In un suo recente video, Nicolai Lilin ha asserito che, dal punto di vista "cristiano", è giusto gioire dell'assassinio di Andriy Volodymyrovych Parubiy, capo storico dei nazisti ucraini. La sua argomentazione è che aver ucciso lui equivale ad aver ucciso un "pezzo di Satana" (fonte).
Credo che questo tipo di messaggio sia molto nocivo e soprattutto sbagliato. Non discuto qui sulla figura di Parubiy, mi sto riferendo esclusivamente a questa fantasiosa interpretazione del cristianesimo che ne ribalta il senso. Le libere interpretazioni, se non corrette in tempo, possono gettare le basi per "santificare i crimini".
Rispondo a Nicolai anche qui, nel mio blog, per dare uno spunto di riflessione ai miei lettori. Nei suoi video, lui fa specifico riferimento all'ortodossia russa, pertanto mi baserò su di essa, senza aggiungere mie opinioni. La mia casa spirituale è il Buddismo, ma in questo caso parlerò soltanto in base agli insegnamenti cristiani.
Prima, però, una doverosa premessa. Poiché siamo in tempo di guerra, e la guerra si allargherà sempre di più, cerchiamo di ricordarci che:
«[...] Le particolari connotazioni di ogni religione nascono da un complesso di influenze dovute alle diversità degli esseri umani, alle caratteristiche di ogni epoca, alle peculiarità di ogni luogo e alle diverse evoluzioni della storia. Nonostante tali differenze, ogni dottrina possiede al suo interno i princìpi e la saggezza necessari a realizzare la felicità delle persone.
Nel contesto del dialogo interreligioso moderno è necessario quindi accettare e valorizzare le molteplici caratteristiche di ogni singolo credo e, allo stesso tempo, afferrare la profonda verità e sapienza presente nelle sue dottrine. [...]»
tratto da: Prefazione di Daisaku Ikeda alla RSND, fonte
Per affrontare i tempi molto bui che abbiamo di fronte, serve una robusta spiritualità radicata in una solida comunità. Di solito mancano l'una e l'altra.
Detto ciò, passo al nucleo della questione sollevata da Nicolai.
1) Dio è sovrano: Satana agisce solo entro i limiti che Dio permette
Nella Scrittura, Dio fissa i confini dell’azione satanica. In Giobbe 1:12, il Signore concede a Satana di provare Giobbe, ma ne delimita i poteri. Lo stesso schema riappare quando Gesù dice a Pietro: «Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano» (Luca 22:31). Questo non fa di Dio l’autore del male: Dio lo permette per trarne un bene più alto e per la nostra crescita, come ricorda anche la catechesi ortodossa quando parla della Provvidenza.
La tradizione ribadisce che Satana non è l’“antidio”, ma una creatura decaduta, con potere limitato e subordinato alla signoria divina.
2) Il combattimento cristiano è spirituale, non contro la “carne e il sangue”
San Paolo lo formula senza ambiguità: «La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.» (Ef 6:12). Questo è un invito a ingaggiare la battaglia dentro il cuore, con il discernimento dei pensieri, la preghiera e la penitenza.
Non ha senso teologico dire che, uccidendo un criminale, “si uccide un pezzo di Satana”. I demoni sono spiriti, non si eliminano con il piombo ma con la nostra conversione e la grazia di Dio. Angeli e demoni sono incorporei rispetto alla materia, quindi non soggetti a uccisione fisica.
Per un approfondimento, rimando alla "Esposizione della fede ortodossa (Libro II)", liberamente consultabile. Mi riferisco in particolare al "Capitolo 4. Riguardo al diavolo e ai demoni", dove dice: «[...] Ma mentre è stata loro concessa la libertà di attaccare l'uomo, non hanno la forza di sopraffare nessuno: perché siamo noi a poter ricevere o non ricevere l'attacco. Per questo è stato preparato per il diavolo e i suoi demoni , e per coloro che lo seguono, un fuoco inestinguibile ed eterno [...]».
3) Il cuore di Dio non gioisce della morte del peccatore
La Bibbia mette un argine molto netto al gusto della vendetta: «Quando il tuo nemico cade, non ti rallegrare; quando è rovesciato, il tuo cuore non ne gioisca» (Pr 24,17). E Dio dichiara per bocca di Ezechiele: «Io non godo della morte dell'empio, ma che l'empio desista dalla sua condotta e viva» (Ez 33:11). Nel Nuovo Testamento, Gesù descrive il cielo in festa non per la morte, ma per la conversione: «Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione» (Lc 15:7). Gioire di un omicidio non è spirito cristiano.
4) L’immagine di Dio nell’uomo non si spegne, nemmeno nel colpevole
Ogni persona porta in sé l’immagine di Dio (Gen 1,27). Il documento ufficiale del Patriarcato di Mosca, "Le basi della dottrina sociale", lo ripete più volte, collegando la dignità personale all’“immagine” divina e ricordando come la pace evangelica passi per la misericordia e la giustizia, non per l’odio:
«La Chiesa si oppone anche alla propaganda della guerra e della violenza, così come alle varie manifestazioni di odio»
tratto dalla parte finale del cap. VIII. War and peace
Questo giusto per sottolineare che la Chiesa Ortodossa Russa, contrariamente a quanto proclamato da alcuni canali di informazione, non promuove né la guerra né gli omicidi. Dire che la guerra armata tra Nato e Russia abbia radici nella spiritualità è una "forzatura" che non trova alcun sostegno nella teologia.
Per il cristiano, la condotta spirituale è pregare per i nemici, non maledirli. San Silvano del Monte Athos scrive che «L’anima che non ha mai conosciuto il Santo Spirito non comprende come si possa amare i nemici e non l’accetta. Ma il Signore ha compassione per tutti gli uomini e chiunque voglia essere con il Signore deve amare i suoi nemici» (fonte). E altrove: «L’uomo che pensa con malizia male dei suoi nemici non ha in sé l’amore di Dio e non conosce Dio» (fonte).
5) Che cosa, allora, si può dire in coscienza ortodossa?
Uccidere un uomo — colpevole o meno — non colpisce Satana (che è uno spirito). Casomai, accresce la sua gioia se la morte avviene senza pentimento. Il Vangelo mostra Dio che gioisce della conversione, non del decesso del peccatore.
Gioire di un omicidio non è linguaggio cristiano: scritturalmente è vietato rallegrarsi della caduta del nemico e la via evangelica è pregare per lui.
La lotta a cui il cristiano è chiamato è prima di tutto ascetica e interiore; il male si vince praticando giustizia, misericordia e riconciliazione, non esultando per il sangue.
(31 agosto 2025)