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Tante voci e ricerche ufficiali ci stanno avvisando che la sempre più larga adozione dell'intelligenza artificiale sta aumentando e aumenterà sempre di più la disoccupazione, la miseria e l'esclusione sociale. L'intelligenza artificiale sta accentuando la concentrazione di ricchezza nelle mani di poche aziende e individui. Guardiamoci attorno, perché ovunque possiamo vedere miseria e degrado, materiale e morale, a condizione di avere occhi per vedere, mente per comprendere e cuore per sentire.
E' dal secolo scorso che sappiamo che prima o poi l'intelligenza artificiale ci avrebbe sostituiti in molti lavori, creando problemi su problemi. Tale consapevolezza si è accentuata negli ultimi anni, prima ancora dell'avvento di ChatGPT. Poi, quando ChatGPT è stato reso noto al mondo intero, il grande entusiasmo ci ha fatto dimenticare la schiavitù dell'essere umano nei confronti dei suoi artefatti tecnologici. E' così da millenni, da sempre. Ogni nuova tecnologia crea entusiasmo, dipendenza, adesione fideistica, seduzione, ma ben poche sono le voci critiche.
Già adesso molti lavori stanno venendo cancellati dall'intelligenza artificiale. Ma alla fine il vero problema non sono le macchine, ma la fiducia che noi riponiamo in esse. Maggiore è la fiducia nella tecnologia, e minore è quella in noi stessi e nelle altre persone. La tecnologia non potrà mai darci ciò di cui abbiamo bisogno, cioè affetto e amore, né spiegare o risolvere i misteri della nascita e della morte. Nessuna intelligenza artificiale potrà dirci perché esistiamo o che cosa siamo venuti a fare in questo mondo. Le risposte a queste domande non sono oggetto computazionale di algoritmi, non sono calcolabili tramite neuroni artificiali, né afferrabili con i nostri strumenti cognitivi ordinari. Possiamo avvicinarci ad esse solo con una fede capace di penetrare l'ineffabile.
Tutto ciò accade mentre il mondo è impegnato in grandi guerre, in grandi orrori che proseguono le tragedie e le logiche del secolo scorso, con il desiderio indotto dall'esterno di schierarci da una parte o dall'altra. Ma chi non riesce ad avere compassione per tutti, vittime e carnefici, soffre dell'incapacità appresa di amare, quella stessa incapacità che divide il mondo in buoni e cattivi. In questo scenario, tante persone stanno aspettando l'Apocalisse come liberazione dalla miseria e dalla sofferenza incessante, e non si vergognano a dirlo, augurandosi quanto prima un vero conflitto nucleare. Ma se anche accadesse il peggiore dei cataclismi, dopo staremmo meglio?
In questa valle di lacrime e di tenebre, c'è comunque una speranza. Alla fine, forse, riusciranno a sopravvivere con dignità coloro che hanno una vera passione per la vita, coloro che raramente danno troppo spazio alle paure e benché mai al farsi ricattare. Quando sarà il momento, costoro saranno i più adatti per andare incontro, senza timori, alla pesatura del cuore nel tribunale di Anubis. Infatti, chi è creativo, appassionato e coraggioso, chi non si lascia trattare facilmente come un burattino manovrato dalle psicopatie e dalle perversioni altrui, saprà trovare la propria strada. La fede e il coraggio che emergono da un cuore pulito e leggero ci permettono di affrontare le avversità, comprese miseria, disoccupazione e malattia.
Tutto è temporaneo, tutto è impermanente. Molti lavori sono in crisi, ma nessuna crisi è per sempre, tutto si trasforma.
Sospesa sopra la reggia del dio Indra, simbolo delle forze naturali che nutrono e proteggono la vita, c'è una vastissima rete. A ognuno dei suoi nodi è legato un gioiello. Ogni gioiello riflette in sé l’immagine di tutti gli altri, rendendo la rete meravigliosamente luminosa. Ciascuno di noi è uno di questi gioielli.
Con l'augurio di fede e coraggio,
25 ottobre 2024