Suggerisco la lettura (o l'ascolto) del libro "Per il bene della pace. Sette sentieri verso l'armonia globale. Una prospettiva buddista" (riportato per intero in questo blog), che raccoglie discorsi tenuti presso università e proposte di pace presentate all’ONU da Daisaku Ikeda dal 1976 al 2001.
Quanto segue sono mie riflessioni e citazioni di altri scritti di Daisaku Ikeda a proposito dell'indispensabile ruolo delle religioni nell'odierna società. In calce riporto anche il Cantico delle Creature di San Francesco D'Assisi, che ha accompagnato le mie giornate per tanti anni e che esprime un grande amore e un grande rispetto per la vita e per i modi in cui essa si esprime, amore e rispetto di cui oggi c'è più che mai bisogno.
La religione è originariamente qualcosa di indispensabile per l’essere umano. Negarne il bisogno, o snaturarla, o sminuirla, o offenderla, a cosa porta? Tra l'altro, sia storicamente sia nella realtà quotidiana, la religione è spesso tirata in ballo per giustificare cose che di religioso non hanno nulla. Ma dove stiamo andando? Come ha affermato Vivekananda, moderno pensatore indiano: «Se si elimina dalla società umana la fede nella religione, che cosa resta? Solamente una selva popolata da bestie».
«La trasformazione dello stato vitale di una persona attraverso la fede, in altre parole la sua rivoluzione umana, costituisce l’unica strada per una soluzione fondamentale dei problemi di quest’epoca.» (Daisaku Ikeda, Nuova Rivoluzione Umana (NRU), Puntata 39, vol.29 Capitolo III - nota: nella narrazione, l'autore, Daisaku Ikeda, rappresenta se stesso con lo pseudonimo Shin'ichi Yamamoto)
Nel testo citato, Ikeda si riferisce nello specifico alla pratica buddista basata sulla fede nel Gohonzon, che «[permette] la trasformazione dello stato vitale degli esseri umani. Sviluppa infatti in un bodhisattva non risvegliato l’aspirazione all’Illuminazione. Conduce chi non ha considerazione per gli altri a sviluppare un atteggiamento compassionevole, chi è portato a uccidere a provare pietà, chi è invidioso a sentire gioia per gli altri, chi è attaccato ai beni materiali e alla fama a sviluppare uno spirito di non-attaccamento, chi è avido a sviluppare la generosità, chi è arrogante a sviluppare l’autodisciplina, chi tende all’odio e all’ira a sviluppare la pazienza. Induce un indolente a divenire costante, una persona inquieta a divenire serena e una che tende a lamentarsi a tirare fuori la saggezza. La società attuale è pervasa dall’egoismo. Non solo non c’è più spazio per pensare agli altri, ma si è radicato in profondità uno spietato egoismo. In ambito familiare le discordie non hanno più fine e nella società complesse contraddizioni e contrasti si susseguono senza sosta. La trasformazione dello stato vitale di una persona attraverso la fede, in altre parole la sua rivoluzione umana, costituisce l’unica strada per una soluzione fondamentale dei problemi di quest’epoca». So che il Gohonzon permette tutto questo, quindi capisco perché Ikeda ritiene che una tale trasformazione interiore, chiamata "rivoluzione umana", possa portare beneficio all'intera società.
Tutto ciò senza nulla togliere al valore delle altre religioni. Ikeda infatti ha scritto: «Una serenità spirituale forte e splendente come il diamante, la felicità di tutti gli esseri umani e la pace sono aspirazioni che troviamo alla radice di tutte le religioni le quali, in tal senso, dovrebbero mirare a diventare sempre più “religioni per l’essere umano”. Sono convinto che il requisito essenziale di una religione, in un’epoca di globalizzazione come la nostra, sia quello di diventare sempre più capace di interpretare questi ideali comuni, e che in tali aspirazioni fondamentali si trovino le basi per la promozione del dialogo interreligioso, uno dei temi più importanti della nostra civiltà. Naturalmente ogni religione presenta sue proprie caratteristiche e diversità. Se chiediamo, ad esempio, cosa s’intende per “serenità spirituale” troveremo di sicuro molteplici risposte, differenti da una confessione all’altra: “l’amore verso Dio”, “sentire la presenza di una forza che non è visibile all’occhio umano”, “seguire la bontà del cuore”, “la pace del cuore”, “il controllo dei desideri terreni” e così via. Le particolari connotazioni di ogni religione nascono da un complesso di influenze dovute alle diversità degli esseri umani, alle caratteristiche di ogni epoca, alle peculiarità di ogni luogo e alle diverse evoluzioni della storia. Nonostante tali differenze, ogni dottrina possiede al suo interno i princìpi e la saggezza necessari a realizzare la felicità delle persone. Nel contesto del dialogo interreligioso moderno è necessario quindi accettare e valorizzare le molteplici caratteristiche di ogni singolo credo e, allo stesso tempo, afferrare la profonda verità e sapienza presente nelle sue dottrine. Non vi è dubbio che, così facendo, ogni religione potrà esercitare un’influenza positiva sulle altre e diventare sempre più una religione dedicata alla felicità del genere umano. Inoltre, continuando a percorrere questo cammino di dialogo e reciproco miglioramento, ogni fede potrà manifestare il proprio valore intrinseco, contribuendo alla creazione di un sodalizio di “religioni per l’essere umano” in grado di trasformarsi nella forza più grande per la realizzazione della pace nel mondo. Questo è il mio desiderio.» (tratto dalla Prefazione de "Gli Scritti di Nichiren Daishonin, vol. 1, Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai editore)
Inoltre:
«In una società privata del sentimento religioso, gli esseri umani sono costretti ad andare alla deriva tra le fitte nebbie dell’inquietudine, in balìa degli istinti. La destinazione a cui è approdata infine l’umanità non è altro che la fede cieca nella scienza, nei computer, nelle armi nucleari, in un’etica che coltiva soltanto il “culto” del denaro.
Questo tipo di fede cieca, cresciuta a dismisura come prodotto dell’avidità umana, ha portato solo desolazione e vuoto nell’animo umano, ha alimentato la diffidenza reciproca tra gli esseri umani e innescato problemi ambientali ed emarginazione delle persone. Per far sì che il denaro e le tecnologie scientifiche possano essere impiegati per la pace e per la felicità degli esseri umani, si rende quindi indispensabile una profonda trasformazione dello spirito umano. Anche questo è compito della religione.» (Daisaku Ikeda, NRU, Puntata 45, vol.29 Capitolo III)
A queste considerazioni io vorrei aggiungere che più aumenta la fiducia nella tecnologia, più diminuisce la fiducia che l'essere umano ha per se stesso e per le altre persone. Più precisamente, come ho scritto nella sez. 3.5 "Scenari futuri?" della mia tesi di laurea "Solitudine e Contesti Virtuali" (a cui rimando per approfondimenti e note bibliografiche): «Alle persone la tecnologia appare più attraente proprio dove sono più deboli e vulnerabili, promettendo di semplificare i rapporti umani e la vita, alimentando una fiducia crescente nella tecno-mediazione e nella virtualità e una parallela crescente sfiducia negli esseri umani. [...] Più le persone si abitueranno a brevi scambi tecno-mediati piuttosto che a incontri veri e propri, maggiormente tenderanno ad “accontentarsi di meno” nelle relazioni, fino ad arrivare all’estremo di poter pensare di fare a meno degli altri. [...]»
Francesco Galgani,
17 agosto 2016
Cantico delle Creature di San Francesco D'Assisi
«Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue so' le laude, la gloria e 'honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle, in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si', mi' Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si', mi' Signore, per sor'aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si', mi' Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli ke 'l sosterrano in pace, ka da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si' mi' Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male.
Laudate et benedicete mi' Signore' et ringratiate et serviateli cum grande humilitate»
Grazie.