Un articolo de "Il Tempo" di due giorni fa, intitolato "Gran pasticcio nel rapporto sui decessi. Per l'Iss gran parte dei morti non li ha causati il Covid (21 ottobre 2021)", inizia così:
«Secondo il nuovo rapporto (che non veniva aggiornato da luglio) dell'Istituto Superiore di Sanità sulla mortalità per Covid, il virus che ha messo in ginocchio il mondo avrebbe ucciso assai meno di una comune influenza. [...]»
Orbene, "Il Tempo" rientra nel cosidetto "main stream", e l'ISS (Istituto Superiore di Sanità) rientra tra le fonti ufficiali. Nel caso in cui l'articolo in questione dovesse essere rimosso, per futura memoria resterà comunque in copia a questo link.
Perché, dopo due anni, fonti ufficiali ci dicono che i morti per covid sono minori di quelli per influenza, visto che fino a ieri è stato affermato l'esatto contrario dalle stesse fonti? Anzi, per essere più precisi, fino a ieri è stata collettivamente costruita una realtà divisa in due, una realtà duale, che (estremizzando e semplificando) è stata (da noi) costruita in due modi specularmente opposti: da una parte l'assoluta fede nella mortalità e pericolosità del covid, dall'altra l'assoluta fede nella mortalità e pericolosità delle scelte governative per imporre misure di contrasto al covid (che, in questo tipo di costruzione di realtà, di per sé non è considerato pericoloso).
So di aver semplificato, ma a volte le semplificazioni aiutano a mettere in evidenza l'essenziale. Ad es., è duale la modalità di porsi del cosiddetto "movimento no-vax" e del governo? Probabilmente no, perché sebbene le pretese siano diverse, e ben diversi siano anche i rapporti di forza, a volte l'arroganza e la separatività sono le stesse. Quindi non è una realtà duale, da questo punto di vista almeno.
E' duale la realtà di chi teme fortemente di venire in contatto con il covid (magari portando tre mascherine contemporaneamente mentre cammina da solo in mezzo a un prato) e la realtà di chi ha una risposta emotiva e intellettuale completamente diversa al problema covid? Forse no, perché questi due individui immaginari, che esemplificano i due principali modelli di comportamento antitetici di fronte alla dichiarata pandemia, comunque devono confrontarsi entrambi con il problema dell'inevitabile morte. Quindi non abbiamo due realtà, ma una sola, quella dell'ineluttabilità della morte, quindi non è duale.
Da un altro punto di vista, però, poiché viviamo in un ologramma frattalico (vedi il mio precedente articolo) in cui tempo e spazio sono sostanzialmente due illusioni, ne segue che in questo universo nessuno nasce e nessuno muore.
Qui non muore nessuno.
Quindi, sì, c'è una grande illusione, ma non è il covid, al massimo quello è solo un diversivo per legittimare l'imposizione di un mondo infelice.
(23 ottobre 2021)