Disclaimer. Scrivo da una prospettiva personale, attribuendo responsabilità politiche, fattuali e morali secondo la mia comprensione dei fatti. Esprimo giudizi e previsioni in base alla mia consapevolezza, ma ciascuno è libero di avere opinioni o credenze diverse. Non intendo incitare all’odio né attribuire reati a persone specifiche. Il cuore del testo che stai per leggere è la via buddista che propongo in risposta ai nostri tempi apocalittici.
L’Europa farà la fine dell’Ucraina e Israele quella di Gaza. E’ l’inevitabile legge del karma.
L’Europa e Israele hanno scelto la via del nazismo, e percorrendola arriveranno a destinazione, ovvero alla distruzione delle fondamenta del vivere sociale. Oggi in Ucraina, grazie all’Europa, alla Gran Bretagna e al precedente governo statunitense, quasi non ci sono più uomini, ma donne sole che spesso prostituiscono se stesse e le figlie minorenni a causa della povertà estrema. L’Occidente collettivo ha voluto fare una guerra insensata e invincibile “fino all’ultimo ucraino” e c’è riuscito, creando un enorme buco nero di ruberia dei soldi pubblici, di riciclaggio di denaro, di traffico di armi, di corruzione sul piano personale. Nel frattempo, a Gaza non c’è più nulla che assomigli ad un luogo abitabile, e se non sono la sete e la fame a uccidere, lo sono gli spari contro chi va a prendere l’“aiuto umanitario” di farina avvelenata, nel senso di mischiata a psicofarmaci. Tutto questo perché Israele tratta i propri vicini con la stessa gentilezza e rispetto che si usa per un’infestazione di pidocchi.
Ucraina e Gaza sono lo specchio delle nostre cosiddette “democrazie”, basate sulla corruzione, sulla violenza, sulla protezione degli interessi economici più abietti. In poche parole, le nostre nazioni sono l’habitat ideale per i peggiori delinquenti, parassiti e terroristi, partendo dai vertici del potere politico e finanziario, e scendendo via via verso il basso.
Gaza e Ucraina sono anche una lezione, un boomerang che spazzerà via Israele e l’Europa, che saranno messe a ferro e a fuoco. Come i tuoni e i lampi precedono la tempesta, così i nostri decisori politici stanno attirando un drammatico collasso economico che distruggerà tante vite, oltre a una grande guerra continentale contro la Russia e a terrorismo diffuso in tutta Europa.
Noi siamo fili d’erba in mezzo a un incendio.
Nel 2019 scrissi che “questa è l’ultima possibilità, l’ultima lotta, prima che tutto venga distrutto” (in “Religione dell’Ultima Lotta”). Ormai è troppo tardi.
L’alternativa sarebbe una conversione generalizzata e quasi totalizzante alla sacralità e bellezza della vita, con esseri umani che ovunque si muovono nel mondo con sentimenti di gratitudine e di amore incondizionato verso tutti. E’ un sogno possibile, ma la realtà è fatta di persone che non hanno alcuna intenzione di separarsi dalle proprie illusioni, dai propri demoni, dalle proprie abitudini e da una visione negativa di se stesse e del prossimo. I popoli sono schiavi del Re Demone, delle sue creazioni illusorie e della miseria che ne consegue.
Nel Gosho “La pratica dell'insegnamento del Budda”, Nichiren Daishonin scrisse che “[…] Questo è un tempo davvero maledetto per vivere su questa terra. […]. Quando tutte le persone reciteranno Nam-myoho-renge-kyo, il vento non spezzerà i rami o le fronde, né la pioggia cadrà così forte da rompere una zolla. Il mondo diverrà come era ai tempi di Fu Hsi e Shen Nung. Nella loro esistenza presente le persone saranno libere dalla sfortuna e dai disastri e impareranno l’arte di vivere a lungo. Verrà il tempo in cui sarà rivelata la verità che per la persona e per la Legge non c’è vecchiaia né morte. Non ci può essere il minimo dubbio sulla promessa del sutra di «pace e sicurezza nell’esistenza presente» […]”.
Questo significa — parlando con la chiarezza cruda che la situazione impone — che non c’è bacchetta magica che fermi i proiettili o addolcisca i tiranni. Le immagini del vento che non spezza i rami e della pioggia che non frantuma le zolle non vanno prese come meteorologia miracolosa, ma come linguaggio simbolico di una società che, trasformando le cause interiori, muta anche gli effetti esteriori. È il principio di esho funi, ovvero l’unicità (non-dualità) di vita e ambiente: la qualità della nostra vita interiore si riflette nella qualità delle relazioni, delle istituzioni, perfino nel “clima” etico e culturale in cui respiriamo. Se la nostra vita si eleva, l’ambiente smette di essere un inferno costruito a nostra immagine e somiglianza.
Per questo, la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo non è una fuga, ma il motore della rivoluzione umana: un allenamento a smascherare quotidianamente il Re Demone che abita anche in noi — cattiveria, rassegnazione, cinismo — e a tradurre la vittoria interiore in azioni concrete: dialogo che disarma, cura dei più deboli, responsabilità civile, rifiuto della disumanizzazione dell’altro. Quando questa trasformazione non riguarda pochi “eroi” isolati ma una massa critica di persone comuni, allora quelle metafore diventano storia: meno odio, meno violenza, più saggezza nel risolvere i conflitti. Nichiren tocca la politica senza cedere alla politica: non si limita a denunciare il crollo della società, ma ci indica come invertire la traiettoria.
Lo stesso senso anima il Risshō Ankokuron — “Adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese”. Non un progetto settario, ma l’idea che la sicurezza pubblica nasca dalla dignità assoluta della vita riconosciuta e protetta. La Soka Gakkai traduce questo in kosen-rufu, che significa ampia diffusione della Legge mistica di Nam-myoho-renge-kyo per una pace fondata sulla dignità della vita: si tratta di espandere una rete di persone che, rinforzando pratica e studio del Buddismo di Nichiren Daishonin, producano istituzioni più giuste e culture meno violente. “Quando tutte le persone reciteranno” non è una formula settaria, ma l’indicazione di una soglia sociale: abbastanza cuori raddrizzati da raddrizzare anche l’andamento degli eventi.
E cosa dire della promessa di “pace e sicurezza nell’esistenza presente” e di “nessuna vecchiaia né morte per la persona e per la Legge”? Non si tratta di un paradiso edulcorato, ma di uno stato vitale incrollabile capace di creare valore anche dentro le tempeste. La Legge mistica (Myoho-renge-kyo) non “invecchia”, cioè non perde efficacia, come sorgente inesauribile di coraggio, saggezza e compassione. Non promette l’assenza di prove, che anzi sono necessarie e inevitabili. Ci promette invece coscienza, saggezza e forza per non trasformarci nei mostri che combattiamo.
Detto questo, la mia diagnosi politica e sociale rimane: siamo fili d’erba in mezzo a un incendio. Proprio per questo, la “conversione generalizzata” che auspico non è un desiderio romantico: è l’unico programma operativo realistico se vogliamo che l’incendio trovi meno ossigeno. L’“ultima lotta” di cui scrivevo nel 2019 non è tra blocchi di nazioni, ma dentro ciascuno di noi, ogni giorno. Se davvero è “troppo tardi” per evitare tutte le rovine, non è mai troppo tardi per impedire che la rovina ci rubi l’umanità.
In questo senso, noi possiamo essere il “vento che non spezza”, il vento della rivoluzione umana che, un cuore dopo l’altro, può ancora piegare la direzione della storia. E se il mondo resterà un campo bruciato, che almeno si trovi, in mezzo alle ceneri, la prova che l’erba ha saputo crescere controvento.
(23 agosto 2025)