Quanto sto per scrivere è un punto di vista cristiano. Uso l'espressione "funzione anticristica" nel titolo di queste riflessioni esclusivamente nel senso teologico di "negazione di Cristo", e non come insulto a chi crede nella reincarnazione.
Premetto che non intendo discutere se la reincarnazione esista o meno, ovvero non voglio attribuirle caratteristiche di verità o falsità. Voglio solo mettere in evidenza le conseguenze che essa ha per chi si professa cristiano o, comunque, per chi ha origini culturali nel cristianesimo.
L’elemento teologicamente più grave è il fatto che la reincarnazione escluda la salvezza che Gesù ha portato, venendo fra noi, con la sua morte e risurrezione. La reincarnazione annulla la Pasqua del Signore, la rende inoperante in quanto, come via di salvezza, è superflua, inutile, semplicemente non applicabile (cfr. "Credi nella reincarnazione?", di Alberto Bigarelli). Vita dopo vita, la purificazione e la salvezza dalle peggiori sofferenze è in conseguenza del karma, ovvero dei meriti (e demeriti) acquisiti tramite le proprie azioni. Ciò significa che, se ammettessimo la reincarnazione, la nostra evoluzione sarebbe in conseguenza delle nostre capacità, intenzioni e meriti acquisiti. Non ci sarebbe inoltre nessuna preoccupazione sulla vita dopo la morte, perché saremmo già eterni.
Ciò è esattamente il contrario dell'insegnamento cristiano, secondo cui la salvezza viene da Dio, che risuscita i morti. La vita eterna non è il risultato dell’immortalità dell’anima, né deriva naturalmente dall’evoluzione vita dopo vita. È un dono gratuito e "immeritato". Lo ripeto, "immeritato". Il cristiano confida nella Misericordia di Dio sia in vita, sia dopo la morte, e solo per questa - e non per le proprie capacità - spera nella Vita Eterna, ovvero nella gioia senza fine del Paradiso.
Non dimentichiamo quello che Pietro ha detto nel suo terzo discorso a Gerusalemme dopo la Pentecoste: «In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito [da Dio] che noi siamo salvati» (Atti 4,12), e neppure dimentichiamo quello che ha scritto l’apostolo Paolo ai Galati: «Ma se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema!» (Galati 1:8).
Ebrei 9:27-28 è ancora più esplicito: «Come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio, così anche Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a coloro che lo aspettano per la loro salvezza».
Ne segue che chi cerca umilmente la misericordia di Dio, ricordandosi sempre di averne bisogno, ha pieno diritto di sospettare che la reincarnazione, e le filosofie orientali basate su di essa, siano fondamentalmente anticristiche, in quanto negano l'esistenza e la necessità di un Salvatore.
Questa mia opinione è maturata dalla personale osservazione di occidentali che si "convertono" al buddismo, o ad altre religioni asiatiche, portando con sé un rancore più o meno consapevole verso Dio e verso la Chiesa, forse a causa di aspettative infrante vissute come tradimenti. Negando la possibilità che possa esserci una Provvidenza divina, o rinunciandovi perché in collera con Dio, scelgono tra possibili credo che sembrano "atei", anche se, in realtà, non negano Dio, più modestamente evitano di presupporlo e di discuterlo. Poiché l'intenzione è distorta, lo è anche l'uso che viene fatto di queste religioni, spesso sfociando in un settarismo autoreferente che acquisisce caratteristiche anticristiche assolutamente estranee al contesto culturale di provenienza.
Intendiamoci, non sempre è così. Sto solo cercando di analizzare come, nel contesto occidentale, sia possibile passare dal "tutto dipende da Dio" al "tutto dipende da me", che è un altro modo per dire: "Sono in collera con il Creatore, quindi ne faccio a meno". Questo sembra l'ideale di vita di Satana. Sono meccanismi psicologici molto subdoli e difficilmente emergono alla coscienza di chi li vive.
Per inciso, e qui concludo, il monaco zen Thich Nhat Hanh ha scritto: "Se ti piace la meditazione seduta, pratica la meditazione seduta; se ti piace la meditazione camminata, pratica la meditazione camminata; ma conserva le tue radici, siano esse ebraiche, cristiane o musulmane. È questo il modo corretto per tramandare lo spirito del Buddha; non puoi essere felice se hai perso il collegamento con le tue radici" (fonte). Questo a dimostrazione del fatto che non c'è assolutamente nulla di anticristico nel buddismo se approcciato con consapevolezza. Diverso è il discorso per chi ci si avvicina perché scappa da qualcos'altro.
(8 maggio 2025)