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Filosofia

È il tempo di pensare se hai tempo!!! (di Alessandro Pacenti)

Rapporto con il tempoBreve storia ma significativa per capire il pessimo rapporto che abbiamo con il "tempo". 

Vado dal primo benzinaio per gonfiare una ruota della bicicletta e chiedo se è possibile farlo. 

La risposta è: «Sì, ma adesso non ho tempo, passi più tardi».

Al che mi giro in cerca di un ipotetica persona in fin di vita, che il benzinaio doveva massaggiare fino al momento dell'arrivo dei soccorsi.

Beh, non c'era nessun bisognoso nei paraggi.

Pensavo agli 11 secondi di orologio, i quali un essere umano non è più capace né di dare né di gestire, perché lo percepisce come tempo perso.

Quindi mi è venuto da pensare al disagio che spesso sentiamo quando paghiamo un professionista per un lavoro e ci sentiamo e ci fa sentire come se gli stessimo rubando del tempo prezioso, mentre in realtà abbiamo pagato per il suo tempo.

Quindi, figuriamoci 5 secondi in modalità del tutto gratuita.

Tutto ciò è strano, in una società dove l'aiuto della tecnologia dovrebbe aumentare il tempo.

Quindi senza scomodare i grandi tomi della filosofia passata e neppure i poket book new age di autoaiuto, credo basterebbe pensare a:

Che rapporto abbiamo con il tempo?

Cosa significa spendere bene il nostro tempo?

Infine, cosa è il tempo?

Mettere il cambio in folle, spegnere il motore, e cercare di capire perché ci sentiamo "schiavi del tempo" sarebbe una piccola grande soluzione.

(Alessandro Pacenti)

Non c'è più tempo

Non c'è più tempo

Non c'è più tempo per non Amare

Non c'è più tempo per stare divisi

Non c'è più tempo per sentirci separati

Non c'è più tempo per sentirci soli, giacché mai lo siamo stati

Non c'è più tempo per dimorare nell'Ego

Non c'è più tempo per dividere, ne rimane soltanto per unire

Non c'è più tempo per lamentarci

Non c'è più tempo per non ascoltare la nostra Anima

Non c'è più tempo per odiare, per disprezzare, per giudicare

Non c'è più tempo per nuocere

Non c'è più tempo per cercare una verità diversa dall'Amore

Non c'è più tempo per avere nemici né per essere nemici: non esiste il nemico, esistono soltanto l'orgoglio e l'ignoranza

Non c'è più tempo per dare voce, dare forza e prestare il fianco alla nostra arroganza

Non c'è più tempo per cercare un potere diverso dall'Amore che tutto unisce e che a tutto e a tutti dà salute, forza, vigore e gioia di vivere

Non c'è più tempo per credere in un Dio che giudica e condanna, giacché Dio mai ha giudicato qualcuno, l'unica cosa che ha fatto è chiedere di Amare la vita. Dio altro non è che l'unione delle nostre Anime, ovvero l'insieme del meglio e della verità che è in ognuno di noi.

Non c'è più tempo per credere in un amore possessivo, non c'è più tempo per le gelosie o per la paura di perdere qualcosa: chi Ama veramente è parte di ciò che Ama e comprende la profonda interconnessione di tutte le cose, di tutte le persone, di tutte le forme di vita e di non vita.

Non c'è più tempo per credere alla propaganda, alla televisione, alla scuola, alla scienza non guidata dal cuore e alle religioni in cui qualcuno sta in alto e gli altri stanno in basso

La volontà di Dio è semplice e giusta: ama la vita, loda la vita, ama le persone, gli animali, le piante, le cose, ama quel che sei, ama quel che fai, sentiti unito al tutto, sentiti parte di una grande vita che comprende anche tutte le altre vite, e contribuisci meglio che puoi, con i tuoi talenti, a questa grande vita universale. Questa è esattamente la volontà della mia Anima, della tua Anima.

Non c'è più tempo per non attingere alla giustizia, alla verità,  al bene e alla divinità che è in ciascuno di noi

Siamo sull'orlo di un precipizio: non c'è più tempo per non cambiare, non c'è più tempo per non rivelare ciò che realmente siamo

Non c'è più tempo per non lasciarci guidare dalla nostra Anima e per non mettere a tacere un Ego avvelenato dai giudizi, dalla separazione, dalla cultura di morte di questa società malata

Non c'è più tempo per essere frammentati nei nostri pensieri, nei nostri sentimenti, nella nostra visione del mondo e delle cose

Non c'è più tempo per avere paura 

Non c'è più tempo per non avere la massima fiducia nella vita e nelle persone

Non c'è più tempo per non essere pienamente coerenti e per non vivere bene

Non c'è più tempo per non iniziare ogni giornata con tanta gratitudine e gioia

Non c'è più tempo per non assaporare la grande pace che deriva dall'assenza di giudizio, che a sua volta nasce da una profonda visione e comprensione delle cose

Non c'è più tempo per la collera, per l'avidità e per la stupidità

Non c'è più tempo per dire "no" alla vita

Non c'è più tempo per credere che il mondo sia ingiusto, perché in realtà tutto è come è perché deve essere esattamente com'è: nessuno di noi può giudicare né comprendere le infinite cause che hanno portato alla situazione attuale, ma ciascuno di noi può fare la sua parte per un presente vissuto bene e un futuro migliore

Non c'è più tempo per non adempiere alla nostra missione, così come ogni cellula del nostro corpo adempie alla sua missione per il bene e per l'unità di tutto l'organismo

Lo so: in questo grande organismo molte cellule sono malate e confuse, ma adesso è il tempo di guarire

Non c'è più tempo per non rivelare la verità splendida che è in ciascuno di noi

Grazie

Francesco Galgani,
17 febbraio 2018

Alla ricerca dell'intelligenza "naturale"... ben oltre quella "artificiale"

Dopo i miei precedenti articoli "Alla ricerca della verità... oltre la politica, oltre la religione" e "Alla ricerca della scienza...", stavolta sono alla ricerca dell'intelligenza nel suo posto "naturale", cioè nelle svariate forme di vita che rendono prezioso il nostro pianeta... e tra queste, magari, anche negli esseri umani.

Per l'appunto proprio oggi stavo leggendo che ormai l'intelligenza artificiale ha "superato" (?!) quella umana o, per dirla più correttamente, si sta sviluppando autonomamente facendo a meno degli esseri umani e delle loro conoscenze, percorrendo un proprio sentiero dalle conseguenze abbastanza inquietanti. Mi riferisco, nello specifico, a quanto è scritto nell'articolo "Google, la IA può fare a meno dell'uomo", in cui leggiamo che «non usando dati umani o esperienza umana sotto ogni profilo, abbiamo rimosso i limiti della conoscenza umana».

Onestamente ho serissime perplessità sul fatto che l'essere umano possa creare un'intelligenza migliore della propria in un macchina, nel senso più esteso e complesso che il concetto di "intelligenza" può assumere... Ritengo anche fuorviante considerare i limiti umani essenzialmente come limiti legati alla "conoscenza": gli antichi saggi, come ad es. il Budda storico vissuto in India due millenni e mezzo fa circa, disponevano sicuramente di una "quantità" di conoscenze inferiori a quelle di una persona contemporanea mediamente istruita, eppure... ciò di certo non rappresentò un limite alla loro capacità di vivere pienamente la vita, di amarla, di lodarla, di ringraziarla e di dare un senso profondo alla propria esistenza.

Più che preoccuparsi di superare i limiti della propria intelligenza, secondo la mia modesta opinione, l'essere umano contemporaneo potrebbe invece concentrarsi sul provare a superare i limiti della propria stupidità autodistruttiva, vista la condotta suicida da parte della specie umana, che sta distruggendo senza sosta il proprio ecosistema (e quindi la propria possibilità di vita), generando al contempo guerre su guerre e creando tanta povertà e sofferenza ovunque.

In un altro articolo, intitolato "Cassandra Crossing/ Il vero, il falso, la guerra e la cultura", sempre a proposito di intelligenza artificiale, leggiamo che:

«[...] L'Intelligence americana è preoccupata che nel prossimo futuro, grazie all'Intelligenza Artificiale, possa essere prodotto materiale informativo falsificato di qualità indistinguibile da quello vero, e in quantità talmente massiccia da poter essere usato per "corrompere" la conoscenza preesistente.
Ovviamente questo viene inquadrato in un contesto di supremazia presente, nonché di conquista e mantenimento della supremazia futura, in un nuovo settore strategico. [...]
La cosa inquietante, anzi preoccupante per i normali essere umani, è considerare le conseguenze di una guerra informativa su larga scala, combattuta generando grosse quantità di informazioni false indistinguibili da quelle vere. [...]
Come distinguere il vero dal falso dopo una "catastrofe informativa"? Come ripristinare la cultura "vera" dopo una "guerra informativa globale"?
E ancora... Sarebbe possibile "ricostruire la cultura" o dobbiamo prendere in considerazione la possibile fine della cultura come oggi la conosciamo, una "estinzione della verità" equivalente ad un mondo spopolato da una guerra termonucleare globale?
In tutta sincerità, "sic stantibus rebus", non è mai troppo presto per occuparcene.»

Orbene, qualcuno dei miei lettori ha visto il film "Sesso e Potere"? La problematica affrontata è la stessa, e senza bisogno di intelligenza artificiale.

Se continuiamo così, allora stiamo continuando a prenderci in giro. Ho l'impressione che tutta questa intelligenza artificiale serva a rendere ancora più deleteri i limiti esistenziali di alcuni esseri umani, andando ad amplificarne gli aspetti negativi legati all'avidità, alla malata ossesione per il potere e per i soldi, al disprezzo per la vita altrui.

Non abbiamo bisogno di intelligenza "artificiale" per migliorare le nostre esistenze e contribuire a migliorare le sorti dell'umanità. Abbiamo già tutto ciò che ci occorre e che ci è connaturato.

Francesco Galgani,
30 ottobre 2017

Alla ricerca della verità… oltre la politica, oltre la religione

Stamani stavo leggendo l’ennesima dimostrazione di come siano ritoccate o censurate le notizie sui media tradizionali, con lo scopo, evidentemente, di indirizzare i pensieri (e quindi il voto politico) delle persone in una certa direzione. Tra i vari commenti ad un articolo apparso oggi sul blog di Beppe Grillo, intitolato “Il patto sui media contro il MoVimento 5 Stelle”, mi ha colpito questa esternazione, probabilmente banale, ma efficace nella sua sinteticità: «Quando un direttore di giornale omette, declassa o storpia una notizia lo fa con un unico pensiero: i miei lettori sono una massa di idioti manipolabili. Fine.»

Ma andiamo oltre… in questo mio articolo non voglio parlare di quanto sia imbavagliata e ingiusta la stampa nostrana, ne ho già scritto abbastanza nel mio blog. Mi interessa invece soffermarmi su un altro aspetto della questione: “Che cos’è la verità?”.

Nel titolo del presente articolo ho scritto “oltre la politica, oltre la religione”, perché ho l’impressione che il fatto di schierarsi (nel senso di identificarsi) con un partito politico e il fatto di aderire (anche in questo caso nel senso di identificarsi) ad una religione spesso possano avere tratti in comune sul lato del fanatismo… specialmente quando i diretti interessati ritengono il proprio in-group depositario di qualcosa che il resto del mondo non ha. Il fanatismo politico, religioso o di altro genere ha sempre le proprie basi in qualcosa che riguarda la “verità”.

Qualcuno fa della ricerca della verità il proprio scopo di vita, ritenendo “la verità” (come se ne esistesse una) il massimo valore verso cui tendere. Altri, più semplicemente, accettano come vera la verità ricevuta da altri, risparmiandosi il calvario che la ricerca della verità potrebbe comportare.

Ritorno però alla domanda centrale: “Che cos’è la verità?”

Secondo la mia opinione, qualsiasi verità è autorefenziale (o riconducibile ad altre verità autorefenziali), nel senso che, in ultima analisi, è vero ciò che riteniamo tale... né più, né meno. La verità non è una proprietà intrinseca di un pensiero, di un fatto o di una serie di eventi, è piuttosto un’attribuzione “esterna” operata dalla mente umana su ciò che essa è in grado di concepire, allo scopo di agevolare se stessa. La mente umana, infatti, “ha bisogno” di “possedere” alcune verità per il proprio funzionamento, ma tale attribuzione di verità è e rimane arbitraria.

Il pensiero scientifico, da Galileo in poi, si basa sulla ricerca della verità, ma accetta di non poter mai giungere ad essa. La scienza non elargisce verità ed è sempre pronta a mettere in discussione ogni suo assunto… o almeno così dovrebbe essere, altrimenti, più che di scienza, dovremmo parlare di religione. Con questo intendo dire che i dogmi religiosi sono verità assiomatiche, ad es., come affermato da Ariel Di Porto, rabbino capo della Comunità Ebraica di Torino, l'esistenza di Dio non può essere dimostrata, ma deve essere considerata al pari di un assioma (fonte: "Incontro con i teologi, 6 marzo 2016, trascrizione ufficiale del convegno", pag. 15).

A proposito di assiomi, la matematica è serva e regina di tutte le scienze, ma la matematica non contiene in sé alcuna verità: essa si basa su pochi assiomi ritenuti arbitrariamente veritieri, ma nessun assioma è intrinsecamente vero o falso. La matematica è proprio la dimostrazione per eccellenza dei limiti della ragione umana. A tal proposito, mi viene a mente il primo teorema di incompletezza di Kurt Gödel, il quale dimostra che qualsiasi sistema che permette di definire i numeri naturali è necessariamente incompleto: esso contiene affermazioni di cui non si può dimostrare né la verità né la falsità. In altre parole, non è mai possibile giungere a definire la lista completa degli assiomi che permetta di dimostrare tutte le verità.

In sintesi, tutte le scienze si basano in qualche modo sulla matematica, ma la matematica non contiene verità o falsità assolute, ma soltanto affermazioni ritenute vere o false in base a ciò che può essere dedotto dagli assiomi, i quali sono assunti come veri soltanto per “comodità”.

Tornando dalla matematica alla vita di tutti i giorni… non è forse la stessa cosa? Non assumiamo come vero ciò che ci fa comodo ritenere tale? Ciascuno di noi non “possiede”, consciamente o inconsciamente, alcune “verità ultime indimostrabili” che, similmente agli assiomi matematici, ci aiutano a comprendere il mondo e a prendere delle decisioni?

Non esiste "la verità". Esistono infinite parziali verità, tutte da relativizzare. Ogni affermazione del tipo “La verità è...”, in questa mia ottica sicuramente opinabile, è priva di senso.

Come scrissi nel mio precedente articolo “L'illusione di conoscere la realtà”, mi tornano a mente le parole che Bud Spencer, nel ruolo di Bulldozer (film del 1978), disse a un giovane: «Non dar credito a quello che gli altri dicono, ma impara a cercarti da solo la verità».

Buone riflessioni,
Francesco Galgani,
15 ottobre 2017

P.S.: Sullo stesso tema, segnalo il mio articolo successivo "Alla ricerca della scienza..."

Per chi ama gli animali...

E se fosse dentro di te il Piccolo Hiawatha?

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cartone animato di Walt Disney (1937)

Ogni giorno è un giorno fortunato! ;-)

Ogni giorno è un giorno fortunato! ;-)

A volte troppo distratti
per gioire della Vita,
per coglierne l'Essenza,

nei bambini che giocano,
nella Luna sul mare,
nell'Amore universale

che qui ci vuole,
per Amore e Lodare,
e sempre Ringraziare,

perché ogni persona
è un mondo speciale,

perché ogni vivente
anela d'Amare.

(Francesco Galgani, 27 agosto 2017)
https://www.galgani.it/poesie/index.php/poesie/680-ogni-giorno-e-un-giorno-fortunato--

La legge dell'Amore (poesia)

La legge dell'Amore

Tra opulenza e povertà,
vedo la miseria
tra le pieghe della società,

a volte mascherata,
altre più evidente,
specie nella faccia
di chi più ha niente.

Penso a Gandhi,
alla forza reale
di chi mai accetta
di servir quel male

che separa le persone,
violenta gli onesti,
sputa veleni
con scopi perversi.

La soluzione c'è,
oltre le apparenze
il Cuor sa dov'è...

sotto la zavorra
d'un vivere indecente,
oltre collera e stupidità
che deturpano la gente.

Vera povertà
è amarissimo regalo
dell'umana avidità,

l'unica ricchezza
si trova nell'Amare,
dove c'è virtù vera
Vita sa ringraziare.

(Francesco Galgani, 24 agosto 2017)
https://www.galgani.it/poesie/index.php/poesie/679-la-legge-dellamore

La legge della vita umana è la legge dell'amore (Tolstoj, "Lettera ad un indù")

Riporto parte di uno scritto di Lev Tolstoj che mi ha colpito molto e che mi ha ispirato molte riflessioni, anche una poesia. Questo scritto influenzò molto il pensiero di Gandhi, che rispose a Tolstoj chiedendogli il permesso di ripubblicare la lettera in questione (come documentato nel libro che ho riportato come fonte). Riporto poi in calce alcune parole su Tolstoj e sull'importanza che ebbe per la sua gente.

Tratto da "Lettera ad un indù", di Lev Tolstoj (fonte: "Gandhi", pag. 109-110, di Yogesh Chadha, traduzione di Mario Prayer, supplemento a Famiglia Cristiana n. 26 del 30 giugno 2002, editore Mondadori, ISBN 9788804473534):

«Solo liberandosi dalla credenza nei vari Ormuzd, Brahma, Sabaoth, nelle loro incarnazioni in Krishna e nei Cristi, dalla credenza nel paradiso e nell’inferno, negli angeli e nei demoni, dalle reincarnazioni e dalle resurrezioni, dall’idea dell’intromissione di Dio nell’esteriore vita terrena; liberandosi soprattutto dal riconoscimento dell’infallibilità dei vari Veda, Bibbie, Vangeli, Triptaka, Corani, ecc.; liberandosi al tempo stesso dal credere ciecamente nelle varie dottrine scientifiche su atomi e molecole infinitamente piccoli e su mondi infinitamente grandi e infinitamente remoti, sui loro movimenti e sulle loro origini, sulle forze [che li governano]; liberandosi dalla fede cieca nella certezza di sedicenti leggi scientifiche cui l’umanità dovrebbe essere soggetta: le leggi storiche ed economiche, le leggi della lotta e della sopravvivenza, ecc.; solo liberandosi della terribile accumulazione di oziosi esercizi delle facoltà inferiori della mente e della memoria che vengono chiamati scienza, da tutte le innumerevoli suddivisioni di ogni sorta di storie, antropologie, omiletiche, batteriologie, giurisprudenze, cosmografie, strategie - il loro nome è legione -; solo liberandosi da tutta questa zavorra rovinosa e intossicante, allora quella legge dell'amore, semplice, chiara, accessibile a tutti, così connaturata all'umanità, che solve tutte le domande e tutte le incertezze, diventerà da se stessa evidente e vincolante...
L'indù, al pari dell'inglese, del francese, del tedesco e del russo, non ha bisogno di costituzioni, rivoluzioni, conferenze di sorta, congressi, di nuove e ingegnose invenzioni per navigare sott'acqua o per volare nell'aria, di esplosivi potenti o di comodità di ogni genere per il piacere delle classi ricche e dominanti: non di nuove scuole, di università in cui si insegnano innumerevoli scienze, né dell'aumento dei giornali e dei libri, e dei grammofoni e dei cinematografi, né di quelle stupidaggini puerili e per lo più corrotte che vengono chiamate arti. Una sola cosa è necessaria, la conoscenza di quella semplice, chiara verità che giace sul fondo dell'animo di ogni uomo che non sia offuscato dalle superstizioni religiose e scientifiche: che la legge della vita umana è la legge dell'amore, la quale dà la suprema felicità a ogni singolo uomo e all'umanità intera.» 

E adesso, due parole su Lev Tolstoj (fonte: La Nuova Rivoluzione Umana – Puntata 63, vol.30 Capitolo III: Slancio impetuoso):

«[...] Il giorno seguente si recò presso la casa museo di Lev Tolstoj, a Mosca. La dimora del grande scrittore, conservata così com’era nel diciannovesimo secolo, era una costruzione di due piani in legno, il cui pavimento scricchiolava evocando i ricordi del passato. Tolstoj aveva trascorso gli ultimi diciannove anni della sua vita in quella modesta abitazione. Nel suo studio si conservavano un tavolo, una sedia, un portapenne, una boccetta d’inchiostro e altri oggetti, così come lui li aveva lasciati. Vi era esposta anche l’accetta con cui tagliava la legna per la stufa, e il grembiule che era solito indossare per quel lavoro. In quella casa erano nati molti dei suoi capolavori, tra cui Resurrezione, una delle sue ultime opere più famose.  La delegazione entrò nel museo. Nell’austero edificio con i soffitti alti tipici del periodo in cui visse l’autore, erano conservati i componimenti di Tolstoj ai tempi delle elementari, il diario che aveva tenuto fino alla fine dei suoi giorni, i manoscritti di opere quali Guerra e pace e Anna Karenina, una statua e alcuni suoi ritratti. In particolare attirò l’attenzione di Shin’ichi un fermacarte di vetro verde posto accanto a una bozza in cui si notavano alcune parti censurate. Sulla superficie erano state impresse numerose firme ed espressioni di ammirazione rivolte allo scrittore. Era un dono degli operai di una vetreria. «Lei si è costruito lo stesso destino di numerosi grandi precursori dell’epoca», «Il popolo russo la annovera tra le grandi personalità, così care e preziose, e sarà eternamente il nostro orgoglio». Mentre si prodigava per sostenere le persone in stato di indigenza, Tolstoj aveva impugnato la penna per lottare contro le falsità e l’ipocrisia di una chiesa e di un governo caduti nella corruzione. Per tali ragioni le sue opere furono sottoposte a una severa censura, la pubblicazione venne ostacolata ed egli finì per essere scomunicato dalla chiesa. Ma il popolo infuriato lo difendeva e lanciava potenti grida di giustizia. Quel popolo risvegliato che aveva smascherato gli inganni dei religiosi dell’epoca, ricercava una religione che si ponesse dalla parte del popolo, degli esseri umani. Le persone sagge sanno discernere accuratamente tra le religioni.»

Il potere delle parole, degli stati d'animo, delle intenzioni

Noi siamo composti per tre quarti di acqua.

Tra i vari esperimenti condotti da Masaru Emoto, che ha fotografato come reagisce l'acqua in base alle parole a cui è sottoposta, c’è anche il curioso esperimento della Consapevolezza del Riso.

In questo esperimento, il Dr. Emoto ha messo del riso cotto in tre vasi sigillati: ha scritto delle parole su ogni vasetto ed ha incaricato dei bambini di una scuola di leggere le etichette scritte sul barattolo ogni giorno quando vi passavano davanti. Sul primo vasetto aveva scritto "Ti Amo" e ogni giorno i bambini glielo ripetevano ad alta voce. Sul secondo vaso aveva scritto "Ti odio" e anche a questo i bambini lo ripetevano ogni giorno. Il terzo vaso non aveva etichette ed è stato messo da parte e ignorato. Dopo poche settimane, il riso nel primo barattolo sembrava fresco come il giorno in cui era stato sigillato. Il riso nel secondo barattolo era muffo e marcio.  Tra lo stupore generale, anche il riso nel terzo vaso era completamente marcio.

Noi siamo fatti principalmente di acqua, ricordiamocelo. Le parole che usiamo, le intenzioni che abbiamo e i nostri stati d'animo influiscono sulla nostra e sull'altrui salute. E' meglio percorrere la vita dell'Amore e della Gratitudine, piuttosto che altre strade.

Francesco Galgani,
13 agosto 2017

Masaru Emoto - Cristalli di acqua

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