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La magia del linguaggio per superare l’ipnosi delle parole manipolatorie

In un'epoca in cui l'orizzonte delle nostre possibilità sembra restringersi sempre di più dietro l'illusione di “soluzioni uniche”, nel senso di definitive e solitamente belligeranti o autolesive, la nostra innata creatività rischia di essere ingabbiata e mutilata, trasformando le nostre vite da misteriosi e a volte meravigliosi sogni a colori in incubi in bianco e nero…

Questa mia riflessione è nata dal fatto che due giorni fa, il 3 aprile 2024, l’Esercito della Repubblica Islamica dell’Iran ha dichiarato che l’“l’unica soluzione alla questione palestinese è la resistenza e la lotta fino all’annientamento del regime sionista” (fonte), il che, se venisse applicato letteralmente, significherebbe Terza Guerra Mondiale (nucleare?). Cui prodest?

Nel corso del tempo, ho ascoltato una miriade di presunte soluzioni “uniche”, intese come panacee ai mali del mondo o della vita personale, tra cui ricordo:

  • l’unica soluzione è il vaccino (distruggendo al contempo la sanità pubblica e proibendo le cure)
  • l'unica soluzione è stare chiusi in casa (per aumentare la possibilità di ammalarsi nell’anima e nel corpo)
  • l’unica soluzione è la guerra (in quanto antico e ben collaudato metodo per non risolvere i problemi)
  • l'unica soluzione è ridurre la popolazione mondiale (nel migliore dei casi seguendo un ideale malthusiano, nel peggiore condannando l'esistenza umana come qualcosa di intrinsecamente negativo, come se fosse un cancro del pianeta)
  • l’unica soluzione è non mangiare (alimentandosi di Prana)
  • l’unica soluzione è non respirare (per non produrre anidride carbonica sovvertendo il clima)
  • l’unica soluzione è la guerra finale e totale (per porre fine alle proprie sofferenze individuali)
  • l’unica soluzione è capire meglio qual è il problema da risolvere (senza aggrapparsi a nessuna idea precostituita)

Alcune delle frasi precedenti sono sarcastiche, ma quali? A ognuno il suo giudizio. L’intelligenza umana è un sublime prodotto della coscienza della vita che a volte si presta a follie oltre ogni limite.

A ben vedere, nessuna affermazione, nessun pensiero regge davanti alla realtà complessa e duale in cui viviamo, tanto meno è praticabile la ricerca di soluzioni uniche. Le soluzioni a un problema non sono mai singolari, ma si presentano come un ventaglio di possibilità. Con un po’ di creatività, questo ventaglio si apre in un'infinità di opzioni, ognuna con la sua strada da esplorare, alcune persino antitetiche ma non per questo meno valide.

Dunque, non lasciamoci sedurre dalle parole. Ogni qualvolta sentiamo o pronunciamo la frase “unica soluzione”, siamo di fronte a un inganno. Per lo stesso motivo, evitiamo di dare credito a qualsiasi pensiero, nostro o altrui, che si avvalga di avverbi assoluti come “sempre” o “mai”. La bellezza del nostro mondo risiede proprio nelle sue infinite possibilità e nelle molteplici strade che si aprono davanti a noi, pronte per essere percorse.

Quando non c’è speranza, creiamola.

(5 aprile 2024)

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