La nostra vita sia il nostro messaggio

fotografia scattata al Bioparco di Roma il 17 settembre 2014,
all'interno del Museo dei Crimini Ambientali
(Francesco Galgani)

fotografia scattata al Bioparco di Roma il 17 settembre 2014,
all'interno del Museo dei Crimini Ambientali
(Francesco Galgani)
Nei manicomi c'era gente pazza
gente rinchiusa che farneticava,
scriveva versi,
d'amor sempre parlava
mentre la guerra nel mondo divampava.
Di pazzi ce ne sono ancora tanti,
tutti ammalati di biro o di matita,
poi vi sono quelli con il cellulare
o con un tablet in mano ad armeggiare.
Ma i folli che più sono da scartare
son quelli che ancor hanno sentimento
sono dei matti fuori dal normale
che anche gli altri fanno stare male.
In passato c'è stato Baudelaire,
e tanti come lui stramaledetti,
si sono intossicati con la “fata”
che dall'assenzio avevan distillata.
Poi c'è stato Palazzeschi e Corazzini
e il Pascoli con i suoi strani amori
e infine anche Campana e la Merini,
pazzi son stati dai cervelli fini.
Anche loro inseguivano l'amore,
intrecciavano parole e turbamento
gente partita che andava contro vento
gente che ci stordiva con dei versi.
E or ci sono anch'io, altro ammalato,
che scrivo e parlo ognor da innamorato
pensieri assurdi e sentimenti persi.
Salvatore Armando Santoro
(15 settembre 2014)
L'articolo che segue è di Alessandro Veri, giovane articolista collaboratore di vari giornali sia online sia cartacei, ed è reso disponibile con licenza Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Italia.
Ringrazio il caro amico Salvatore Armando Santoro per la condivisione della seguente poesia, che è con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia. Sullo stesso tema, si veda anche la mia poesia Vita vera, che ha in calce alcuni link per approfondimenti.