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Economia del dono: un'esperienza personale

Ho recentemente pubblicato, nella mia Galleria dell'Amore, alcune mie riflessioni su che cos'è l'economia del dono: ringrazio chi vorrà leggerle :)
Oggi propongo un articolo scritto da una donna (laureanda in Economia) che da molto tempo si occupa di queste tematiche.

Buona lettura,
Francesco Galgani
28 dicembre 2014


Esperienza personale alla scoperta di un valore come lo è il benessere soggettivo in contrapposizione al P.I.L. che fornisce solo ed esclusivamente un numero percentuale della produzione e non della ricchezza.

Le festività sono un'opportunità di potersi trovare a inventarsi oppure camminare con i paraventi per credere che niente nel mondo sta succedendo. Mi riferisco al fatto che le festività si presentano ogni anno per dare a noi la possibilità di capire che il valore è dentro di noi e non ci crediamo. Lo scambio di un oggetto ha e non ha un valore economico per quanto lo vogliamo che sia. A mio modo e in risposta all'invito al Kaikan di Firenze [che è un grande Centro Culturale, nonché sede, dell'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai Italia, n.d.r] del 10 gennaio 2015 ho reso possibile la creazione di piccoli oggetti regalo da donare ai presenti della giornata: consegna Gohonzon del settore [si tratta di una cerimonia festosa e solenne, con tantissimi invitati sia buddisti sia non, dedicata a persone che in quest'occasione diventano ufficialmente buddiste, prendendosi un impegno esteso a tutta la vita e alle esistenze successive dopo la morte, n.d.r.].

Gli invitati saranno circa 190 e quindi l'idea di gratificare tutti è tanta e onerosa.

Una mattina mi sono ricordata di aver messo in un sacco grande tanti barattoli di vetro piccoli con coperchi. Ho iniziato e con carta rossa che avevo, fogli di carta trasparente ho realizzato dei sacchettini e poi ho utilizzato il barattolo come contenitore di candeline o fiori secchi profumati o sassolini o conchiglie che avevo in casa. Ne ho creati 20 e li ho presentati ad un gruppo di amiche. L'idea è piaciuta. Questo si chiama uso e riuso, quindi dono.

Hai un oggetto che hai usato e poi lo riusi per un'altra funzione.

Il dono è l'opportunità di dare all'oggetto una funzione nell'ambiente prima che venga distrutto definitivamente, in questo modo i nostri cassetti invece di tenerli pieni di cose inutilizzate le ri-immetiamo in circolazione.

Ho visto un video su rai storia un documentario: http://www.storia.rai.it/articoli-programma/crash-quello-che-il-pil-non-dice/23624/default.aspx su Pil, spreco, uso e riuso e c'era una intervista a chi opera sugli sprechi alimentari e elettronici.

In campo alimentare ci sono cooperative onlus che girano ogni giorno tra supermercati a ritirare il cibo difettoso e a due giorni dalla scadenza prima di essere messo nel cassonetto per dare la possibilità di sfamare tante persone prive di reddito o lavoro o pensione adeguata.

Le componenti elettroniche e quindi pc vengono ritirati prima di essere inviati al REA per vedere se possono essere riusati se funzionanti sempre. Uso e riuso è una forma di baratto senza moneta in quanto ciò che abbiamo viene utilizzato senza acquistare niente e senza quindi creare valore aggiunto in misura di PIL, questo valore è nascosto ma viene percepito come valore di benessere, relazione, ambiente sociale, etc. Un esempio di baratto senza moneta è una esperienza basata sulla fiducia reciproca che manca nella nostra società. Ci sono esempi in economia, come le co-hausing oppure una finanza che aiuta i lavoratori e imprese a uscire da possibili chiusure o fallimenti: questa idea è nata in Sardegna come Sardex.net.

Pecci Marta, 28 dicembre 2014

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