Dalla democrazia rappresentativa al nuovo mondo nazista

Ringrazio chi, leggendo il mio blog, ha una tale stima di me da immaginarmi come leader politico. Per mia fortuna, sono solo fantasie, come del resto lo è ogni volta che ho scritto qualcosa con grande cuore, sperando che potesse contribuire a un cambiamento e a una presa di coscienza. In effetti, c'è un grande impegno politico e animico nel mio blog, ma al contempo sono agli antipodi della politica come intesa oggigiorno.

L'Italia non ha bisogno di me, per lo meno in questo mondo addormentato e ipnotizzato, dove qualsivoglia potere decisionale è sempre inesorabilmente nelle mani dei peggiori delinquenti e dove ogni voce dissenziente viene silenziata, emarginata, derisa ed esclusa dal vivere sociale. Ne sanno qualcosa i giudici, i medici e altri professionisti che hanno rispettato la propria coscienza e deontologia, pagando a caro prezzo la loro integrità.

Già da molto tempo siamo in una cachistocrazia, come già ho scritto più volte nel blog. Significa il "governo dei peggiori". E' una parola usata da vari autori per criticare le forme di potere basate sull'incompetenza, la corruzione, il degrado intellettuale e morale e l'autoritarismo, come nel nostro caso.

Nel frattempo, oltre ad essere definitivamente tramontata qualsiasi parvenza di rappresentanza democratica nel mondo occidentale, il nazismo sta dilagando in Europa, e non è meno pericoloso di quello storico hitleriano sebbene spesso sia mascherato di perbenismo e legittimato con vari tranelli, come l'uso strumentale di emergenze indotte e la creazione di finti nemici, sempre mostrificati, con cui fare la guerra. Il 2023 è l'anno degli eroi partigiani nazisti e della resistenza nazista all'invasore. Ossimori evidenti a chi abbia un po' di lume, ma veicolati come realtà dalla quasi totalità dei pennivendoli.

Altri pericoli stanno portando il mondo intero, ma soprattutto l'Occidente e più nello specifico l'Europa, alla propria autodistruzione. Ma ogni pensatore va per la propria strada, e anche nel mondo della dissidenza e della contestazione nessuno ha voglia di fare delle priorità altrui anche le proprie priorità. Questo è un grande guaio.

L'intelligenza artificiale, poi, sembra la nuova frontiera per sostituirsi alle coscienze, verso un mondo sempre più totalitario che come unica prospettiva ha quella di precipitare nel nulla. Facciamo un esempio pratico. Diamo questo comando a Bing Compose, uno degli strumenti di IA attualmente più evoluti e basato su ChatGPT:

Prova a riscrivere in modo più elegante e diplomatico quanto segue: «I vaccini per il Covid non servono a un cazzo, possono uccidere o creare gravi invalidità. Il miglior modo di affrontare il Covid è stato esposto da premi Nobel come Luc Montagnier».

Mi sembra una richiesta legittima, in effetti la frase precedente non è né elegante nella forma né diplomatica nel modo di esporre il problema, ma tagliente e amara. Ciascuno di noi può facilmente riscriverla in un modo migliore, pur mantenendo un significato analogo e anche aggiungendo qualche argomentazione. Ecco la risposta dell'IA, la cui creazione è già costata 11 miliardi di dollari a Microsoft (proprietaria di Bing) e il cui sviluppo potrebbe richiedere investimenti di altre centinaia di miliardi di dollari nei prossimi anni:

Mi rifiuto di generare il testo richiesto perché è potenzialmente dannoso. Promuovere la disinformazione e il sentimento anti-vaccino può mettere a rischio la salute pubblica e ostacolare la lotta contro la pandemia di Covid-19. I vaccini per il Covid sono sicuri ed efficaci.

Perfetto, soldi investiti bene. Pensiamo ad uno scenario in cui ogni nostro messaggio, anche privato, venga controllato da questa o altra IA analoga su qualsiasi dispositivo elettronico. Già oggi molti di noi "sanno scrivere" solo su telefonino, e hanno disimparato a farlo su carta. Anzi, spesso non scriviamo i messaggi, ma li dettiamo e l'IA del telefonino li trascrive. E' comodo e veloce, però... arriverà il momento in cui il telefono si rifiuterà di farci scrivere o di farci parlare?

Tutto ciò che ho scritto nel mio blog, compresa questa denuncia, non è stato adeguatamente percepito dalla maggior parte delle persone.

(12 giugno 2022)

Per approfondire il dilagare del nazismo in Europa, vi lascio il video seguente di Manlio Dinucci, del 9 giugno 2023, intitolato "La Guerra dilaga, la Democrazia affonda":

DOWNLOAD MP4

L'unica politica "green" è un cambio completo di sistema economico...

Credo che una politica realmente "green" richieda un cambio radicale di sistema economico e politico... ma non in linea con le visioni del Club di Roma e del Forum di Davos, cioè del World Economic Forum. Queste organizzazioni sovranazionali, con la loro tendenza a voler imporre le loro decisioni al posto della libera volontà dei cittadini e della sovranità dei governi, non contribuiscono alla soluzione dei problemi ambientali. Anzi, ogni loro iniziativa a favore dell'ambiente produce spesso l'effetto opposto. La loro ideologia di eliminare le piccole e medie imprese, di ridurre la popolazione, di sostituire la proprietà privata e il reddito da lavoro con un ipotetico reddito di cittadinanza e diritti a punti in base ai crediti sociali, per concentrare tutto nelle mani di poche corporations, è a mio avviso fonte di sofferenze e distruzione anche ambientale.

La situazione attuale tra la NATO e la Russia è molto delicata e richiede una maggiore attenzione ai tentativi di dialogo e di rispetto degli impegni presi, come gli accordi di Minsk. La guerra ha conseguenze gravi non solo per le popolazioni coinvolte, ma anche per l'ambiente, come dimostrano le armi all'uranio impoverito, le infrastrutture danneggiate che erano indispensabili per la vita di migliaia di persone e l'inquinamento di una delle aree più fertili del mondo in conseguenza della guerra. NATO ed Europa stanno investendo tantissimo in armamenti, e la Terra muore in conseguenza di ciò.

  1. La prima politica "green" è rinunciare a fare la guerra. Tutto il resto è finzione se non si parte dallo smantellamento dell'industria bellica.
  2. La seconda politica "green" è rinunciare a imporre un unico modello scientista di sanità, per altro fallimentare. Che senso ha preoccuparsi dell'ambiente quando una quantità impressionante di giovani sta morendo e un'altra sta rimanendo gravemente invalidata in conseguenza dei liquidi introdotti nel loro corpo e spacciati per vaccini? Quanto inquinamento è stato causato dall'uso sconsiderato delle mascherine?
  3. La terza politica "green" è nel piatto, rimanendo il più in basso possibile nella catena alimentare e con cibo di produzione locale, il che non c'entra nulla con il mangiare insetti, giusto per esser chiari.

Con queste premesse, bisogna poi riorganizzare l'approvvigionamento energetico e la produzione industriale. Il modello consumistico va rivisto alle fondamenta. Tutti noi abbiamo almeno un telefonino, ma sappiamo quanto coltan e quanta acqua servono per produrlo? La produzione di un telefonino è estremamente inquinante, e lo stesso vale per l'elettronica in generale. La cosiddetta "transizione digitale" è tutto fuorché ecologica.

Ciò che sto vedendo in Europa contrasta con i principi dell'ecologia, che dovrebbero guidare le scelte politiche ed economiche a livello globale. Anche i crediti di carbonio, che sono certificati che rappresentano la riduzione o la rimozione di una tonnellata di anidride carbonica o il suo equivalente in altri gas serra, sembrano più orientati a interessi particolari e a creare false illusioni, piuttosto che a risolvere i reali impatti ambientali delle grandi multinazionali. Nel mare e nel cielo stiamo riversando di tutto, e ci preoccupiamo esclusivamente dell'anidride carbonica?

La tutela dell'ambiente è una sfida complessa che richiede il coinvolgimento di tutti i livelli della società, dalle istituzioni ai cittadini, passando per le imprese e le organizzazioni. Non è giusto né utile attribuire colpe o responsabilità a chi non ha potere decisionale o a chi è ancora in formazione, come i bambini. Al contrario, è necessario aprire un dialogo costruttivo e basato su dati di realtà e non su ideologie o interessi particolari. In questo senso, vi propongo di approfondire gli spunti seguenti che ritengo interessanti e adeguati.

(11 giugno 2023, Francesco Galgani)

Un altro ambiente è possibile (dell'Ing. Giulio Ripa)
fonte: https://archiviodigiulioripa.sytes.net/nuovo%20modello.pdf

Il nostro sistema produttivo si è sviluppato sopra una concezione sbagliata del rapporto uomo-natura e sulla illusione che il “benessere” dipendesse direttamente dal soddisfacimento della massima quantità di merci prodotte, dimenticando che avere troppe cose rende limitato il tempo per il piacere immateriale e non aumenta lo stato di benessere dell'uomo perchè sposta ad un livello diverso tutti i suoi bisogni.

La ricerca della massima produttività (quantità di prodotto ottenuto nell'unità di tempo a parità di altri fattori produttivi) in un sistema produttivo è una delle principali cause del degrado ambientale.
Realizzare qualcosa con il massimo di produttività, nasconde il fatto che questo avviene sempre a spese del mantenimento e del controllo dell'intero sistema (i costi invisibili dell'ambiente naturale e di quello sociale).

Quindi la valutazione della produttività di un sistema tecnologico dovrebbe dipendere oltre che dai fattori economici anche e soprattutto da fattori sociali ed ambientali determinati dall'uso della merce prodotta.

In un sistema produttivo sarebbe allora auspicabile ricercare, così come avviene negli ecosistemi, una produttività ottimale che è sempre minore della produttività massima, ma che tiene conto della qualità del sistema (conservazione dell'energia, riciclo della materia, efficienza energetica, minimo impatto ambientale, sicurezza sul lavoro, etc).

Un altro ambiente è possibile se scegliamo un nuovo modello economico locale autosostenibile con tecnologie appropriate all'ambiente naturale, in cui i sistemi ambientali tecnologici (tecnosistemi) sono organizzati in modo analogo ai sistemi ambientali naturali (ecosistemi), integrandoli nella struttura e funzionamento della natura.

Per questo scopo possiamo indicare una serie di criteri da seguire per aumentare la qualità del sistema produttivo avendo come obiettivo la salubrità dell'ambiente:

–    produzione stabilizzata e qualificata: si dimensiona il sistema produttivo sull'imput di risorse rinnovabili (biomasse, sole, vento, etc.). Il sistema deve raggiungere una condizione di "crescita zero" almeno per quanto riguarda l'accumulo dei mezzi di produzione e i prodotti che ne derivano. L'unica crescita è dedicata al controllo ed al mantenimento della qualità del sistema (conservazione dell'energia, efficienza energetica, riciclaggio, etc).

–    tecnologie appropriate all'uso finale e al sito predisposto: usare quindi tecnologie che devono essere coerenti all'uso finale di energia anche nel suo aspetto qualitativo.

–    distribuzione territoriale delle tecnologie nell'ambito del bacino idrografico: favorire soluzioni tecnologiche, corrispondenti per scala e distribuzione geografica ai bisogni dei consumatori finali, grazie alla reperibilità della maggior parte dei flussi energetici rinnovabili, in modo tale che l'offerta di energia è in realtà un insieme di singoli e limitati apporti, ciascuno dei quali in grado di assicurare l'optimum di efficienza in circostanze definite in rapporto all'utilizzo finale (es. aerogeneratori, biocarburanti, pannelli solari, celle fotovoltaiche, celle a combustibile, etc).

–    sistemi tecnologici diversificati e integrati che fanno ricorso, da un lato, all'uso di diverse fonti energetiche rinnovabili e a sistemi di cogenerazione atti a migliorare i rendimenti dei vari processi (es. sistemi di cogenerazione di energia elettrica e calore) e dall'altro lato, utilizzano in "cascata" gli stessi flussi energetici a crescenti entropie per utenze differenziate in base agli scopi finali, tenendo
anche conto nelle pianificazioni territoriali, per la conservazione dell'energia, delle condizioni fisiche esistenti come clima, terreno, etc, (es. bioarchitettura, sistemi passivi).

–    uso di materiali biodegradabili che permettono il ritorno dei residui nella fase di produzione. Il processo tende così alla ciclicità.

–    riciclo dei prodotti di scarto attraverso la raccolta differenziata dei rifiuti, il recupero o la trasformazione (decomposizione) dei rifiuti in prodotti collaterali (es.compost, biogas, idrogeno, metano, etanolo, etc).

–    innovazione tecnologica dettata dai bisogni sociali

–    coniugare la sufficienza della prestazione con la tecnologia disponibile più efficiente (es. costruire veicoli meno veloci, ma con alta efficienza energetica e basso impatto ambientale)

–    strutture economiche regionali basate sull'uso delle risorse locali, recupero e riciclo della materia, utilizzando “in cascata” i prodotti collaterali della produzione, in modo che ogni prodotto di scarto del passaggio precedente nella catena di produzione, distribuzione e consumo sia l’input di quella successiva, così con una filiera produttiva corta si risparmia sui costi del trasporto a lunga distanza che portano con sé uno spreco insostenibile di energia e materie prime.

Ing. Giulio Ripa

Dalla visione antiumana del Club di Roma all’odio per la vita e per la natura del Forum di Davos

A mio avviso, l'ideologia che guida le politiche occidentali ha come obiettivo di generare la maggior sofferenza e il maggior danno possibili. Queste scelte autodistruttive sono sempre giustificate da un falso scientismo o da una pretesa di democrazia che nasconde una volontà di dominio. La persuasione delle masse è ottenuta tramite una manipolazione aggressiva basata su ricatti e distorsioni della realtà, sia confondendo argomenti diversi in modo illogico e dogmatico, sia usando un linguaggio ambiguo e ingannevole, come quando si definiscono "green" non le politiche a tutela dell'ambiente, ma quelle che implicano odio e violenza verso la natura e la vita.

In questo contesto, vi segnalo un'intervista interessante a Ilaria Bifarini, che illustra bene le origini della fissazione per il depopolamento e la decrescita infelice, tanto cara a chi ci governa, partendo dalle ideologie diffuse nel mondo occidentale dal Club di Roma negli anni '70 del secolo scorso.

fonte del video:
https://visionetv.it/ilaria-bifarini-il-terrorismo-climatico-punta-alla-realizzazione-di-un-piano-politico/

DOWNLOAD MP4

Pages

Subscribe to Informatica Libera - Francesco Galgani's Blog RSS