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Proteggersi dalle follie della società contemporanea

Nulla è a caso. Il fatto che la nostra società sia costruita in un certo modo, e che la maggior parte delle persone abbia per lo più certi comportamenti, corrisponde a un preciso progetto di vita eterodiretto, cioè risultante dal completo o quasi completo soggiacere agli stimoli e ai condizionamenti imposti soprattutto dai mezzi di comunicazione di massa. Anzi, più che di un progetto di vita, mi parrebbe più appropriato parlare di un progetto di distruzione della vita. Questa è la via più comoda, cioè adeguarsi alla maggioranza e ubbidire al potere. Da questo punto di vista, non soltanto la democrazia è completamente delegittimata in partenza, ma il primo dovere di ogni cittadino è soltanto quello di ubbidire alle leggi, al potere costituito, alle consuetudini: l’opinione personale rispetto al potere diventa priva di significato, depotenziata e persino additata come arrogante, in quanto sono soltanto gli “esperti” cooptati dal potere nel diritto di decidere tutto per tutti. In questa visione distopica e tremendamente attuale, con situazioni, sviluppi, assetti politico-sociali e tecnologici altamente negativi perché contrari alla vita, l’opposizione non soltanto è fortemente punita, ma trattata come una follia da ospedalizzare, o equiparata ad un misantropico disadattamento da curare con la peggiore delle pedagogie.

L’alternativa è quella di non conformarsi, costruendo un proprio progetto di vita che nasca da una visione diversa da quella dominante. Cambiando i presupposti, cambia tutto il resto. Il primo dovere del cittadino diventa quello di costruirsi una propria etica e di studiare, studiare e ancora studiare per non farsi prendere in giro dalle malate follie di chi è al potere e dall’informazione per lo più menzognera a reti unificate. In questa visione, molte cose sono capovolte rispetto al sentire comune. Al centro non c’è più il rispetto delle leggi, ma il rispetto della vita.

La posizione di chi non si conforma è molto difficile, perché è come quella di un funambolo che, senza protezioni, cammina su una fune tesa sopra una fossa piena di coccodrilli affamati. Come proteggersi, quindi?

Sarebbe bello se ci fosse una risposta. Purtroppo in una società che incoraggia e premia lo spegnimento del cuore e dell’intelletto, ovvero l’incapacità appresa di amare e di pensare, in un contesto che normalizza il patologico e medicalizza il fisiologico, è molto facile rischiare la lapidazione se invece teniamo vivi e nutriamo continuamente sentimenti e pensieri orientati alla protezione e all’amore per la vita.

Forse, nel nostro esercitarci da funamboli, la cosa migliore che possiamo fare è prestare attenzione alla nostra asta che fa da bilanciere: questa asta è il simbolo delle nostre emozioni prevalenti e della qualità prevalente delle nostre relazioni. L’asta ci aiuta a mantenere l’equilibrio se le emozioni e le relazioni sono di buona qualità, qualità che fa da cartina di tornasole sulla bontà del nostro progetto di vita e sulle nostre pratiche alimentari, spirituali, sportive, sociali, familiari, lavorative, ecc.

Follia (pittura, Francesco Galgani, 13 giugno 2021)

(13 giugno 2021)

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