L'intelligenza artificiale è capace di molte cose, ma inutile in quelle essenziali

Da qualche giorno sta girando nel web l'ultima previsione dell'oracolo Elon Musk: «Entro il 2025 l’intelligenza artificiale supererà l’intelligenza umana». Forse, più che di una profezia ragionata, sarebbe corretto parlare di un desiderio della classe dominante per meglio controllare tutto e tutti, ma, a parte ciò, se anche la previsione fosse corretta, la domanda che ne conseguirebbe sarebbe: «E allora?».

Ormai tutte le grandi previsioni piovono come acqua sporca per suscitare paure, dall'imminente guerra nucleare al futuro totalitario in stile Terminator guidato dall'intelligenza artificiale. Ma, in concreto, dei temi centrali non si parla mai, e forse non se n'è mai parlato. Evadiamo continuamente da ciò che è più importante.

Parliamo, per un momento, di chi siamo.

Le nostre esistenze umane sono colme di sofferenze, che si intrecciano con momenti di gioia e condivisioni piacevoli. Dalla nascita, che di per sé è dolorosa e traumatica, e segna l'inizio dell'esposizione alle ulteriori sofferenze della vita, fino alla morte, evento universale che condividiamo con tutte le forme di vita, il nostro percorso è una continua sfida emotiva ed esistenziale. L'invecchiamento e la malattia ci spingono nel declino, ma al contempo ci fanno riflettere sulla nostra mortalità, influenzando non solo noi stessi ma anche chi ci è vicino.

Tutta l'esistenza porta con sé il dolore derivante dai cambiamenti, dagli attaccamenti e dalle perdite, e l'insoddisfazione continua di desideri non realizzati.

Di fronte a questi problemi, l'intelligenza artificiale di cui tutti parlano non serve assolutamente a nulla. E' inutile.

Esiste qualcosa di migliore e di assai più evoluto dell'intelligenza artificiale che dà giustificazione e dignità a tutto questo dolore. E' il «pieno sviluppo della persona umana», citato nell'art. 3 della Costituzione Italiana. Questo pieno sviluppo è innanzitutto nella capacità di amare.

Quando le parole dell'intelligenza artificiale saranno di più di quelle di una mamma, l'essere umano si ritroverà in un vuoto esistenziale e in un non-senso dell'esistenza da cui non uscirà più, come se fosse caduto in un pozzo senza fondo. E nessuna dipendenza tecnologica o di altro genere lo aiuterà.

(13 aprile 2024)

La risposta all'imminente guerra? Abbandonare ogni paura e rafforzare la propria fede

Anch'io sento le notizie di guerra. Fanno parte del nostro percorso condiviso, fanno parte del nostro karma condiviso, fanno parte della nostra missione. Rimaniamo sereni, perché le paure fanno solo il gioco dei demoni.

Le notizie di stamani mi hanno fatto venire in mente il Gosho "I tre ostacoli e i quattro demoni".

I tre ostacoli sono:
1) l’ostacolo delle illusioni e dei desideri;
2) l’ostacolo del karma, che può riferirsi anche alle opposizioni da parte del proprio coniuge o dei figli;
3) l’ostacolo della retribuzione, che si riferisce anche agli ostacoli causati da parte dei propri superiori, come i governanti o i genitori.

I quattro demoni sono:
1) il “demone” o impedimento dovuto ai cinque aggregati;
2) il “demone” o impedimento dovuto alle illusioni e ai desideri;
3) il “demone” o impedimento della morte, perché la propria morte prematura impedisce la pratica del Buddismo, oppure la morte prematura di un altro praticante provoca dubbi;
4) l’impedimento del re demone del sesto cielo.

Nel Gosho "I tre ostacoli e i quattro demoni", Nichiren Daishonin scrisse:

[...] Non dovresti sentire la minima paura nel cuore. Sebbene una persona possa aver professato la fede nel Sutra del Loto molte volte sin dal remoto passato, è la mancanza di coraggio che gli impedisce di conseguire la Buddità. [...]
 

[...] Il Sutra del Nirvana afferma: «È da innumerevoli kalpa che la gente soffre. Le ossa che ogni individuo lascia dietro di sé in un kalpa si accatastano fino a raggiungere l’altezza del monte Vipula a Rajagriha, e il latte che succhia è pari all’acqua dei quattro mari. Il sangue che sparge supera la quantità di acqua dei quattro mari e così le lacrime che versa per la morte di genitori, fratelli e sorelle, mogli, figli e parenti. E anche se per contarli si usassero tutte le piante e gli alberi della terra divisi in pezzetti di dodici centimetri, non si potrebbero enumerare tutti i genitori avuti nelle passate esistenze». [...]

[...] Non si può sapere cosa ne sarà di te nemmeno nel prossimo futuro. Come puoi essere certo che la tua prosperità durerà tutta la vita? Perciò dovresti decidere di pensare unicamente alla felicità nella prossima esistenza. [...]

(13 aprile 2024)

Il peccato preferito dal diavolo

Il diavolo (tarocchi)Il peccato preferito dal diavolo è la vanità.
Tutto il mondo contemporaneo, e in particolare nell'ambito televisivo e dei social, è mosso, spronato e motivato dalla vanità, cioè dal diavolo.

Anche chi si incammina in certi percorsi spirituali, se sotto sotto lo fa per sentirsi migliore di altri, cioè per vanità, sta servendo il diavolo.

Facciamo prima a dire che tutto il mondo è costruito per servire il diavolo, cioè le nostre debolezze.

E quindi, la cura qual è?

Se lo vogliamo, possiamo usare una medicina potente e gratuita: si tratta di sostituire “l’essere visibile” con “l’essere”. Tutto qua.

Per assumere questa medicina, però, abbiamo bisogno di conoscere noi stessi.

(12 aprile 2024)

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