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Dallo "stato di diritto" allo "stato d'animo", con post-scriptum sui limiti della ragione

Articolo di Giulio Ripa, con riflessioni serie su come funziona la politica, con un interessante post-scriptum (ultimo aggiornamento del 14 ottobre 2014)
Per approfondimenti sullo stesso tema, si veda il mio articolo "Come modificano la tua mente".

Prima della lettura, una precisazione sullo stato di diritto: «Lo Stato di diritto è la salvaguardia della supremazia del diritto e delle connesse libertà dell'uomo. Il concetto dello Stato di diritto presuppone che l'agire dello Stato sia sempre vincolato e conforme alle leggi vigenti: dunque lo Stato sottopone se stesso al rispetto delle norme di diritto, e questo avviene tramite una Costituzione scritta» (da Wikipedia)


DALLO STATO DI DIRITTO ALLO STATO D'ANIMO

 

 

Governare è far credere” diceva Niccolò Machiavelli. Governare è far accettare al popolo per vero o giusto qualcosa.

 

Anche oggi si governa agendo sui processi psicologici, sugli stati d'animo dei cittadini, si governa con la paura, l'emergenza, l'urgenza, il pericolo di qualcosa o qualcuno.

 

Si governa con la mancanza di informazione, le mezze bugie, le mezze verità, ma anche con una informazione confusa e ridondante.

Infine tutto diventa spettacolo, possiamo fare al massimo da spettatori con più o meno pathos.

Gran parte degli stati d'animo si verificano senza che da parte nostra ci sia un controllo conscio sulle emozioni che viviamo.

Di conseguenza il nostro comportamento politico è il risultato dello stato d'animo che viene indotto dai mezzi di comunicazione di massa, per cui la maggioranza della popolazione crede ed accetta lo scenario generale in cui si narrano le cose che accadono.

 

In Italia lo stato, attraverso gli atti degli ultimi governi, è fuori dal rispetto della costituzione, facendo così venire meno lo stato di diritto. Sempre di più si governa controllando lo stato d'animo della popolazione più che agire in uno stato di diritto.

 

Mancando a questa deriva anticostituzionale una opposizione della popolazione, divisa e frammentata dall'egoismo e dal narcisismo, il più o meno 1% della popolazione più ricca prevale sempre sul restante 99% più povero. Il risultato finale è una disuguaglianza in continuo incremento.

 

I ricchi diventano sempre più ricchi ed i poveri in aumento sono sempre più poveri.

 

Nel nostro sistema capitalista, le oligarchie, una minoranza organizzata unita nella gestione del potere che genera ricchezza per pochi, prevale sulla maggioranza disorganizzata e divisa, incapace di costruire una visione condivisa della società ed alternativa a quella imposta dal sistema di potere attuale.


POST SCRIPTUM: Appunti sui limiti della ragione

 

Perché una minoranza organizzata unita nella gestione del potere che genera ricchezza per pochi prevale sempre sulla maggioranza del popolo, la cui saggezza gli serve a vivere e non lo ha mai liberato?

 

Evidentemente nella vita vissuta il ragionamento razionale viene condizionato e limitato da alcuni fattori:

 

- condizione esistenziale

La volontà spinge l'uomo a dare un senso alla propria esistenza nel mondo, ma non riesce a dare una risposta razionale alle domande del perchè della vita e di cosa c'era prima e della morte e di cosa ci sarà dopo.

Si crea un senso di vuoto e nullità.

 

- visione soggettiva della realtà

Ogni individuo è circondato dal mondo reale vissuto diversamente da tutti gli altri, per cui la volontà incosciente di un individuo ragiona con una rappresentazione del mondo diversa da quella degli altri.

 

- condizione ambientale

Nella sua irripetibilità a farsi individuo, l'uomo vive e agisce all'interno di un sistema economico che lo condiziona culturalmente e socialmente.

 

- età evolutiva

Quando parliamo dell'uomo, convenzionalmente ci riferiamo ad un uomo in generale che nella realtà non esiste. Basta pensare ad un neonato che non ragiona come un adulto. Nel tempo con l'apprendimento la ragione si sviluppa, ma intanto la vita passa e nell'esperienza l'uomo vive sentimenti che condizionano la sua personalità nel bene e nel male.

 

- dimensione psichica

La ragione è condizionata da una dimensione psichica di cui il soggetto non è consapevole (inconscio).

 

Ad esempio alcuni tratti narcisistici appaiono nel corso dello sviluppo dell'individuo per poter affrontare la complessità della vita.

 

Ma il narcisismo comporta un sentimento esagerato della propria importanza e idealizzazione del proprio sé, ovvero una forma di innamoramento di sé.

 

La persona manifesta una forma di egoismo profondo di cui non è di solito consapevole, una evidente concentrazione su se stesso negli scambi interpersonali ed una incapacità di vedere il mondo dal punto di vista degli altri.

 


Conclusioni parziali

 

 

Molte volte la vita ci appare assurda nel suo svolgersi nel tempo, dove tutto contravviene alle regole della logica, il tempo scorre e con esso coincidono momenti accidentali e accadimenti biologici. Basta pensare alle malattie, agli incidenti, alle violenze o semplicemente alla imprevedibilità della morte.

 

Così nell'affrontare la difficoltà di vivere l'individuo inconsciamente esprime comportamenti irrazionali (come paranoie, fobie, fissazioni, manie) che sono parti costituenti del carattere di una persona.

 

Inoltre l'individuo spesso identifica la sua volontà con la vita vissuta ed ha difficoltà a razionalizzare in modo imparziale e distaccato i problemi che gli si pongono davanti.

 

Nella complessità della vita appare chiaro allora che la ragione pur essendo fondamentale per la comprensione della vita stessa, ha troppi limiti per risultare uno strumento sufficiente alla evoluzione dell'agire umano.

 

Vogliamo credere che siamo razionali, ma la ragione si rivela essere il modo in cui - a fatto compiuto - razionalizziamo ciò che le nostre emozioni già vogliono credere.

 

L'agire umano dipende da una irrazionalità insita nell'uomo che affiora ogni volta che la ragione cede il passo a tutta una serie di comportamenti che non sono il frutto di una logica ma di emozioni, istinti, sentimenti giustificati a posteriori, con argomenti che si sforzano di essere razionali nel tentativo di dare a noi stessi un ordine che non esiste.

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