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Gesù è mai esistito? Miti, credenze e racconti relativi a "salvatori" morti e resuscitati

tratto dal capitolo 4 di "Resurrezione Reincarnazione - Favole consolatorie o realtà? Una ricerca per liberi pensatori", di Mauro Biglino, Uno Editori

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Zoroastro

Lo zoroastrismo prevedeva la resurrezione corporale dei morti a seguito di un giudizio finale esercitato da Dio. Il dio Mazda opera tramite lo Spirito Santo, di cui è Padre; ha come nemico uno spirito malvagio, signore delle tenebre, che si è ribellato così come il Satana della religione cristiana.
Il mondo deve attraversare tre ere: la creazione iniziale, il mondo presente, in cui il Bene e il Male si contrappongono, e l’era finale, in cui Bene vincerà sul Male, grazie all’intervento di un Saoshyant (“salvatore”), nato da una vergine della stirpe del profeta Zoroastro, che risorgerà dalla morte per costituirsi giudice alla fine dei tempi.
Zoroastro fu probabilmente il primo a predicare la resurrezione dei morti nel giorno del giudizio universale, quando l’uomo sarà chiamato a rispondere della sua condotta.

Osiride

Osiride, dio egizio, viene ucciso dal fratello Seth e successivamente riportato in vita. Il mito egizio narra che Osiride ha portato la civiltà agli uomini, insegnando loro come coltivare la terra e produrre il vino e per questo era molto amato dal popolo. Seth, invidioso del fratello, cospirò per ucciderlo: lo fece entrare con l’inganno in una cassa e la gettò nel Nilo facendolo annegare.
Iside, con l’aiuto della sorella Nefti, riportò Osiride alla vita ma Seth riuscì a ucciderlo una seconda volta, fece a pezzi il suo corpo e nascose le parti in luoghi diversi. Iside trovò i vari pezzi e lo riportò in vita. Successivamente Osiride andò negli inferi per giudicare le anime dei morti e tornerà sulla terra dei vivi per governare in eterno e con lui si affermerà la vittoria definitiva del Bene sul Male.

Attis

Attis, divinità siriaca, muore e risorge in occasione dell’equinozio di primavera. Molte sono le leggende relative a questa divinità e molte sono anche le analogie con il cristianesimo. Attis nasce il 25 dicembre dalla Vergine Nana; nel “Venerdì nero” viene crocifisso a una pianta; scende nel mondo sotterraneo e dopo tre giorni risuscita, il 25 marzo. Egli era definito sia “Figlio divino” che “Padre”. Il suo corpo veniva mangiato come pane dai suoi adoratori e i suoi sacerdoti erano eunuchi per il regno del cielo. Chiamato anche “Figlio unigenito”, era considerato il salvatore ucciso per la salvezza dell’umanità. Come salvatore era adorato dai frigi, che lo rappresentavano legato (o inchiodato) a una pianta, ai piedi della quale c’era un agnello. Apollo di Mileto narra che «era un mortale secondo la carne; saggio in opere miracolose. Ma, arrestato da una forza armata per ordine dei giudici caldei, subì una morte resa amara da chiodi e pali.»

Mitra

Mitra, divinità persiana, muore e risorge. La religione cristiana avversò sempre il mitraismo come il concorrente più pericoloso.
Va rilevato che il mitraismo condivideva con il cristianesimo molti elementi: dalle origini mediorientali alle lustrazioni (battesimo), dalla resurrezione dei morti alla coincidenza della celebrazione della natività fissata il 25 dicembre, in concomitanza con il solstizio d’inverno, da entrambe le religioni.
Una delle leggende riguardanti la nascita di questa divinità, che si fa uomo per salvare il genere umano sconfiggendo il male, narra che il dio decide di venire al mondo incarnandosi nel ventre di una vergine, e vede la luce in una grotta.
Mitra abbandonò infine il mondo terreno per tornare in cielo 33 anni dopo essersi incarnato.

Quetzalcoatl

Il dio piumato tolteco Quetzalcoatl era considerato simbolo di morte e resurrezione dagli aztechi, che ne attendevano anche il ritorno in un tempo futuro. Come Osiride, questo dio portò saggezza e conoscenza, introdusse le pratiche agricole e le leggi, il calcolo matematico e l’uso dei calendari.
Quetzalcoatl visse un episodio che ricorda lo scontro tra le divinità egizie: ebbe un duro scontro con il dio Tezcatlipota al seguito del quale decise di andarsene, promettendo che sarebbe ritornato.

Dioniso

Il dio greco Dioniso muore e risorge ogni anno all’equinozio di primavera. Secondo Esiodo il dio viene fatto a pezzi dai Titani, che lo divorano, ma egli risorge. Le baccanti, sue sacerdotesse, divorano animali ed esseri umani perché nelle carni crude è presente proprio questa divinità che muore e risorge, e, sacrificandosi e donandosi agli uomini, fa continuamente morire e risorgere chi si unisce a lui.

Atahualpa

La religione inca afferma la resurrezione dei morti, almeno per gli imperatori: lo stesso Atahualpa affronta con coraggio gli invasori europei e la morte, certo com’è della sua futura resurrezione.

Il Libro egizio dei morti

Il Libro egizio dei morti è stato scritto per fornire al defunto risorto nell’altro mondo indicazioni utili al raggiungimento di un paradiso di beatitudini, peraltro molto simile a quello cristiano. È una raccolta di testi funerari di epoche diverse, contenente formule magiche, inni e preghiere che, per gli antichi egizi, guidavano e proteggevano l’anima (Ka) nel suo viaggio attraverso la regione dei morti.
La conoscenza di questi testi doveva garantire all’anima la certezza di sconfiggere i demoni che le ostacolavano il cammino e di superare le prove poste dai 42 giudici del tribunale di Osiride. In particolare il testo doveva servire a preparare la testimonianza sulla sua condotta in vita, che il defunto doveva fornire. Quando il defunto compariva davanti al tribunale di Osiride, si discolpava con una serie di formule che sono curiosamente richiamate dai dieci comandamenti forniti da Mosè al popolo ebraico nel corso dell’Esodo; tra le altre cose l’anima diceva infatti:

«Non ho ucciso uomini, non ho detto il falso, non ho rubato, non ho commesso cattive azioni, non ho bestemmiato il nome del dio, non ho fatto l’amore con la donna di altri...»

Per facilitarne l’utilizzo, il papiro era posto nella tomba, o direttamente nel sarcofago, assieme a tutto ciò che era ritenuto utile per il viaggio dell’anima.

Kechari mudra

Lo yoga tantrico conosce una pratica che si chiama Kechari mudra, attraverso la quale l’adepto raggiunge uno stadio di morte apparente da cui successivamente viene richiamato in vita. Kechari mudra significa “chiusura della lingua” e la tecnica consiste nel far assumere a questo organo una posizione dalla quale può solleticare la parte molle del palato con un movimento ritmico e continuo, capace di stimolare le ghiandole poste nella regione cervicale e aumentare la produzione di determinate sostanze chimiche, in grado di agevolare la percezione di realtà sottili.
Particolarmente interessata dagli effetti della tecnica sarebbe la ghiandola pineale, con relativa secrezione di una sorta di fluido contenente la serotonina, precursore delle endorfine. Uno degli effetti di questa pratica pare essere la dilatazione delle percezioni, l’arresto delle attività mentali e il conseguimento di uno stato di abbandono totale, simile appunto alla morte.
Tutte le forme iniziatiche di spiritualità conoscono pratiche simili (egizi, esseni, indu, ecc.).

Il Messia risorto giudaico

Nello stesso ambiente giudaico, poi, l’idea non era nuova. All’Israel Museum di Gerusalemme si trova una tavola di pietra, scoperta nei pressi del Mar Morto, su cui si trovano circa novanta versi in ebraico che narrano la storia di un Messia che sarebbe risorto tre giorni dopo la sua morte. L’elemento curioso, e importante, è che la tavola risalirebbe a un’epoca antecedente alla nascita di Gesù, e quindi non si riferisce a lui...
La resurrezione dei morti è dunque un argomento molto complesso, articolato, assolutamente non univoco nella presentazione e nella rivelazione; argomento che ha subito continue elaborazioni e riscritture alla luce degli eventi e delle attese fideistiche delle varie comunità distribuite tra la Grecia e il Medio Oriente.

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