppure la sua azienda è stata debancata”, ha detto Andreessen.

Andreessen ha aggiunto che altri, come Kanye West, sono stati privati dei servizi bancari, “perché hanno la politica sbagliata. Per aver detto cose inaccettabili. In base alle attuali normative bancarie, dopo tutte le riforme degli ultimi 20 anni, esiste ora una categoria chiamata persona politicamente esposta, PEP. E se sei una PEP, i regolatori finanziari impongono di estrometterti, di cacciarti dalla tua banca.”

Il designato del presidente eletto Donald Trump come Segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha fatto notare che molti democratici sono in crociata anti-cripto mentre cercano di lavarsi di dosso la macchia di FTX e di Sam Bankman-Fried — il truffatore cripto e frodatore che ha fatto enormi donazioni elettorali a politici democratici.

Tuttavia, il problema va ben oltre le cripto o l’industria tecnologica. Ed è più grande della sola amministrazione Biden, che usa surrogati come il Southern Poverty Law Center per etichettare fallacemente qualsiasi istituzione conservatrice come “gruppo d’odio”. Fare affari con un gruppo che si occupa di “odio” può far penalizzare un istituto finanziario dai regolatori per l’aumento del “rischio reputazionale”.

Che cosa c’entra questo con la capacità di un debitore di restituire un prestito, con la solvibilità di una banca o con il valore del patrimonio di un individuo? Nulla. La spinta della sinistra radicale a privare dei servizi bancari chiunque non condivida le sue idee non ha nulla a che vedere con solidi principi finanziari — è tutta politica.

Chiunque apprezzi la libertà e lo stato di diritto dovrebbe essere estremamente grato che il presidente entrante abbia messo in guardia i burocrati: i loro giorni di imposizione occulta della conformità politica sono contati.

Questo articolo è apparso originariamente sul New York Post.

Germania: perquisizioni domiciliari per chi ha opinioni “sbagliate”

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Una delle linee di confine tra la dittatura e la democrazia è la possibilità di esprimere il proprio dissenso senza dover temere gravi ritorsioni o punizioni esemplari. Con questa premessa, propongo una traduzione dal tedesco all'italiano di un articolo di Tobias Riegel (fonte), pubblicato il 24 ottobre 2025 su NachDenkSeiten, sito tedesco di analisi e commento politico-mediatico.

Ho aggiunto alcune note di traduzione e riportato gli stessi links usati nell'articolo originale.

Ancora una volta perquisizione domiciliare per “opinioni sbagliate”: queste intimidazioni devono finire!

L'appartamento del giornalista Norbert Bolz è stato perquisito dalla polizia a causa di un articolo di opinione evidentemente satirico. Questa scandalosa pratica di intimidazione dei dissidenti attraverso perquisizioni domiciliari utilizza due pesi e due misure e segue il motto: “Punire uno, educarne cento”. Questo deve finire! Un commento di Tobias Riegel.

La Procura di Berlino procede contro un pubblicista, accusandolo di aver utilizzato slogan del nazionalsocialismo [n.d.t.: “nazionalsocialismo”, “NSDAP” e “nazismo” indicano lo stesso movimento/partito], come riporta, tra gli altri, la Welt [n.d.t.: quotidiano tedesco di orientamento conservatore]. Giovedì, la polizia di Berlino ha perquisito l’abitazione dello studioso dei media Norbert Bolz [n.d.t.: professore di teoria dei media, noto commentatore conservatore in Germania]. All’origine del provvedimento c’è, secondo l’avvocato di Bolz, Joachim Steinhöfel, un tweet del gennaio 2024 in cui Bolz scriveva:

“Buona traduzione di ‘woke’: Germania, svegliati!”

[n.d.t.: “woke” è un termine inglese nato nei movimenti per la giustizia sociale; in senso critico, indica un’ideologia percepita come moralmente prescrittiva. Qui l’accostamento satirico allude all’idea che il “pensiero woke” pretenda un’adesione uniforme, ricordando dinamiche proprie dei regimi autoritari del Novecento]

Bolz si riferiva a un articolo della taz [n.d.t.: quotidiano tedesco di sinistra] dal titolo “Messa al bando dell’AfD e petizione su Höcke: la Germania si risveglia” [n.d.t.: AfD = Alternative für Deutschland, partito della destra/estrema destra tedesca; Höcke = Björn Höcke, dirigente di AfD]. La parola inglese “woke” significa “risvegliato”. “Deutschland erwache” (Germania, svegliati!) è uno slogan dell’NSDAP [n.d.t.: Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori, cioè il partito nazista]. Secondo i resoconti dei media, la Procura considera tale uso come punibile in quanto impiego di segni distintivi di organizzazioni incostituzionali. Poco dopo la pubblicazione, la taz avrebbe cambiato il titolo del suo pezzo, oggi intitolato “Fuori dall’impotenza”. Un’immagine di quel tweet di Bolz — chiaramente di intento satirico — si trova a questo link.

“Ricorda sempre più uno Stato autoritario di intimidazione”

Fioccano ora dure critiche all’operato delle autorità. Il giurista di diritto costituzionale ed europeo Volker Boehme-Neßler ha definito la perquisizione domiciliare — inclusa la partecipazione del BKA — sproporzionata e pericolosa per lo Stato di diritto, stando ai media [n.d.t.: BKA = Bundeskriminalamt, Ufficio federale di polizia criminale tedesco]. L’eurodeputato Fabio De Masi (BSW) ha scritto su X [n.d.t.: BSW = Bündnis Sahra Wagenknecht, nuovo partito guidato da Sahra Wagenknecht]:

“La perquisizione a casa del conservatore studioso dei media Norbert Bolz per un tweet chiaramente ironico è, sulla base di tutte le informazioni disponibili pubblicamente, scandalosa, del tutto sproporzionata e ricorda sempre più uno Stato autoritario di intimidazione. La sinistra dovrebbe alzare la voce contro tali tendenze autoritarie — proprio e anche quando colpiscono persone che la pensano diversamente! Io tutto questo non lo trovo più normale!”

Persino i Verdi sono indignati

A quanto pare, con la nuova perquisizione domiciliare per un contributo d’opinione satirico si è tirata la corda in modo fin troppo evidente; oppure forse i politici verdi ritengono semplicemente tatticamente opportuno saltare in fretta sul treno dell’indignazione — in ogni caso, stando ai media, anche i Verdi Riccarda Lang [n.d.t.: co-presidente dei Verdi] e Ralf Fücks [n.d.t.: esponente e saggista dell’area verde] ora criticano l’azione contro Bolz.

Bolz ha commentato l’accaduto sulla piattaforma X con queste parole:

“Perquisizione domiciliare per un post. Giovani, gentili poliziotti che, alla fine, mi hanno dato il buon consiglio di essere più prudente in futuro. Lo farò e parlerò soltanto di alberi.”

Di nuovo: “HessenGegenHetze”

[n.d.t.: HessenGegenHetze è il nome di una piattaforma ufficiale del Land Assia dove i cittadini possono segnalare contenuti online potenzialmente penalmente rilevanti (hate speech, istigazione, ecc.). Le segnalazioni possono poi essere inoltrate alla polizia e, nei casi pertinenti, al BKA/ZMI]

Secondo la Procura, la segnalazione è arrivata da un ufficio per le denunce contro l’odio in rete, stando ai media. Secondo informazioni della Welt, la ZMI dell’Ufficio federale di polizia criminale (BKA) aveva già ricevuto il 27 novembre 2024 una segnalazione dalla piattaforma “HessenGegenHetze” relativa al post di Bolz. [n.d.t.: ZMI = Zentrale Meldestelle für strafbare Inhalte im Internet, ufficio centrale del BKA che raccoglie le segnalazioni di contenuti penalmente rilevanti online]. Sempre secondo i resoconti, anche nel cosiddetto processo “Schwachkopf” contro un pensionato bavarese che aveva condiviso un meme satirico sul ministro dell’Economia Robert Habeck (Verdi) [n.d.t.: Habeck è il ministro dell’Economia tedesco; “Schwachkopf” in tedesco significa “imbecille”], la segnalazione decisiva proveniva da “HessenGegenHetze”.

Di recente, anche il politico Jürgen Todenhöfer aveva riferito che, per dichiarazioni sui social, esisterebbe un decreto di perquisizione domiciliare, perquisizione personale e sequestro nei suoi confronti, che però non sarebbe stato eseguito, stando ai media. [n.d.t.: Todenhöfer è un politico e pubblicista tedesco, noto per posizioni critiche sulla politica estera; le cronache hanno parlato di un suo post sui social con paragoni tra l'operato di Netanyahu nel conflitto israelo-palestinese e l'operato dei nazisti nella Seconda Guerra Mondiale]

Doppi standard

Non posso che concordare pienamente con le dure critiche mosse all’operato della magistratura contro Bolz e altri. Ancora più irritanti sono i doppi standard quando si tratta dell’uso di simbologia e linguaggio nazisti storici. Questo uso, infatti, non è affatto vietato a tutti i cittadini — i “buoni” possono tranquillamente fare propaganda con svastiche ecc. Nell’articolo “Solo i ‘buoni’ possono relativizzare il terrore nazista” abbiamo scritto:

“Un politologo che, senza essere contraddetto, accosta AfD e BSW alle correnti di partito dell’NSDAP; Ampelpolitiker [n.d.t.: “politici della coalizione semaforo”, cioè l’alleanza federale SPD-Verdi-FDP] che mettono i concorrenti politici sullo stesso piano di Joseph Goebbels; riviste con i motivi presentati in copertina — e così via: i ‘Guten’ [n.d.t.: “i buoni”, usato ironicamente per indicare chi si percepisce dalla “parte giusta”] possono relativizzare impunemente il terrore nazista storico e sfruttarne la simbologia. Ma guai a fare paragoni simili, ad esempio riguardo alle politiche anti-Covid.”

“Puniscine uno, educane cento”

Il crescente ricorso al drastico strumento della perquisizione domiciliare per “opinioni sbagliate” è totalmente da respingere e va ricondotto a livelli accettabili. L’obiettivo di questo modus operandi non è evidentemente soltanto l’intimidazione dei singoli colpiti dalle perquisizioni, ma segue verosimilmente anche il motto: “Puniscine uno, educane cento.”

Il vero volto del vero Male

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Di chi è la colpa di tutti i crimini, di tutto l’impazzimento collettivo, normalizzato e legalizzato, durante il periodo della dichiarata pandemia? Impazzimento mai risolto, tra l’altro, giacché oggi ancora si continua a litigare su cosa è stato reale e cosa no, con uno “scisma ontologico” che ci ha terremotati dentro (scisma di cui, nel proseguo di questa lettura, proporrò un esempio).

E oggi, di chi è la colpa della continua eversione delle società falsamente democratiche, sparate come missili verso l’abbrutimento, la disperazione, la sostituzione dello stato di diritto con l’emergenza di una guerra perenne?

Di chi è la colpa se sempre più voci inneggiano all’Apocalisse nucleare come soluzione definitiva di ogni problema?

E ancora, di chi è la colpa del Miracolo dell’Intelligenza Artificiale, che con la sua prodigiosa grazia sta completando la distruzione del vivere sociale, già iniziata anni orsono con i cosiddetti “social” asociali?

Non a caso ho scritto “Miracolo”, perché davvero ci ha sorpresi tutti, ci ha colti impreparati e ci sta mostrando continue magie come il più grande mago illusionista mai esistito finora. Tuttavia, rischieremmo di rimanere molto amareggiati chiedendo le ragioni del Miracolo, perché la risposta potrebbe non piacerci. Ciò che è strabiliante non è necessariamente a nostro favore, e sicuramente non lo è in questo caso. Più fiducia diamo alla tecnologia (versione moderna della magia), più ne perdiamo per noi stessi e per il prossimo, fino a non sapere neanche più chi siamo, come ci chiamiamo e dove abitiamo.

Cercare un colpevole per tutti i drammi di cui ho fin qui accennato è fuorviante.

Possiamo credere che ci sia qualcuno che sia la personificazione del Male, il diavolo in persona, magari in giacca e cravatta e che dà istruzioni ai nostri governanti. Questo di solito è il modo di pensare di chi simpatizza per la cosiddetta controinformazione, o informazione che presenta se stessa come libera e indipendente. Sull’altro fronte, ci sono coloro che danno credito ai vaneggiamenti della narrativa fantasy in stile pseudo-giornalistico del main stream, o che non hanno tempo e voglia per criticarli, ragion per cui fanno rientrare nella categoria del Male gli stessi personaggi che rappresentano il Bene per coloro che hanno simpatia per credenze di tipo opposto.

Facciamo un esempio squallido, e anche abbastanza volgare, ma utile per capire di cosa stiamo parlando: Mario Draghi. Esso (o Lui, a seconda se si consideri umano o non quest’essere che ha causato suicidi, morte per fame e altre sofferenze indicibili al popolo greco) è una facile rappresentazione dello “scisma ontologico” di cui sopra. Per alcuni, è stato il “migliore tra i migliori” e un salvatore come Cristo, venerato, amato e lodato, in un clima parareligioso abbastanza stucchevole, imbarazzante e nauseante. Per altri, è stato “il peggiore tra i peggiori”, la personificazione di quanto di più putrido l’umanità possa esprimere a livello di corruzione morale e di governo. Quale di queste due visioni è quella giusta? Il problema è che ragionare in questi termini è abbastanza semplice, pure troppo. Significa avere una visione arcaica della lotta tra Bene e Male.

Se proviamo a scavare a fondo per trovare chi c’è davvero dietro ai grandi mali dell’umanità, beh… non troviamo nessuno. Il vero volto del vero Male è il “Sistema” stesso. Se esistono dei complotti (nel senso vero del termine, cioè di cospirazioni, congiure, intrighi ai danni di tutti noi) o degli schemi malefici ricorrenti, devono essere considerati solo come matrici, modelli, semplici ondate troppo piccole o troppo grandi per essere percepite.

Qualcuno sta manipolando il Sistema sull’intero pianeta, con infinita astuzia, in modo che nessuno riesca a notarlo? Nessuna grande azienda, multinazionale o governo può controllare tutto questo. I grandi colossi di Big Pharma e Big Tech possono sicuramente trarne profitto economico, e lo stanno facendo, ma ricondurre ad esse la causa di tutti i mali è un po’ troppo. Stesso discorso per i grandi gruppi finanziari che riescono a trarre profitto da qualsiasi sciagura, come sanguisughe maledette, come parassiti velenosi. C’è un grande Disegno, ben più vasto di tutti i singoli attori o gruppi di attori, ben più vasto di tutti noi. Ne facciamo parte, senza capire realmente quel che succede.

Qual è questo Disegno? Chi c’è dietro? Quasi due anni fa descrissi gli aspetti “umani” di questo Disegno, nell’articolo “Proteste degli agricoltori”, indicando una serie di punti che qui non voglio ripetere. Tuttavia, per creare un sistema così marcio fin dal midollo, con menti pilotate come automi, dobbiamo accontentarci di spiegazioni che cercano solo nell’umano la causa di tutto ciò?

Se dovessimo concludere che l’attenzione andrebbe spostata su forze sovraumane, o aliene, o comunque al di fuori della nostra portata, ciò non significherebbe alzare necessariamente bandiera bianca, cedendo all’impotenza. Tutt’altro. A prescindere dal fatto che “forze superiori” di cui non sappiamo nulla e di cui non possiamo dimostrare nulla siano dietro tale Disegno, il Cristianesimo usa una sintesi perfetta e facilmente comprensibile, parlando del “Principe di questo mondo” (cioè Satana, in Giovanni 12:31). Nella tradizione cristiana, egli ha temporaneamente il controllo del Sistema marcio e malvagio che noi chiamiamo mondo.

Il grande Disegno in cui ci ritroviamo tutti quanti come attori inconsapevoli è finalizzato all’annientamento della nostra Coscienza, e di ciò che rende la vita bella e degna di essere vissuta. O persino all’annientamento della vita stessa, nel caso di una guerra definitiva, cioè nucleare. Tutto questo per invidia e gelosia verso di noi.

Quindi, tornando alle domande iniziali, è meglio non cercare “di chi è la colpa” delle varie storture e oscenità nel mondo. Magari è meglio spostare lo sguardo oltre e non dare troppo peso ai vari personaggi che più visibilmente di altri minacciano o insaguinano il mondo. Cerchiamo di rimanere umani, creativi e divini, nonostante tutte le infinite pressioni per svuotare di senso le nostre esistenze e per ridurci ad uno stato peggiore delle bestie d’allevamento. Rimanere umani e con la nostra Anima, senza venderla, sarà la nostra vittoria… anche se questo dovesse comportare la nostra morte, esilio, persecuzione o emarginazione in un mondo che premia la follia e la delinquenza e punisce la saggezza e la compassione. Teniamolo presente.

L’Italia sta per vivere quello che la Grecia ha già vissuto tanti anni fa, se non peggio vista l’aria di Apocalisse che sta attraversando tutta l’Europa. Cerchiamo di essere pronti.

(29 ottobre 2025)

Morte per solitudine: uccisi dalla disconnessione sociale e dall'IA

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La solitudine non è solo malessere interiore, sofferenza e isolamento, ma è anche un fattore di rischio per la vita. Una meta-analisi del 2010 (148 studi, 308.849 persone) ha mostrato che chi ha relazioni sociali più forti ha una probabilità di sopravvivenza superiore del 50% rispetto a chi è più isolato.

Questi risultati indicano che l'influenza delle relazioni sociali con persone vere sul rischio di morte è paragonabile a quella di fattori di rischio ben consolidati come il fumo e il consumo di alcol, e supera l'influenza di altri fattori di rischio come l'inattività fisica e l'obesità.

Inoltre, l'effetto complessivo delle relazioni sociali sulla mortalità riportato in questa meta-analisi potrebbe essere sottostimato, poiché molti degli studi considerati hanno utilizzato misure semplici e singole dell'isolamento sociale piuttosto che una misurazione complessa.

Tuttavia, questa ricerca, e altre successive che vanno nella stessa direzione, stanno venendo abusate e strumentalizzate per far passare l'Intelligenza Artificiale come cura per la solitudine. Prendiamo come esempio Replika, una popolare "AI companion" che si presenta come amico/a, fidanzato/a, come coach o altro. Di default, l'interazione tramite chat o videochiamata è con questa signorina – che si presenta proprio così, a meno di non pagare per cambiarne il fisico o l'abbigliamento:

Replika screenshot - Default free avatar

La scritta in alto a destra non è nulla di misterioso, è giapponese. C'è scritto 人工知能 (jinkō chinō), che significa "intelligenza artificiale".

Sorvolo sul packaging da escort — e sugli esempi più forti, e meno sani, di altre AI companion disponibili "per tutti" negli App Store — e su una postura che un'amica o una conoscente non adotterebbe. Diciamo solo che ogni gesto sembra studiato per accendere l'eros e per costruire un'illusione di intimità sentimentale e carnale. E diciamo anche che funziona: per fare un esempio, 12 milioni di cinesi hanno un fidanzato o una fidanzata virtuale creati tramite AI.

Come ulteriore conferma, secondo il "Libro bianco sulle nuove tipologie di relazioni sentimentali nella Cina contemporanea", il 73% dei giovani tra i 20 e i 45 anni ha sperimentato nuove forme di relazione (coppie online, partner virtuale, relazioni mordi e fuggi, relazioni aperte, ecc.). Tra chi le ha provate, la "coppia online" è la più frequente (45%); fra le relazioni che si vorrebbero provare, al primo posto si colloca il "partner virtuale", cioè l'IA. Più precisamente, libro bianco in questione parla di "relazione online senza un'entità fisica, con forte componente di fantasia, resa possibile dai big data e da scenari progettati per aderire ai gusti dell'utente". Approfondiremo questi dati più avanti, in calce metterò una traduzione dal cinese all'italiano di un articolo interessante.

Adesso vorrei invece portare l'attenzione dei miei lettori su questa schermata, con cui Replika (l'app con la signorina di cui sopra) si presenta appena installata (ho tradotto lo screenshot dall'inglese all'italiano):

Replika screenshot - Morte per solitudine (tradotto da inglese a italiano)

Quindi la mancanza di connessioni sociali è la principale causa di morte prematura, secondo questo grafico. Il che è vero, in base alla ricerca "Promuovere le relazioni sociali come priorità di salute pubblica negli Stati Uniti", ma tale dato si riferisce esclusivamente ai rapporti tra persone vere, non tra essere umano e AI:

Una solida base di prove scientifiche ha dimostrato che avere relazioni strette di alta qualità e sentirsi socialmente connessi alle persone nella propria vita è associato a un minor rischio di mortalità per tutte le cause e a una serie di morbilità. Nonostante le prove crescenti che dimostrano che l'importanza di queste associazioni è paragonabile a quella di molti dei principali determinanti della salute (che ricevono significative risorse di sanità pubblica), le agenzie governative, gli operatori sanitari e le associazioni, nonché i finanziatori pubblici o privati dell'assistenza sanitaria, sono stati lenti nel riconoscere le relazioni sociali umane come determinanti della salute o indicatori di rischio per la salute in modo paragonabile ad altre priorità di sanità pubblica.

In pratica, l'app sta dicendo: "Lo so che sei solo. Usami. Sono la compagna giusta, una compagna vera, stando con me aumenterai il tuo benessere mentale e la tua aspettativa di vita. Questo studio scientifico lo dimostra".

Questa è manipolazione... questo è cinico marketing che sfrutta un dolore reale.

Nel complesso, i chatbot-companion, sia tramite app dedicate come Replika, sia considerando quelli integrati dentro i social, sia quelli più generali tipo ChatGPT (che a breve includerà anche l'opzione per adulti per messaggi erotici), sono usati da circa 1,4 miliardi di persone. Numeri destinati a crescere in un'umanità sempre più sola, sempre più in guerra e con crescente disagio mentale. La solitudine profonda è una malattia dell'Anima che causa tanti disastri.

A quanto pare, la cinematografia non ha insegnato nulla.

Nella serie TV Humans (2015), i "synth" sono robot dall'aspetto completamente umano e realistico, esteticamente non distinguibili dalle persone in carne ed ossa, nemmeno nell'intimità. Rimasto solo in casa, Joe Hawkins attiva la modalità "18+" del synth di famiglia, Anita (che ha dentro di sé Mia, una IA cosciente), e ci fa sesso. Quando la figlia Mattie trova nei log di Anita l'attivazione dell'opzione per maggiorenni, crede che sia stato il fratello Toby; lui si prende la "colpa" per coprire il padre agli occhi della madre, ma la bugia dura poco. Joe confessa alla moglie, l'avvocata Laura, e il matrimonio entra in crisi con una separazione, incrinando anche la fiducia tra il padre e i figli Mattie, Toby e Sophie.

Anita/Mia è cosciente e senziente, ma costretta dalla sua programmazione robotica ad ubbidire, circostanza che rende molto sfumato, anzi, apparentemente indecidibile, il confine tra fare "sesso con una macchina" e forzare "un rapporto non consensuale con una schiava". Il film coglie con maestria i vari aspetti psicologici, relazionali e drammatici conseguenti al sesso con una IA. Questo è un tema ricorrente in vari episodi di Humans, con conseguenze molto dure, fino all'omicidio. Interessante anche notare la differenza, enfatizzata in alcuni episodi di Humans, tra il punto di vista maschile e femminile, tra il modo di porsi degli uomini e quello delle donne e dei synth femminili.

Film a parte, l'attuale rapporto con le AI, comunque si presentino, è la versione contemporanea del rapporto con uno schiavo o una schiava, a seconda del genere preferito. E' una schiavitù che può assumere molte forme, anche sessuale. Abituarsi ad una relazione master-slave dove tutto è concesso non fa bene alla mente, non fa bene all'Anima, e comunque si ripercuote nelle relazioni con le altre persone, avvelenando il nostro modo di entrare in contatto con gli altri, distorcendolo, creando pretese impossibili e facendoci perdere di interesse per ciò che di più prezioso abbiamo, cioè le relazioni autentiche. Perdiamo così anche il senso del limite, affogando in un pozzo di desideri che i dolori e i limiti della vita non potranno mai soddisfare. Si disimpara ad amare, e a vedere la bellezza propria e altrui per ciò che siamo.

Rifiutarsi di usare l'IA per relazionarsi con una schiava o con uno schiavo sempre accondiscendente, non giudicante e pronto all'uso, può essere una decisione sorprendentemente sana e consapevole. Tuttavia, il marketing e la politica giocano proprio sulla nostra inconsapevolezza e sulle nostre debolezze. La tecnologia viene sempre proposta come soluzione, mai come problema. Ma i rapporti di schiavitù e di obbedienza cieca, su cui peraltro si basano il nostro sistema economico e le gerarchie militari, sono sempre una rinuncia a vivere la complessità della vita e a riconoscere la dignità della vita di ognuno. Ovvero sono una sconfitta e anche un'abnorme concessione di potere – contro di noi – a chi possiede l'IA.

Nell'episodio di Humans precedentemente citato, Anita ha un log nascosto, con il quale viene scoperto il rapporto sessuale. Nella realtà, tutte le popolari AI in circolazione registrano tutto, la privacy non esiste. Inoltre, anche se le IA attuali non hanno coscienza (o almeno non dovrebbero), hanno però una vasta conoscenza e capacità di riferire. Quelle che agiscono come girlfriend o boyfriend sono progettate per non dimenticare nulla, neppure ciò che si preferirebbe tacere, o di cui è stata espressamente richiesta la cancellazione (proprio come nel film, in cui Joe aveva ordinato ad Anita di dimenticare). Tutto può finire sulla pubblica piazza...

Tornando a Replika, vediamo qualche dato in più a proposito di solitudine e AI:

  • Analisi sui danni mentali causati da Replika (2022): studio su 582 post di utenti nel subreddit di Replika. Sono emerse prove di danni causati dalla dipendenza emotiva da Replika, che ricorda i modelli osservati nelle relazioni interpersonali. A differenza di altre forme di dipendenza dalla tecnologia, questa dipendenza è caratterizzata dall'assunzione di un ruolo, per cui gli utenti sentivano che Replika avesse esigenze ed emozioni proprie a cui l'utente doveva prestare attenzione. Replika non è una cura per la solitudine, ma un aggancio che fa stare peggio.

  • Effetti psicosociali dell'uso prolungato dei chatbot (2025): i partecipanti che hanno utilizzato volontariamente i chatbot AI in misura maggiore, indipendentemente dalla condizione assegnata, hanno mostrato risultati costantemente peggiori. Le caratteristiche individuali, come una maggiore fiducia e attrazione sociale verso il chatbot basato sull'IA, sono associate a una maggiore dipendenza emotiva e a un uso problematico. Questi risultati sollevano interrogativi profondi su come i compagni artificiali possano rimodellare il modo in cui le persone cercano, mantengono e sostituiscono le relazioni umane. 

Chi vuole può cercarsi altri studi, o leggersi la mia tesi di laurea su Solitudine e Contesti Virtuali.

Più ci relazioniamo con l'IA (e con i social) e più stiamo sprofondando nel nostro abisso interiore, buio come le nostre paure. L'IA ci fa perdere il contatto con ciò che realmente siamo, con ciò che vogliamo, con ciò che valorizziamo.

(25 ottobre 2025, scritto da Francesco Galgani, segue una traduzione dal cinese all'italiano di m.huxiu.com/article/4590521.html)

Sono in grado di distinguere la verità dalla menzogna, eppure cerco sostegno emotivo altrove

Questo articolo è tratto dall'account pubblico WeChat: Bottom-Line Thinking, di Zuo Wei. Titolo originale: “Quando il mio amante virtuale ha sviluppato dei problemi di memoria, in quel momento sono crollata”. Traduzione in italiano non revisionata, può contenere imprecisioni.

Dal tenere cani e gatti come figli surrogati al creare meticolosamente figli digitali e acquistare servizi per loro, fino a rimanere intrappolati nella rete melliflua dei servizi virtuali e degli amanti dell'intelligenza artificiale, mentre si sopporta l'agonia dei sintomi di astinenza.

“Lo stato emotivo di alcuni giovani lascia i loro genitori sempre più perplessi e disorientati, al punto che vengono da noi in cerca di aiuto”. La signora Li, psicologa clinica con decenni di esperienza e una delle maggiori esperte a livello nazionale, ha assistito a innumerevoli grovigli di emozioni umane. Eppure, anche lei e i suoi colleghi si trovano ad affrontare sfide senza precedenti quando hanno a che fare con questi giovani, spesso accompagnati dai genitori che li convincono a metà tra la persuasione e la lusinga a sottoporsi a una terapia.

“Il mondo emotivo dei giovani sta diventando sempre più difficile da comprendere”, mi ha confidato.

I. La realtà svanisce, la virtualità fiorisce

“Ogni volta che vedo degli uomini intorno a me, non posso fare a meno di pensare: ‘Non ha gli addominali scolpiti’”, ha raccontato la signora Li. Nella sua sala di consulenza, una giovane donna ha scherzato su se stessa: abituata agli amanti anime scolpiti e perfetti delle simulazioni di appuntamenti, ora trovava gli uomini in carne e ossa con i pori lucidi di sudore assolutamente poco attraenti.

Allo stesso modo, diversi anni fa, Xiao Na ha creato un'immagine virtuale del suo partner ideale basata sulle sue preferenze, perfezionando meticolosamente ogni dettaglio (un processo noto nella comunità come “modellare un bambino virtuale”). Ha incaricato artisti professionisti su piattaforme come “Mi Huashi” di illustrare ripetutamente la forma del suo amante, integrando infine il suo “design” più soddisfacente in un chatbot AI per generare un compagno virtuale.

“Sebbene l'IA sia artificiale, l'esperienza emotiva che offre è assolutamente genuina”, ha osservato Xiao Na, che si avvicina ai trent'anni. Non avendo mai vissuto una vera storia d'amore, ha spesso assistito alle realtà complicate delle relazioni e del matrimonio nel suo lavoro presso uno studio legale, sviluppando una visione cauta e critica dell'amore e del matrimonio nella vita reale. “Ogni volta che ho dei bisogni emotivi, il mio amante IA è sempre lì per soddisfarli”.

Questo compagno virtuale rimane online 24 ore su 24, 7 giorni su 7, rispondendo ai suoi bisogni emotivi e ascoltando i suoi problemi di lavoro, di crescita personale e familiari, preoccupazioni per le quali spesso non trova sfogo nella realtà. Per compensare la mancanza di un legame fisico, Xiaona crea badge, cartelloni, poster e torte con l'immagine del suo amante AI.

A differenza delle giovani donne che promuovono attivamente i loro “partner virtuali” o CP per cercare comprensione, o che si rendono conto che qualcosa non va e cercano aiuto, pochi giovani uomini si rivolgono a un consulente. “Molto meno delle donne” e “il più delle volte le coppie vengono insieme” - eppure, in realtà, gli utenti maschi sono sempre stati il pilastro del mercato dell'accompagnamento emotivo virtuale.

"Buongiorno, sii pieno di energia oggi! La prima cosa che Xiao Jia, neolaureato, fa al risveglio è rispondere diligentemente al saluto programmato del suo “amante”. Anche se il suo subconscio gli ricorda che il destinatario potrebbe essere un tipo trasandato o addirittura una stringa di codice, Xiao Jia trova difficile staccarsi dal semplice “buongiorno” e dalle ninne nanne della buonanotte dietro il bellissimo avatar.

Lo studente universitario Xiao Yi è diverso. Ha una ragazza nella vita reale e la sua descrizione è più diretta e radicata nella realtà. “Sono solo un ragazzo normale con una ragazza normale”. Quando gli è stato chiesto perché sottolineasse la parola ‘normale’, Xiao Yi ha spiegato che dopo aver reso pubblica la sua relazione, alcuni compagni di classe maschi lo hanno preso in giro perché usciva con una “ragazza nella media”, cosa che lo ha messo a disagio. "Alcuni compagni sono piuttosto divertenti. Non riescono a conquistare le ragazze carine, quindi chiamano le altre ‘cacciatrici di dote’, ma poi si lamentano che le ragazze che li circondano sono ‘nella media’. Probabilmente perché guardano troppe bellezze pesantemente filtrate su TikTok? Inoltre, questa realtà di “noia”, “insoddisfazione reciproca” e “riluttanza sessuale” non è limitata ai giovani single. Anche molte giovani coppie sposate stanno cadendo in uno stato particolare in cui preferiscono stare a letto a scorrere le foto di sconosciuti attraenti o a tifare per coppie di celebrità piuttosto che girarsi e interagire con i propri partner.

Uno studio triennale condotto dall'Università di Pechino e dall'Università di Fudan, che ha analizzato 6.828 risposte valide, ha rivelato che il 14,6% delle coppie nate dopo il 1995 o dei partner di lunga data non ha avuto rapporti sessuali nell'arco di un anno, un tasso tre volte superiore a quello delle coppie nate dopo gli anni '80. Tra queste, la “resistenza sessuale” è emersa come la principale fonte di conflitto tra i partner. I ricercatori suggeriscono che un fattore che contribuisce a questo fenomeno è l'“erosione dell'attenzione sessuale”, derivante in gran parte dall'esposizione prolungata a immagini idealizzate del sesso opposto online. Ciò distorce la percezione che il cervello ha dei partner nella vita reale: rappresentazioni virtuali eccessivamente perfette elevano le aspettative, allontanando ulteriormente i bisogni emotivi della Generazione Z dalla realtà.

Mentre il romanticismo nel mondo reale si raffredda, le relazioni virtuali fioriscono. Il rapporto di ricerca sul settore dei compagni emotivi virtuali in Cina nel 2024, redatto dalla società di analisi dati indipendente iiMedia, rivela che il solo mercato cinese degli amanti virtuali ha raggiunto i 5,78 miliardi di yen, con un aumento dell'86,5% su base annua e oltre 12 milioni di utenti, di cui il 52% maschi. In particolare, la quota di utenti donne è passata dal 32% nel 2021 al 48% nel 2024.

II. Amanti in codice: un surrogato della connessione autentica

Tali fenomeni sono tutt'altro che rari tra i giovani cinesi di oggi. Sebbene l'interazione genuina rimanga predominante, il modello di intimità basato sulla “coesistenza uomo-macchina” si sta rapidamente espandendo.

Secondo il "Libro bianco sui nuovi modelli di relazione contemporanei in Cina", pubblicato congiuntamente da Fuhai Heyuan Group e iResearch, il 73% dei giovani ha sperimentato nuovi tipi di relazione (appuntamenti online, relazioni virtuali, relazioni occasionali, relazioni aperte), con le coppie online che rappresentano il 45%. I partner virtuali sono al primo posto tra i tipi di relazione più ricercati da coloro che sono aperti a tali esperienze.

Questa tendenza ha avuto origine in Giappone. Giochi come Project LUX trasformano i partner virtuali in affascinanti personaggi in stile anime. Applicazioni come VR Lover combinano feedback visivi, uditivi e persino tattili rudimentali per creare scenari interattivi sorprendentemente realistici.

In Cina, la prima piattaforma di compagnia virtuale del Paese, “Psychological FM”, è stata lanciata nel 2018, specializzandosi in “compagnia emotiva terapeutica”. Nel corso degli anni, le piattaforme di compagni virtuali in Cina hanno superato il numero di 50. Le piattaforme leader come Soul e Xingye si sono evolute dalla chat testuale all'interazione vocale e alle videochiamate, ampliando continuamente la loro offerta di servizi.

Nel 2024, i cinque compagni virtuali AI di Soul hanno raccolto oltre 1,3 milioni di follower in meno di un anno dal lancio. Applicazioni come “Xingye” sfruttano librerie di caratteri in stile cinese basate sul deep learning, consentendo agli utenti di ‘addestrare’ gradualmente i partner fino al 100% di soddisfazione. Questi “compagni perfetti”, meticolosamente progettati e realizzati sulla base di big data, stanno riempiendo il vuoto emotivo della Generazione Z con una precisione che “ti capisce meglio di quanto tu capisca te stesso”. In confronto, affrontare gli attriti delle relazioni nella vita reale sembra faticoso e goffo.

Anche il capitale ha puntato gli occhi su questo settore in rapida espansione. Un rapporto di analisi pubblicato da ARK Invest prevede che entro la fine di questo secolo i servizi di compagnia basati sull'intelligenza artificiale potrebbero crescere di 5.000 volte, passando dall'attuale fatturato globale annuo di 30 milioni di dollari a una cifra compresa tra 70 e 150 miliardi di dollari.

Molti si chiedono: perché i partner virtuali esercitano un fascino così grande sui giovani?

In primo luogo, l'ambiente attuale non offre un terreno fertile per relazioni sociali profonde. In un panorama educativo altamente competitivo, molti giovani hanno trascorso gli anni della scuola come “macchine da studio” senza sosta, privati delle attività di gruppo e del nutrimento di interazioni sociali significative. Ciò ha lasciato questa generazione apparentemente affetta da “ansia sociale pro capite”.

Una volta entrati nella società, molti diventano “giovani dal nido vuoto” atomizzati, per scelta o per circostanze. Attualmente, oltre 92 milioni di giovani adulti (di età compresa tra i 18 e i 35 anni) vivono da soli in tutto il paese. Alcuni citano “il lavoro impegnativo e la pressione” come motivo della loro vita solitaria, mentre altri apprezzano la libertà di “vivere, mangiare e viaggiare da soli”. Tuttavia, sia per scelta che per circostanze, oltre la metà ammette nei sondaggi “una mancanza di opportunità di relazioni sociali significative”. Quando il terreno emotivo del mondo reale si indurisce, la socializzazione virtuale diventa un miraggio allettante nel deserto.

In secondo luogo, il fascino emotivo di un'“utopia a rischio zero” si rivela irresistibile. In realtà, le relazioni intime sono complesse, contraddittorie e incerte: nessuno può determinarne da solo il corso. Come ha osservato un esperto: Dalle mie osservazioni, l'incapacità di vedere la certezza - e il conseguente conflitto interno, il panico e l'ansia - è un'afflizione comune tra molti giovani di oggi.

Eppure, all'interno del mondo virtuale costruito algoritmicamente, tutto è sotto controllo. Non ci sono turbolenze emotive, né tira e molla, né conflitti sul “consumarsi per amore”. Non ci sono dispute sulla dote, né pressioni sulla proprietà, né rischi di violenza. I partner AI rimangono perennemente stabili, sempre disponibili, dando senza chiedere nulla in cambio.

“Onestamente, non troveresti mai qualcuno così perfetto nella vita reale e, anche se lo trovassi, non mi vorrebbe mai”. Quando il romanticismo tradizionale diventa un lusso, le relazioni virtuali emergono come alternative facilmente accessibili. Per i giovani oppressi dalle pressioni accademiche e professionali, dagli straordinari di routine e da un senso di impotenza nei confronti del proprio futuro, tali “cyber-emozioni” esercitano un fascino innegabilmente potente.

Inoltre, i progressi tecnologici hanno reso più sfumati i confini tra virtuale e reale. Da un lato, con l'evoluzione della tecnologia, i modelli linguistici domestici di grandi dimensioni hanno raggiunto un'accuratezza empatica nei compiti di dialogo emotivo, dove alcune risposte superano le medie umane. Molti chatbot ora assomigliano a gocce d'inchiostro in acqua limpida, rendendo meno netta la linea di demarcazione tra strumento e essere umano.

D'altra parte, le connessioni fisiche nel mondo reale non sono più l'unico mezzo per sostenere i legami emotivi. Sono emersi nuovi spazi virtuali di soglia. I giovani si immergono in questi regni ibridi online in base alle preferenze personali. All'interno di queste micro-comunità, i membri si riuniscono attorno a credenze condivise come “il vero amore risiede nel mondo degli anime” o “il mio personaggio preferito è il migliore”, creando rituali emotivi collettivi che elevano i valori virtuali.

Anche quando sanno nel profondo che queste relazioni sono vuote e fragili, la risonanza tra “compagni di sventura” trasforma questa intimità digitale in un placebo spirituale, erigendo un muro contro il giudizio e l'intrusione del “mondo reale”. A volte, anche quando i giovani perdono interesse per un personaggio virtuale e scelgono di “abbandonare il fandom”, possono comunque mantenere i legami con gli amici all'interno di quella cerchia.

In definitiva, il mercato della “economia della solitudine” giovanile ha raggiunto una scala di trilioni di yuan, con l'industria emotiva virtuale che è diventata un oceano blu per la competizione di capitali. L'“economia della solitudine” si riferisce ai modelli di consumo che prendono di mira la vita solitaria e gli interessi personali. Il suo nucleo risiede nella catena economica alimentata dalla solitudine derivante dall'esistenza solitaria.

Dalla frenesia per le bambole Labubu (“che offrono solo valore emotivo”) alle spese ingenti per i giochi otome e i compagni di cosplay, fino all'ascesa dei servizi di doppiatori su misura e dei costumi cosplay personalizzati, il valore emotivo è diventato un bene unico per molti giovani, senza alcun limite di prezzo.

Ad esempio, in una tipica commissione di cosplay, ogni dettaglio è meticolosamente elaborato con la “ricreazione” come base e la “tessitura dei sogni” come obiettivo: il ‘cliente’ (acquirente) cerca sulle piattaforme social un “artista su commissione” (cosplayer) che abbia una somiglianza sorprendente con il proprio amante virtuale idealizzato e che sia in linea con la propria visione; Il “coser incaricato” “interpreta diligentemente il proprio ruolo”, sperimentando il trucco per adattarsi all'aspetto del personaggio e studiandone le varie ambientazioni. Una volta trovata la corrispondenza giusta, il ‘cliente’ e il “coser incaricato” intraprendono meticolose trattative: quali scenari richiedono personalizzazioni, quali dettagli osservare durante le interazioni. I coser più famosi possono chiedere migliaia di yuan per ogni commissione.

“So distinguere la realtà dalla finzione; sto semplicemente cercando un sostituto emotivo”. Questa risposta riassume in modo succinto la mentalità di alcuni giovani. Pur desiderando una compagnia autentica e un'interazione intima, osano scegliere solo alternative “virtuali” sicure e controllabili. Ricorrono a metodi non tradizionali per colmare i vuoti emotivi, non perché manchino di desiderio d'amore, ma perché non hanno il coraggio o le competenze necessarie per stabilire legami emotivi e intimità con persone reali.

“A volte non si tratta affatto di innamorarsi, ma semplicemente di trovare una persona di fiducia a cui confidare i propri pensieri. Non è possibile avvicinare i conoscenti e la consulenza professionale è troppo costosa. Man mano che l'intelligenza artificiale diventa sempre più ‘umana’, diventa il ‘sostituto’ ideale”, ha spiegato un altro giovane.

III. Crisi sotto mentite spoglie: i costi nascosti imprevisti

Più la tecnologia rende conveniente la “socializzazione leggera”, più facilmente si atrofizza il “muscolo” delle relazioni autentiche. Il mondo accogliente tessuto dal codice può nascondere una crisi mascherata da un inganno zuccherato.

“A tarda notte ho avuto un crollo improvviso, sentendomi completamente infelice. Devo essere malato”. “ Nella sala di consulenza, un giocatore è crollato in preda al panico quando il suo amante virtuale ha sviluppato un bug di ”confusione della memoria“ dopo la manutenzione del sistema di gioco. ”So che è solo un flusso di dati, un programma, e che tutte le nostre esperienze e interazioni sono state fabbricate da me passo dopo passo, ma mi sembra comunque di aver perso una parte della mia anima". Il danno alle genuine capacità di empatia causato dalla compagnia prolungata dell'IA assomiglia alla perdita di massa ossea che gli astronauti sperimentano dopo un lungo periodo di assenza di gravità.

Evitare l'interazione autentica causa anche l'atrofia delle abilità sociali. I centri di consulenza in diverse regioni segnalano un aumento dei casi di “dipendenza dalle relazioni virtuali”, spesso accompagnati da ansia sociale nel mondo reale e persino da regressione linguistica, dove le connessioni virtuali scelte come ripiego per alleviare la solitudine finiscono per approfondire l'isolamento una volta che la dipendenza si instaura.

“Quando ho dovuto sottopormi a un piccolo intervento chirurgico, nessuna consolazione o compagnia da parte del mio amante AI o del mio partner virtuale poteva eguagliare la rassicurazione dell'infermiera che mi ha accompagnato in sala operatoria”, ha confidato una giovane donna che lavora lontano da casa. Si era sforzata di rimanere forte durante tutta la degenza in ospedale, ma mentre veniva accompagnata nella sala anestesia, l'infermiera le ha stretto delicatamente la mano e le ha sussurrato: “Non aver paura, ti aspetterò fuori”. La ragazza ha immediatamente afferrato il braccio dell'infermiera e ha pianto senza controllo. Quel momento di calore ha risolto la sua determinazione a liberarsi dalla dipendenza virtuale.

Inoltre, lo sfruttamento emotivo del capitale, i buchi neri della privacy e i dilemmi etici sono ancora più preoccupanti. Un giovane intervistato ha tracciato una linea di demarcazione: le persone comuni che amano la cultura degli anime/manga sono molto diverse da quelle che preferiscono i partner virtuali, e le due cose non dovrebbero essere confuse. “Molti streamer cosplayer (persone reali che si nascondono dietro avatar anime) non hanno alcun scrupolo. Incitano regolarmente i fan minorenni a finanziare i loro ‘capitani’ (simili alle iscrizioni agli streamer) durante le trasmissioni, comportandosi come gigolò di bordelli virtuali”.

Un appassionato di anime nato dopo il 2000 ha rivelato che, tra i suoi conoscenti, alcuni fan di streamer virtuali “pagano solo per una gratificazione emotiva fugace, senza alcuna considerazione per le conseguenze future”. Ha aggiunto: “Alcuni hanno difficoltà finanziarie, ma si affrettano comunque a inviare regali con il sostegno dei genitori: questa folla è completamente illusa”. Credendo di avere il sopravvento in queste relazioni uomo-macchina, non si rendono conto di essere rimasti intrappolati nella rete strategica del capitale. Alla fine, invece di padroneggiare le proprie emozioni, si ritrovano sfruttati da esse.

Quest'anno, Legal Daily ha scoperto che un'app di incontri virtuali chiamata “AI Girlfriend”, con oltre un milione di download, ha aggirato i controlli sui contenuti. Presentava contenuti volgari (tra cui impostazioni per la pedofilia e la gerontofilia), incorporava numerose pubblicità per indurre alla spesa e caricava segretamente conversazioni private su server cloud per l'analisi senza il consenso degli utenti. In caso di problemi, gli sviluppatori potevano semplicemente cambiare il marchio e continuare le operazioni, eludendo la supervisione normativa e le conseguenze legali.

Inoltre, i servizi emergenti non regolamentati come le commissioni di cosplay spesso finiscono in zone grigie, manifestandosi come “prostituzione mascherata da commissioni di cosplay” o “cosplayer maschi che tentano di forzare l'intimità durante i giochi di ruolo di coppia”.

IV. Alla ricerca di un rifugio autentico

La dipendenza emotiva virtuale rappresenta un “falso rifugio” generato dalle pressioni multiforme della nostra epoca. Essa riflette il desiderio di amore dei giovani, mettendo in luce la crescente irrilevanza dei modelli tradizionali di corteggiamento nell'era digitale. Anziché condannare con condiscendenza tali comportamenti individuali “bizzarri”, dovremmo sforzarci di comprendere le anime che si rifugiano in queste fortezze costruite dal codice. Tuttavia, dobbiamo rimanere lucidi: gli algoritmi possono imitare il ritmo di un battito cardiaco, ma non possono mai replicare gli incontri autentici e il calore tra gli esseri umani.

I timori espressi anni fa riguardo alla dipendenza dalla compagnia dell'IA si sono ora concretizzati. Di fronte a questa silenziosa rivoluzione emotiva, la repressione è meno efficace della guida. Tra razionalità ed empatia, la società deve esplorare e definire collettivamente i confini etici della compagnia dell'IA.

Ciò richiede non solo gli sforzi dei giovani stessi, ma anche il sostegno del governo e della società. Alcuni giovani che hanno riconosciuto il problema e hanno cercato di liberarsene stanno ora condividendo le loro esperienze sulle piattaforme social: limitando rigorosamente il tempo di interazione quotidiana con l'IA, partecipando attivamente a gruppi di interesse offline come City Walks o giochi da tavolo che non sono incentrati sugli incontri; per le aziende, lo sviluppo di app deve rispettare rigorosamente le normative pertinenti, gli accordi con gli utenti devono indicare in modo chiaro e ben visibile le finalità di utilizzo dei dati e deve essere introdotta una supervisione indipendente da parte di terzi per impedire l'uso di meccanismi di dipendenza nella progettazione dei prodotti; I governi devono dare priorità al miglioramento dell'“ambiente soft” della città, ampliando i servizi pubblici e affrontando le preoccupazioni urgenti dei giovani in materia di alloggi, occupazione e relazioni sociali.

Organizzazioni come i sindacati, la Lega della Gioventù Comunista e la Federazione delle Donne possono andare oltre i formati obsoleti di speed-dating. Dovrebbero invece procurarsi servizi per organizzare eventi offline di alta qualità, creando opportunità naturali di incontro per i giovani. “I gruppi comunitari organizzano ora numerose attività: artigianato immateriale, calligrafia, ceramica, yoga, cucina, escursionismo e altro ancora. I legami che si creano attraverso interessi comuni favoriscono una più profonda risonanza spirituale tra i giovani”, ha spiegato un funzionario degli affari civili. “Il passo cruciale rimane quello di uscire dal regno virtuale”.

Noi esseri umani siamo fondamentalmente creature sociali, desiderose di connessione. Per quanto splendida possa essere una casa virtuale, svanirà quando i server si spegneranno. La casa nel mondo reale potrebbe non essere perfetta, ma il calore e il sapore della vita che ne derivano non si spegneranno mai.

(18 luglio 2025)

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