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Liberi dal cellulare - Liberi di parlare

Teoria dell'obbligatorietà della connessione in mobilità (di Francesco Galgani)
https://www.informatica-libera.net/content/teoria-obbligatorieta-connessione-mobilita-di-francesco-galgani

Il nuovo lusso dei tempi di oggi è questo: vivere senza cellulare. Chi ci riesce? Chi può permetterselo?
http://www.corriere.it/cronache/11_marzo_08/uomo-senza-telefonino_6aa851c6-49d6-11e0-8210-720c80ef41f5.shtml

Udine ha dichiarato guerra ai telefonini: zone «cell free» in tutta la città, vietati in giunta.
Il sindaco: «Nocivi alla salute e rovinano i rapporti sociali. In giunta stavano tutti a smanettare su Facebook e Twitter»

http://www.corriere.it/cronache/12_aprile_21/udine-cellulari-vietati-_b437a91c-8bb7-11e1-bdb0-bf9acf202da2.shtml

Come ha giustamente scritto Alessandro Cosimetti nel suo blog (si veda l'articolo), nelle nostre vite l'uso immerviso e invasivo degli smartphone sta portando a tre conseguenze:

  1. Stiamo creando e favorendo una cultura della distrazione dove siamo sempre più scollegati dalla gente e gli eventi intorno a noi e sempre più incapaci di formulare pensieri a lungo termine.
  2. Stiamo perdendo alcune cose molto importanti. Con la stimolazione digitale minacciamo la creatività e l’intuizione.
  3. Riduciamo le connessioni umane reali quando diamo la priorità ai nostri telefoni a discapito delle persone davanti a noi.

Tutto ciò si ricollega al fatto di essere "connessi, ma soli", come affermato da Sherry Turkle e documentato nella mia ricerca su "Solitudine e Contesti Virtuali". Ai punti sopra citati, ne aggiungerei un quarto, fondamentale:

  1. Stiamo seriamente e gravemente danneggiando la nostra salute, sia a livello di significativo innalzamento della probabilità di tumori, sia a livello di disturbi di varia natura e comunque seri (si veda la sezione "Gli effetti “tossici” della solitudine... e dei mondi virtuali", nella quale, pur non riferendomi nello specifico all'uso dei telefonini, analizzo comportamenti nei quali rientra anche il loro uso). In sintesi, come titola un articolo del 2011, l'uso prolungato del cellulare provoca tensione, mal di testa e tumore. A ciò si aggiungono nuove patologie dal nome quasi ironico ma in realtà serie e reali, come la whatsappite, che è una nuova malattia emergente.

Ci sarebbe un'ulteriore punto, che forse tendiamo a dimenticare o a ignorare:

  1. Siamo tutti sotto controllo, spiati, tracciati. Ogni gesto che compiamo, ogni passo che facciamo, viene monitorato a distanza, analizzato, soppesato. Come ha correttamente affermato Richard Stallman: «Ogni device portatile che hai con te traccia la tua posizione anche quando non c’è un software a richiederlo specificamente. [...] Intanto io mi guardo bene dall'avere un qualsiasi telefono cellulare. Se le altre persone vogliono farsi tracciare, non significa che vada bene anche per me».

L'ultimo punto si ricollega al tema della privacy, che ho già trattato estesamente nell'articolo "Internet e privacy: prospettiva funzionale dell'interazione in rete".

Le conseguenze sono finite qui? No, ce ne sono almeno altre due:

  1. Il mondo della telefonia è molto costoso, è una spesa continua, sia per l'hardware sia per il servizio: le nostre chiacchiere sono il business di altri.
  2. Chi non può o non vuole stare al passo con le novità tecnologiche, è emarginato.

Ma allora... perché utilizziamo i cellulari? Sono come l'aria per respirare, senza cui si muore?

Un'amica che studia nella mia stessa università ha fatto un'osservazione va al cuore del problema, le sue parole sono state: «[...] è [un problema] legato più ad un fatto psicologico: siamo attaccati al suono del telefono cellulare per non perdere opportunità di... tante cose: lavoro, amicizia, ecc.»

La mia amica ha ragione. Io però mi chiedo: per non perdere le (presunte) opportunità dateci dagli smartphone, cos'altro stiamo perdendo o abbiamo già perso? Esiste veramente qualcosa con cui valga la pena di barattare la propria salute? E' meglio un mondo tecno-mediato o un mondo reale? Guardate questo video...

Io ho già chiuso Facebook da anni e non sento alcun bisogno di riaprirlo, anzi. Sto riflettendo se non sia arrivato anche il momento di concedere un lungo riposo ai miei telefoni cellulari. Consiglio una lettura di: 30 Ways To Do The Things You Love Without Your Smartphone.

Gli smartphone, i tablet e i cellulari non sono l'aria: quando sono nato, nel 1982, non esistevano e non ne sentivo il bisogno. Il bisogno che ne sento adesso e che ne ho sentito nell'ultimo decennio è stato indotto da vari fattori, è una dipendenza e una schiavitù, di cui voglio cominciare a liberarmi. Siamo finiti in un mondo ad alta accelerazione in cui le connessioni in mobilità risucchiano tantissime energie, sottraendole alle relazioni e alla naturalezza della vita: dovremmo darci una calmata.

Francesco Galgani,
8 giugno 2014

P.S.: Sono passati venti giorni da quando ho scritto questo articolo, nei quali il mio rapporto con il cellulare è drasticamente cambiato, dando seguito alle intenzioni che qui ho dichiarato. Nel frattempo è uscito un nuovo articolo, intitolato Privacy, storica sentenza Usa: "Non controllate i telefonini, sono una parte del corpo", che inizia così: «"Un marziano sbarcato sulla terra potrebbe pensare che il telefonino è un pezzo importante dell'anatomia umana". Non è una battuta, è il dispositivo di una storica sentenza della Corte suprema Usa. Che fa giurisprudenza sulla privacy degli americani. [...]»

P.P.S.: Si veda anche il mio successivo articolo "Vivere senza cellulare: come essere più smart senza smartphone - Una scelta fattibile".

 

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