You are here

Conosciamoci - Un incontro interreligioso

E l'uomo creò Dio a propria immagine e somiglianza

Riporto il presente articolo "E l'uomo creò Dio a propria immagine e somiglianza" nella sezione "Conosciamoci - Un incontro interreligioso - Non esiste il nemico, esiste solo il frutto dell'orgoglio e dell'ignoranza" del mio blog perché, secondo me, un dialogo "vero", ovvero senza instradamenti e/o conclusioni prestabilite, dovrebbe essere aperto a tutti, anche a coloro che hanno fatto in modo che il pensiero critico, lo studio, la fil

Gohonzon. Fiducia. Nam-myoho-renge-kyo

Vedi anche: "Gohonzon - Alcuni poteri del Daimoku (Nam-myoho-renge-kyo)"

Quanto segue sono parole dedicate a chiunque le desideri, affinché siano fonte di incoraggiamento a recitare Nam-myoho-renge-kyo davanti al Gohonzon, con lo spirito di fidarsi e affidarsi... grazie!

Fiducia

Mi fido del Gohonzon.
Mi affido al Gohonzon, tutto va nella giusta direzione.

Il daimoku fluisce costante e sicuro di sé, come lo scorrere di un torrente fatto di acqua fresca e limpida, scrosciante e grazioso in mezzo ad una natura amica.
Noi siamo in questa natura amica, noi siamo a nostro agio.

L’acqua della fede e della pratica scorre sempre. Nulla può fermarla. Sempre rinnovata, non manca mai, nulla può prosciugarla, nulla può esaurirla. E’ acqua pura che tutto cura, che ad ognuno dà ciò di cui ha bisogno.

Un nuovo giorno è iniziato. Una nuova sfida di fede. Una nuova felicità.

Amare, lodare, ringraziare il Gohonzon anche oggi.
Amare, lodare, ringraziare la Vita anche oggi.

Il Gohonzon sono io. Il Gohonzon siamo noi.
Noi siamo la Legge mistica.
Noi, insieme, siamo il Budda.

Davanti al Gohonzon, non c’è distinzione tra di noi: siamo tutti cuccioli del re leone.

L’acqua che tutto cura, che tutto nutre, che tutto purifica, siamo noi.

Nam-myoho-renge-kyo è luce che sorprende, è speranza che supera ogni resistenza, è buona fortuna che ci accarezza.

Kosen-rufu è essere noi stessi un verso di una poesia di pace, ovunque andiamo. Shakubuku è il desiderio di dissetarsi dalla stessa fonte di saggezza e compassione.

Il daimoku continua a fluire oltre lo scorrere del tempo. Immagini e sentimenti di piena libertà e massimo splendore giungono da me spontanei, non li cerco. E intanto continuo a ripulirmi e a purificarmi con la buona medicina senza tempo di Nam-myoho-renge-kyo.

Mille Budda che occhio non vede, ma che il cuore sente, sono con me qui, adesso.
Vivi e non vivi, rinati e non ancora rinati, sono tutti coccolati dalle carezze compassionevoli del mio daimoku, del nostro daimoku.

Il daimoku diffuso ovunque da noi preziosi Bodhisattva della Terra ingentilisce il cuore, scioglie le paure, apre un futuro di pace.

Grazie!

(Francesco Galgani, dicembre 2017, pdf per la stampa)

Piccolo manifesto per una nuova religione

Più ascolto e osservo la vita nelle sue molteplici manifestazioni, con attenzione alle persone, alle relazioni interpersonali e allo svolgersi delle nostre società, e più mi rendo conto dell’urgenza di una nuova religione… una religione che non ha un nome e neanche comandamenti, ma un solo scopo al di là di tutti gli egoismi che ci separano, delle paure che ci fanno chiudere in noi stessi e dei giudizi che ci avvelenano.

Al centro di questa nuova religione c’è un nuovo stile di pensiero, davvero rivoluzionario e sufficiente a cambiare le nostre sorti: ci prenderemo cura degli altri esseri viventi in modo semplice, sobrio e compassionevole. Il nostro appagamento non sarà nel possesso e nella fama, ma nelle relazioni cuore a cuore che riusciremo a costruire. Ogni volta che incontreremo una persona, una domanda ricorrente nell’intimità dei nostri pensieri sarà: “E se io fossi al tuo posto? Se avessi vissuto io le tue esperienze, se avessi il tuo corpo, la tua storia, le tue pene? Cosa posso fare io per te?”. L’ascolto e l’accoglienza saranno il nostro credo, il non-giudizio sarà la base della nostra pace interiore.

Se tutto ciò già fa parte della tua religione, del tuo credo o della tua filosofia, io ti ringrazio.

La vita è eterna e in questa esistenza abbiamo l’opportunità di migliorarci come esseri umani. Quali cose abbiamo fatto nelle vite passate? E in questa vita? In un tempo infinito, vita dopo vita, in questo e in altri mondi, probabilmente abbiamo già sperimentato di tutto… probabilmente noi stessi abbiamo già fatto quello che adesso non ci piace, o che persino deploriamo, e che vediamo fare ad altri: il giudizio tace, perché anche noi abbiamo fatto quelle cose, o potremmo trovarci prima o poi nelle stesse condizioni di chi le sta facendo. Tutti abbiamo una bontà innata: ciò che conta è gioire della vita, giorno dopo giorno, cercando di migliorarci e di aver fede nella nostra e nell’altrui preziosità. Non avremo bisogno di etichettare le persone o di inserirle in determinate categorie: quel che conta è che siamo tutti esseri umani.

La vita è bella e degna di essere amata, lodata e ringraziata, sempre.

Ti ringrazio per aver letto queste mie parole. Basta poco per creare un mondo nuovo.

Francesco Galgani,
24 settembre 2017

Noi Figli delle Stelle - In omaggio a Mauro Biglino

Premessa: chi conosce il mio blog, sa che qui ho dato ampio spazio a persone di vari orientamenti religiosi, tra cui cristiani, musulmani e buddisti, e che ho dedicato mie riflessioni alle idee provenienti da persone di culture differenti. Ho anche cercato di contattare per le mie interviste persone di religioni non rientranti tra quelle precedentemente menzionate. In questo contesto religioso pluralista e rispettoso, io ritengo che ci sia qualcosa da imparare da tutti. Mauro Biglino, a cui dedico questa pagina, è un uomo le cui idee hanno scosso gli animi di molte persone, con reazioni a volte tutt'altro che amorevoli. Secondo la mia modesta opinione, saper crescere come essere umani significa anche saper stare nel conflitto, nel senso più sano e costruttivo di questo termine, senza che esso degeneri in violenza o nella svalorizzazione altrui. Forse la cosa più importante, in questi casi, è cercare di vedere quello che di buono ha ogni persona, perché come il bene e il male esistono dentro il nostro corpo e la nostra mente, la stessa cosa vale per le altre persone. Inoltre siamo tutti inter-dipendenti, noi esistiamo perché esistono gli altri, e viceversa.

Il motivo per cui ho scritto questa premessa, in realtà inserita successivamente alla pubblicazione di questo articolo, è che sono stato accusato di mancanza di rispetto e di umiltà (verso i cristiani) per aver dato spazio alle idee di un uomo che, sostanzialmente, asserisce che la Bibbia non ha i contenuti teologici che ci sono stati tramandati, ovvero non è un testo religioso, ma al massimo (secondo lui) è un testo con una base storica su cui sono stati costruiti dei racconti. Finora, come dicevo, ho dato spazio e ascolto a molte idee, ragion per cui non vedo perché non dovrei accogliere anche Mauro Biglino. Tanto, in ogni caso, nessuno di noi ha la verità in tasca. Il dubbio è molto importante, perché genera la molla della conoscenza e dello spirito di ricerca. Soltanto gli stolti non hanno dubbi.

Se qualcuno si sente offeso nell'ascoltare convinzioni diverse dalle proprie, secondo me, allora, potrebbe essere per lui o per lei una buona occasione per dare uno sguardo profondo alle radici delle proprie convinzioni: penso questo perché, nella mia esperienza, quando una persona è in pace con se stessa, allora è libera di ascoltare qualunque opinione senza offendersi e senza arrabbiarsi. Questo, ovviamente, lo dico innanzitutto a me stesso.


Noi Figli delle Stelle

Massimo rispetto a Te,
Autore valoroso:
Udisco le Tue parole,
Risonanti di coraggio,
Oltre ogni paura...

Bagliori di storia
Incredibile e bella
Giungono dal Tuo studio,
Lasciando volare
Immense fantasie
Nei sogni d'un passato
Ora forse svelato.

Grazie!

(Francesco Galgani, 8 settembre 2017)

 
Mauro Biglino (Torino, 13 settembre 1950) è un saggista e traduttore italiano. Cultore di storia delle religioni, specializzatosi nella traduzione dall'ebraico antico, ha tradotto dal testo masoretico diciannove libri della Bibbia, di cui dodici pubblicati nel libro "I profeti minori" ed i rimanenti ne "I cinque Meghillôt", libri pubblicati a cura di P. Beretta per la casa editrice Edizioni San Paolo. Conferenziere e curatore di prodotti multimediali sugli argomenti trattati, come traduttore della Bibbia è stato intervistato dalla televisione nazionale italiana e da diverse emittenti radiofoniche. Secondo Biglino, attraverso l'analisi diretta di quanto riportato dai testi ebraici della Bibbia, si potrebbe meglio accedere alla conoscenza ed alla comprensione del loro significato. Biglino pone in risalto come dalla lettura letterale della Bibbia non emerge alcuna traccia dei concetti teologici facenti parte del pensiero cristiano, come il Dio Immanente, Eterno ed Onnipotente, la Creazione, il Peccato Originale, l'Immacolata Concezione, l'Amore per tutti, ecc., documentando le sue affermazioni con dizionari accreditati e studi di docenti e teologi. Mette anche in risalto come l'attuale traduzione della Bibbia adottata dalla Chiesa Cattolica contenga errori significativi e interpretazioni arbitrarie assai differenti dal testo originale, errori segnalati già da decenni nei dizionari.

Biglino pone anche in risalto i riferimenti e le conoscenze tecnologiche di coloro i quali, per i propri scopi, secondo la Bibbia avrebbero creato l'uomo a propria immagine e somiglianza. Inoltre evidenzia come, nei testi biblici, sarebbero riscontrabili riferimenti a velivoli alieni - o comunque a dispositivi dotati di tecnologie all'epoca non conosciute e non compatibili con il livello di conoscenze tecnologiche del periodo - ed alla presenza di esseri provenienti da altri pianeti.

Sempre aperto al dialogo e al confronto con altri studiosi, ci tiene a precisare di non possedere alcuna verità e di non avere alcun tipo di conoscenza della divinità o della vita dopo la morte, lasciando tale questione alle valutazioni, alla sensibilità e alla fede individuali.

E' facile trovare in rete molte sue conferenze integrali, libri ed e-book.

Il 6 marzo 2016, a Milano, Mauro Biglino ha partecipato ad una tavola rotonda (sotto riportata) sulle differenti letture storiche, teologiche, filologiche e letterali dell'Antico Testamento. L'incontro è stato organizzato dalla Uno Editori con lo scopo di fornire al pubblico le differenti visioni che l'Antico Testamento ha ispirato nei secoli. Hanno partecipato anche:

- Ariel Di Porto, Rabbino capo della Comunità Ebraica di Torino;
- Mons. Avondios, Arcivescovo della Chiesa Ortodossa di Milano;
- Daniele Garrone, biblista e pastore protestante, uno dei maggiori esperti di Antico testamento all'interno della confessione valdese;
- Don Ermis Segatti, sacerdote e docente di Teologia e Storia del Cristianesimo presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale;
- Emilio Salsi, ricercatore indipendente.

Mauro Biglino è, come facile intuire, oggetto di critiche e offese da parte di coloro che non sono ben disposti ad accettare la libertà di espressione di un pensiero diverso dal proprio. Egli asserisce sempre di non possedere alcuna verità: ciò dovrebbe valere per qualunque persona abbastanza umile da non volersi collocare al di sopra degli altri. Come ho scritto in questa sezione del mio blog dedicata al dialogo interreligioso: «Non esiste il nemico, esiste solo il frutto dell'orgoglio e dell'ignoranza».

Questa mia poesia è un omaggio al suo coraggio e un ringraziamento per avermi fatto sognare ad occhi aperti una ricostruzione della storia dell'umanità diversa sia da quella strettamente darwiniana, sia da quella teologica, ricostruzione che per certi versi è affascinante e compatibile con altri testi antichi, con le conoscenze di ingegneria genetica di cui già disponiamo e con alcune evidenze che, per il momento, la scienza ufficiale ancora non sa spiegare, ma su cui si sta interrogando.

Tavola Rotonda 6 marzo 2016, Milano: Mauro Biglino, Ariel Di Porto, Mons. Avondios, Daniele Garrone, Don Ermis Segatti, Emilio Salsi. Fonte: https://maurobiglino.it/conferenze-e-video/

DOWNLOAD MP4

Riporto qui di seguito anche l'intervista doppia tra Mauro Biglino e Monsignor Avondios, perché mi sembra un buon esempio di dialogo tranquillo e pacifico tra persone che hanno idee diverse, ma tra le quali c'è comunque rispetto e reciproca stima.

DOWNLOAD MP4

Tra religione e ragione, oltre le ideologie, oltre i credo, insieme per la pace

Con il mio caro amico Giulio Ripa, ho avuto uno scambio di riflessioni sul rapporto tra religione e ragione, giungendo entrambi, per strade diverse, alla conclusione che religione e ragione hanno entrambe bisogno l'una dell'altra. Una sintesi del pensiero di Giulio, a tal proposito, si trova nel suo articolo "Tra ragione e religione", di cui invito ad una lettura.

Da parte mia, al di là delle difficoltà di definire che cosa sia una religione, ritengo, in estrema sintesi, che se la religione manca di ragione rischia di scivolare velocemente e pericolosamente nel fanatismo intollerante ed estremista, disconoscendo tutto ciò che è diverso da sé. Il viceversa è che se la ragione manca di religione, ovvero manca di quel qualcosa che trascende il pensiero logico-deduttivo, ovvero che è proprio di altre facoltà umane che trascendono la ragione, come l'Amore, rischia di scivolare in comportamenti assai distruttivi e pericolosi, come il proliferare delle bombe atomiche, la distruzione ambientale e anche quella personale. Ragione e religione dovrebbero quindi andare insieme, perché l'una ha vicendevolmente bisogno dell'altra.

Visto che ho parlato di Amore, nel modo in cui mi sono espresso sembra che stia affermando che l'Amore sia una religione. Ovviamente dipende da come si vogliono vedere le cose. Il pensiero cristiano, ad esempio, crede in Dio, secondo il cristianesimo Dio è Amore, ne segue che tale religione è fondata sull'Amore. Il pensiero buddista ricerca la compassione e la saggezza del Budda, il Budda non è altro che Vita compassionevole e amorevole che desidera il bene di tutte le altre forme di Vita, quindi anche tale religione è fondata sull'Amore. Un discorso simile potrebbe esser fatto per altre grandi religioni. E proprio a proposito di Amore, invito i miei lettori a rileggersi la "La legge della vita umana è la legge dell'amore (Tolstoj, "Lettera ad un indù")", che avevo pubblicato alcuni giorni fa nel mio blog e che oggi ho integrato con alcune informazioni aggiuntive su Tolstoj.

Ad ogni modo, discussioni filosofiche e teologiche a parte, la mia attenzione continua ad essere colta dal fatto che oggi la vera urgenza è capire la situazione a cui siamo arrivati, come genere umano e come individui, e porvi rimedio "adesso". Tanto per esser chiari, se in questo preciso momento dovessero essere impiegate delle armi nucleari, l’umanità correrebbe il rischio di estinguersi completamente. A tal proposito, tra anni fa scrissi la poesia "L'Orologio dell'Apocalisse", il quale orologio, peraltro, esiste davvero (come riportai in calce alla poesia). Perciò è più che mai urgente rinunciare all’idea stessa di difendere la pace con la forza piuttosto che con l’uso della saggezza: in caso contrario, finiremmo per accettare implicitamente l’idea stessa della nostra autodistruzione.

La pace nel mondo ha inizio nel momento preciso in cui riusciamo ad unire i nostri cuori... ma di certo sbandierare il proprio credo filosofico, religioso, scientifico o politico o di altro genere non serve a tenerci uniti: solo un dialogo franco, espressione di una natura sincera, può farlo. Di fronte al mistero e alla grandiosità e bellezza della Vita, siamo tutti ignoranti, nel senso che non abbiamo conoscenza, e non rimane altro che qualcosa di profondo, che ci lega e che ci fa sentire la nostra reciproca inter-dipendenza con tutti gli altri viventi.

Solo superando le barriere delle strutture sociali e delle ideologie, noi esseri umani possiamo comprenderci reciprocamente e sentire, ciascuno di noi, una sincera preoccupazione per il benessere altrui, unendo i nostri cuori.

«Come le piante che si sviluppano rigogliose grazie alle radici che si estendono in profondità nel terreno, allo stesso modo solo quando i legami di amicizia si svilupperanno in questa terra della gente comune, solo allora vedremo estendersi a perdita d’occhio grandi praterie di pace.» (*)

Francesco Galgani, 30 agosto 2017

(*) citazione di Daisaku Ikeda, fonte

DOWNLOAD MP4

Video tratto da: https://www.youtube.com/watch?v=jyMvix6Rp3A

Proposta di Pace 2017 - La solidarietà globale dei giovani annuncia l'alba di un'era di speranza

SCARICA AUDIO DELLA PROPOSTA DI PACE 2017 - LETTURA IN MP3
(registrazione realizzata da "Buddismo e Società")

Le proposte di pace - http://www.sgi-italia.org/approfondimenti/PropostePace.php

Dal 1983, il 26 gennaio di ogni anno – in commemorazione del giorno della fondazione della Soka Gakkai InternazionaleDaisaku Ikeda invia una “Proposta di Pace” alle Nazioni Unite e a personalità di tutto il mondo.
Al centro del suo pensiero si trovano riflessioni sulla pace, sulla convivenza degli esseri umani nel pianeta, sul rispetto per l’ambiente e per ogni forma di vita, sull’abolizione delle armi nucleari, della guerra e della violenza, sul rafforzamento delle Nazioni Unite.
Ikeda pone una particolare attenzione ai processi educativi: strumenti fondamentali per la formazione di cittadini che sentano il mondo intero come loro casa e siano preparati per quella che Ikeda definisce “la diplomazia della gente comune”.
Gli scritti prendono in esame tutti i problemi che l’umanità si trova ad affrontare e mettono in risalto – oltre alle possibili soluzioni – anche le basi filosofiche che possono sostenere e promuovere un radicale cambiamento.
(Su questo blog sono presenti anche la Proposta di Pace 2015 e la Proposta di Pace 2016).

Fonte originale: Buddismo e Società n.182 - maggio giugno 2017 (link all'articolo originale)
Autorizzazione alla ripubblicazione nel presente blog concessa dall'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Proposta di pace 2017

di Daisaku Ikeda

La solidarietà globale dei giovani annuncia l'alba di un'era di speranza

L'essenza di molti insegnamenti religiosi e filosofici

«Amare la vita, gioire della vita e proteggerla. Amare la propria terra e proteggere tutti coloro che la abitano. Ascoltare e aiutare. Essere cittadini del mondo e fare azioni coraggiose per il bene sia delle persone a noi più vicine, sia di tutti gli esseri viventi.»

Questa, in sintesi, l'essenza di tutti gli insegnamenti con cui sono entrato in contatto, la strada compassionevole da percorrere insieme per salvare noi stessi e il nostro mondo dalla distruzione.

Deviare da questo sentiero non è saggio.

«Poiché le guerre nascono nella mente degli uomini, è nello spirito degli uomini che devono essere poste le difese della pace» (dal preambolo alla Costituzione dell'UNESCO).

Vi ricordate il mio messaggio "Ama il prossimo tuo come te stesso, immigrato compreso"?

Ricordate il mio progetto "Conosciamoci - Un incontro interreligioso"?

Francesco Galgani,
25 aprile 2017

La pace non è un regalo, siamo noi a costruirla

Adolfo Pérez EsquivelRingrazio la redazione di "Buddismo e Società", rivista dell'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, per il permesso alla ripubblicazione del seguente articolo in questo blog. E' un articolo che mi ha ispirato molte riflessioni, in particolare la storia del "segreto del miglior raccolto di mais", raccontata da Adolfo Pérez Esquivel (foto a destra), premio Nobel per la pace, che ho messo nella pagina di presentazione del blog. Ho trovato particolarmente significativa anche questa affermazione del leader buddista Daisaku Ikeda: «Il mio maestro Josei Toda diceva spesso che se si fossero riuniti a dialogare a uno stesso tavolo i fondatori delle principali religioni e sistemi di pensiero - Nichiren Daishonin, Shakyamuni, Gesù, Maometto, Marx e altri - nel loro dialogo sarebbero prevalsi l'armonia e l'amore fraterno, lo spirito di unione, di rispetto reciproco e la riflessione collettiva. Indubbiamente, la conclusione condivisa da questi grandi uomini sarebbe di mettersi a lavorare assieme per mettere fine alla guerra, alla violenza e ai conflitti per raggiungere una pace duratura del genere umano - l'obiettivo fondamentale - che comunque va di pari passo con la reale pace e prosperità dell'individuo. [...] Solo quando i seguaci delle differenti correnti ideologiche ritorneranno allo spirito dei loro maestri fondatori si potrà aprire una strada che ci porti a superare l'intolleranza delle posizioni estremiste, le rivalità e i conflitti.»

Buona lettura :-)

Link all'articolo originale: http://www.sgi-italia.org/riviste/bs/InternaTesto.php?A=4885

Buddismo e Società n.180 - gennaio febbraio 2017
Primo piano

Incontro con Adolfo Pérez Esquivel premio Nobel per la pace

La pace non è un regalo, siamo noi a costruirla

Per conoscere l'Islam

Premessa

In questa pagina riporto una serie di articoli sull'Islam che, secondo me, sono meritevoli di diffusione per favorire una cultura di pace, di conoscenza reciproca e di rispetto. A me hanno chiarito tante idee errate. Purtroppo i mass media hanno ormai creato l'associazione di "musulmano = nemico", ma io sono assolutamente convinto che non esistono nemici, esiste piuttosto la nostra incapacità di vedere il buono che è negli altri, associata alla nostra ignorante arroganza che non vede oltre il nostro naso. Anche il linguaggio ha la sua importanza per non innescare l'islamofobia. Ad esempio, «l’utilizzo del termine ISIS è ritenuto offensivo per molti musulmani, che ritengono che in questo modo venga legittimata un’accezione negativa dell’aggettivo “islamico”, dato che in sostanza l’espressione stabilisce un collegamento mentale fra la fede islamica e le azioni di un gruppo estremista noto per la brutalità delle sue azioni. In passato ci sono state anche diverse campagne rivolte a media internazionali per chiedere di smettere di usare il termine ISIS.» (fonte: Il Post) «Invece DAESH (adattamento di DAIISH, acronimo dell'arabo Al Dawla Al Islamiya fi al Iraq wal Sham) è il termine usato nel mondo arabo, in realtà in senso dispregiativo (i miliziani di DAESH usano il termine arabo al-Dawla, ossia "lo stato", ndr). Parole arabe come Al Qaeda o Boko Haram non sono mai state tradotte. Perche DAESH invece sì? Titoli di giornale tipo "Le guerre islamiche" fanno pensare che tutti gli islamici siano lì pronti ad attaccarci. È terribile.» (fonte: "Pianeta Terra. Nessun essere umano è illegale")

Come ha dichiarato Martina Pignatti Morano, presidente dell'associazione pacifista "Un ponte per...": «Io credo che solo chi ha vissuto vicino a persone che provengono da culture differenti può sentire il fascino di stare, per esempio, su un autobus con gente di tutto il mondo. E invece c'è chi si sente minacciato. È un peccato, frutto dell'ignoranza e della povertà.» (fonte: "Pianeta Terra. Nessun essere umano è illegale")

Pubblicando questa pagina, voglio offrire un contributo volto a squarciare tanti dubbi in questi tempi incerti e bui, dove la conoscenza e l'amore lasciano troppo spesso il passo al pregiudizio, alla disumanità, alla disinformazione e alla paura. Proprio in questi giorni (febbraio 2017) il Ministero dell'Interno ha firmato il "Patto nazionale per un Islam italiano" (testo integrale). Secondo il ministro Marco Minniti, il presupposto che ha portato a questo "passaggio cruciale" è che "si possono avere religioni differenti, si possono professare credi diversi, tuttavia siamo tutti quanti italiani" (fonte: adnkronos.com)

Il 7 ottobre 2014 avevo pubblicato un'intervista al Sig. Hamza Roberto Piccardo, membro del direttivo di "UCOII - Unione delle Comunità Islamiche d'Italia", all'interno del progetto "Conosciamoci - Un incontro interreligioso", di cui invito ad una lettura.

Il Mahatma Gandhi disse che "un pianeta migliore è un sogno che inizia a realizzarsi quando ognuno di noi decide di migliorare se stesso". Per questa stessa ragione, sono convinto che il modo migliore per pacificare il mondo parta da uno sforzo attivo di demolire i nostri pregiudizi e migliorare la nostra conoscenza dell'altrui vita e cultura, in modo da scoprire la nostra comune umanità e stringere legami di amicizia. Come disse in un'intervista Augusto D'Angelo, uno dei responsabili dei senza fissa dimora presso la Comunità di Sant'Egidio a Roma: «[...] abbiamo diversi immigrati molto bravi che vanno nelle scuole a raccontare che giro hanno fatto, per dimostrare che non è vero che chi arriva così è un terrorista. Affinché i giovani abbiano chiaro che gli immigrati non sono nemici ma un'opportunità. L'idea è quella di costruire delle interconnessioni a livello cittadino che siano pacifiche piuttosto che violente. Perché quando arriverà il momento - ma speriamo che non arrivi - in cui vivremo stagioni come quelle di Parigi o di Bruxelles, la reazione non sia "sono tutti assassini". Perché sono quelli con cui hai vissuto... [...]» (tratto da un'intervista di Maria Lucia De Luca, pubblicata sulla rivista "Buddismo e Società" n.177, luglio-agosto 2016).

Gli articoli seguenti sull'Islam fanno parte dello speciale "Per conoscere l'Islam", pubblicato sulla rivista "Buddismo e Società" n.101, di novembre-dicembre 2003, edita dall'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Ritengo che, dopo più di 13 anni, questa serie di articoli sia ancora più che mai valida. Ringrazio la redazione della rivista per il lavoro svolto e per avermi concesso l'autorizzazione alla ripubblicazione nel presente blog.

Francesco Galgani,
4 febbraio 2017

Indice "Per conoscere l'Islam"

L'empatia è la chiave per i diritti umani (Daisaku Ikeda, Japan Times)


Empathy is deaf to facts and figures; it’s engaged by the "identifiable victim effect".
Illustration by Harry Campbell (New Yorker)

In occasione della Giornata mondiale per i diritti umani del 10 dicembre, il 6 dicembre 2016 è stata pubblicata sul Japan Times una lettera di Daisaku Ikeda, in lingua inglese, intitolata: "Empathy key to human rights", liberamente consultabile online.

Siamo tutti sullo stesso pianeta. Senza la consapevolezza che è in gioco il futuro di tutti noi, continueremo a far del male a noi stessi e agli altri, procurando distruzione, sofferenza e morte. Non hanno più senso quei muri con cui ci separiamo dagli altri, perché è solo insieme agli altri che possiamo cambiare in meglio le nostre sorti. «Siamo tutti, nessuno escluso, implicati in una rete di relazioni. Quando percepiamo questo nel profondo del nostro essere, possiamo vedere chiaramente che la felicità non riguarda solo noi e che la sofferenza non affligge solo gli altri». Noi possiamo fare la differenza. Ogni giorno è il giorno giusto per fare la scelta migliore della nostra vita, ovvero vivere con Compassione e Amore, credendo nel nostro naturale impulso a proteggere la vita e a offrire aiuto.

Pubblico qui di seguito la traduzione della lettera di Daisaku Ikeda "Empathy key to human rights", tratta dalla rivista "Il Nuovo Rinascimento" del 15 gennaio 2017 (rivista dell'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai).

Ascolta la lettura della lettera (mp3)

«Il cuore di ogni discussione sui diritti umani è la lotta contro la discriminazione. Tutti gli esseri umani sono uguali. Nessuna discriminazione è consentita. Assolutamente nessuna».
Celebrando la Giornata mondiale per i diritti umani - l'anniversario dell'adozione della Dichiarazione universale dei diritti umani avvenuta il 10 dicembre 1948 - desidero ricordare queste parole del mio amico e filosofo brasiliano Austregésilo de Athayde, uno dei membri chiave del comitato di redazione dello storico documento.

Mentre siamo generalmente capaci di comprendere i sentimenti di coloro con i quali abbiamo un rapporto stretto, le distanze geografiche e culturali spesso si traducono in una analoga distanza psicologica. Le persone finiscono per evitare l'interazione con chi è diverso, guardando piuttosto individui e gruppi attraverso la lente dello stereotipo; inoltre i moderni mezzi di comunicazione possono essere utilizzati per amplificare e diffondere l'impulso allo stereotipo e all'odio.

Pages

Subscribe to Conosciamoci - Un incontro interreligioso