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C’è un limite oltre il quale la sopportazione cessa di essere virtù

tratto dal "Trattato di Anatomia Emozionale", dagli studi di Melanio Da Colìa
www.trattatodianatomiaemozionale.it/patologie/

Ingoiare il rospo

È la malattia degli arcaici dell’inconscio, qualcosa di terribile da accettare. Crea una condizione di disgusto e ripugnanza per presa di coscienza di una verità immonda che sollecita corrosivamente il livello di sopportazione e tolleranza, tanto da far accapponare la pelle.

Il soggetto, ingerito l’anfibio, accusa un senso di ribrezzo e repulsione alchemica ed epidermica a causa della secernazione di bufotenina, molecola endogena allucinogena, derivato del DMT, presente nel fluido cerebrospinale dell’animale, aggredendo il cuore e il sistema nervoso del predatore: Noi. Dalla parte ventrale del rospo, invece, viene emesso un altro veleno, incolore, viscido, dall’odore pungente e dall’azione paralizzante, che produce un sottile strato schiumoso di rabbia colore biancastra.
L’ingollamento irreversibile e obbligatorio, il cosiddetto Boccone Amaro, provoca ansia, panico, distorsioni del colore, arrossamento della pelle, difficoltà respiratorie e lesioni al livello di sopportazione.

Alcuni studiosi templari ritengono che le unghie del Rospo, deglutite per ingollamento imposto per lunghi periodi, perseguono ruvidamente nelle viscere, soprattutto fegato ed intestino, l’azione di “cercare a fondo”, graffiando e raspando (“ruspus”, da cui il nome Rospo) fino alla lesione irreparabile dell’apparato digerente e degli stimoli vitali, compromettendo così le attività basilari quali sogno, poesia, libertà intellettuale, gioco.

Ecco alcuni rimedi:
Per la natura sintomatica della patologia, il rimedio più naturale e antico è Sputare il Rospo. Questa pratica “ammatte” dopo aver trattenuto nell’esofago molecole di bufotossine ristagnanti a causa di timore, scrupolo o pudore reverenziale. Liberati da questi tre elementi di contenimento, irrompe un conato verbale che spiattella considerazioni e detestazione con grande enfasi ed eccessi, provocando l’espulsione del rospo in maniera coatta e liberando la gola e le vie respiratorie. Questo rimedio può portare a contrasti, liti o scontri in generale, anche irreversibili.

Secondo gli studi mitologici della dott.ssa Ecate, figura psicopompa figlia dell’emerito Dr. Zeus, dea esperta di magia e specialista in demoni malvagi, il Rospo è l’aspetto infero della rana, dove le valenze acquatiche e lunari cedono il passo alla palude melmosa delle streghe. Per debellarli prescrive riti espiatori, divinizzati con sortilegi, pozioni, azioni e contraddizioni psicomagiche, che esorcizzano i batteri e i demoni del Rospo.

In epoca recente, con la riscoperta degli psichedelici in medicina, è stato rivalutato il potenziale terapeutico del DMT, in particolare nella forma ludica psichedelica omeopatica, nota come Ayahuasca, contro la depressione da indigestione da Rospo.
Assimilando le bufotossine per via ludica, si impermea una corteccia temporale di strafottenza resistente al deglutimento imposto, alterando la valvola percettiva dell’individuo con conseguente rialzo dei valori del tasso di sopportazione e il riequilibrio dell’asse di tolleranza.

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