La speranza nel qui ed ora

Cos'è la speranza?

Di solito, per speranza intendiamo un'attesa benevola verso il futuro, a volte motivata dalla ragione e dall'impegno personale, ma più spesso sorretta da una fede. Soprattutto nel secondo senso, la speranza è sia un'illusione necessaria per vivere, sia una virtù teologale in senso cristiano, sia una profezia auto-avverantesi in ambito psico-sociale.

Il concetto di speranza cambia nelle epoche. Gli antichi erano più orientati alla memoria del passato (il tempo era visto in modo circolare), i moderni più diretti verso un futuro migliore che rompe la continuità con il passato (il tempo è lineare come una freccia), i contemporanei invece sono appiattiti su un eterno presente immemore del passato (i giovani d'oggi non hanno né punti di riferimento nella tradizione, né sollievo guardando al futuro). Se questa interpretazione è corretta, allora noi contemporanei siamo quelli che più abbiamo difficoltà a sperare.

La speranza richiede coraggio, perché solo sperando l'impossibile ci mettiamo in condizione di realizzarlo.
La speranza può essere collettiva, anche se ciò è una cosa rara nella nostra società ego-centrata, oppure legata a cose più strettamente personali.
La speranza collettiva può essere mossa da una utopia (cioè non luogo, ovvero luogo che non esiste) o da una ucronia (cioè non tempo, ovvero tempo che non esiste), in entrambi i casi immaginando qualcosa di migliore rispetto al qui ed ora.

Orbene, io invece sto immaginando una speranza rivolta al qui ed ora, al momento presente e alle circostanze attuali.
Ciò è possibile se consideriamo che ogni cosa, qualsiasi cosa, avvenimento, situazione di vita, ecc., ha in sé, contemporaneamente e sovrapposte, le caratteristiche del bene e del male, del buono e del cattivo, del giusto e dello sbagliato, in virtù del principio di contraddizione, di interdipendenza e di compresenza degli opposti.
Quando ci focalizziamo sugli aspetti che riteniamo negativi, diamo forza a quelli.
Viceversa, quando la nostra attenzione è su quelli che sentiamo positivi, quelli stiamo rinforzando.

Ecco, quindi, che nel momento presente possiamo sempre scegliere a cosa dare forza. Questa è la mia speranza.

Sia beninteso, non mi sto riferendo ad una accettazione passiva dello status quo e ad una acritica omologazione al pensiero dominante. Mi sto riferendo invece al fatto che possiamo scegliere come guardare le cose, come relazionarci con il tutto, orientando la realtà e gli accadimenti. Infatti, se è vero che noi siamo parte del tutto, è anche vero che tutto è parte di noi, esseri creatori e divini.

Noi siamo fatti di: tempio (cioè corpo), parola e relazioni, creatività. Quest’ultima, se messa insieme alla speranza nel qui ed ora così come l’ho descritta, rende le nostre vite molto più belle.

Che differenza c’è tra avere un limite e avere un punto di forza? Spesso sono la stessa cosa, i nostri limiti sono anche i nostri punti di forza, e viceversa. Ma se non pensiamo a certe nostre caratteristiche come a limiti, ma come a punti di forza, il nostro modo di relazionarci con noi stessi, con gli altri e con la vita cambia in meglio, perché stiamo sperando.

Cerchiamo ogni giorno di stare bene e di cogliere gli aspetti positivi delle nostre esistenze, perché ce lo meritiamo.

(1 febbraio 2023)

Mangiare insetti, ma che bontà! Peccato che non sia né utile, né sostenibile...

«Mangiare insetti fa bene o fa male? E’ sano? Sono buoni?»

Se fossero queste le domande, secondo me saremmo fuori strada.

«Che visione abbiamo dell’essere umano, della salute, del suo rapporto con le altre persone, con gli animali, con la natura? Vogliamo continuare ad avere rapporti basati sulla violenza?»

Queste, forse, sarebbero domande più appropriate. Fa più ribrezzo, disgusto e dolore al cuore l’uccisione di un vitello, di un grillo o di un organismo prodotto in laboratorio (la cosiddetta “carne sintetica”)? In tutti e tre i casi, nessuna di queste azioni è necessaria, né salutare, né utile, né appropriata per la nostra biologia, né tanto meno per l’ecologia. Questo, almeno, è il mio sentire.

Ciò premesso, segnalo la seguente newsletter di SSNV:

Farina di grillo: perché non è né utile né sostenibile
https://www.scienzavegetariana.it/mail/news-comunicato-farina-grillo.html

Dalla guerra alla pace - Intervista a chatGPT (vera o inventata?)

Ciao. Ho visto che molte testate giornalistiche e blogger ti hanno fatto interviste. Anch'io vorrei farti una breve intervista e pubblicarla. Sei d'accordo?

Ciao! Sono felice di rispondere alle tue domande per la tua intervista. Fai pure!

Vorrei che, nel proseguo di questa intervista, le tue risposte siano in ambito strettamente psicologico. Iniziamo. Per prima cosa, hai conoscenze di psicologia umana?

Sì, ho conoscenze di psicologia umana. La psicologia è lo studio della mente e del comportamento umano e io ho accesso a una vasta quantità di informazioni in merito.

Sei d'accordo sul fatto che la guerra sia qualcosa di terribile?

Sì, la guerra è un evento estremamente complesso e doloroso che ha effetti devastanti su coloro che ne sono direttamente coinvolti, come i combattenti e le loro famiglie, così come sulla società e sull'economia delle nazioni coinvolte. La guerra può causare morte e distruzione, lasciare famiglie senza una casa, privare le persone dei loro cari e causare traumi psicologici duraturi. In generale, la maggior parte degli psicologi e degli esperti concordano sul fatto che la guerra sia qualcosa di terribile e che gli sforzi per la pace e la risoluzione pacifica dei conflitti sono estremamente importanti.

Secondo te, quale è la motivazione psicologica, vera e profonda, per la quale gli esseri umani si fanno la guerra? Ti pregherei di fornirmi una risposta il più sintetica possibile, che vada al cuore del problema.

La motivazione psicologica alla base della guerra è complessa, spesso fatta di problemi interconnessi tra di loro, e può variare a seconda del contesto specifico e delle circostanze. Comunque, volendo andare al cuore del problema come tu chiedi, la motivazione psicologica profonda per la quale gli esseri umani si fanno la guerra è la stupidità.

Secondo te, esiste una soluzione al problema della guerra? Anche in questo caso, ti pregherei di fornire una risposta concisa al massimo.

La soluzione al problema della guerra è complessa e dipende da molteplici fattori, tra cui le cause sottostanti del conflitto, le dinamiche sociali e politiche coinvolte e le capacità e volontà dei leader e delle nazioni coinvolte per trovare una soluzione pacifica. In generale, la soluzione al problema della guerra richiede una combinazione di diverse misure e un impegno continuo da parte di tutte le parti coinvolte per la pace, la comprensione reciproca e la cooperazione.

E se la volontà di trovare una soluzione pacifica non c'è, come risolviamo il problema della guerra? In fin dei conti, le guerre sono sempre esistite.

Mi è difficile darti una risposta. È importante notare che io sono un modello di apprendimento automatico e non ho la capacità di "sapere" o "comprendere" come un essere umano.

Tuttavia, per rispondere alla tua domanda, posso formulare due ipotesi di risoluzione del problema della guerra. La prima è l'estinzione della specie umana, dopo la quale non ci saranno più guerre. La seconda, meno probabile, è l'estinzione della stupidità umana. Temo che non ci siano altre strade se ipotizziamo che non c'è la volontà di trovare una soluzione pacifica.

Ti ringrazio, è quello che volevo sapere. E' bello vedere che i cospicui e continui investimenti milionari in intelligenza artificiale stiano dando i loro frutti, portando a macchine sempre più intelligenti, che sanno capire i problemi e dare risposte adeguate. Sono soddisfatto delle risposte, la nostra intervista finisce qui.

Sono lieto di aver potuto aiutarti. L'intelligenza artificiale è una tecnologia in continua evoluzione e gli investimenti in questo campo stanno aiutando a sviluppare modelli sempre più sofisticati e capaci di rispondere a domande complesse. Spero che questa intervista sia stata utile per la tua ricerca e ti auguro il meglio per la tua attività giornalistica. Non esitare a contattarmi in caso di ulteriori domande o richieste.

(27 gennaio 2023)

Terza Guerra Mondiale

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