Abbiamo bisogno di fare esperienza per progredire di consapevolezza. Per questo elementare principio, ci creiamo (inconsapevolmente) i vissuti che non ci piacciono, allo scopo di capire quello che ancora non abbiamo capito.
Per questa ragione, il nemico, l'oppressore o la sfortuna sono in realtà amici cari.
Nel momento in cui capiamo ciò che fino a pochi istanti prima era per noi invisibile, le nostre guerre, su quel fronte prima oscuro, non hanno più motivo di esistere. L'altro non è più nostro nemico, ma un altro essere uguale a noi che sta facendo il suo percorso di consapevolezza, con i suoi tempi e le sue strade.
E' in quel momento che ci accorgiamo che i torti e le ragioni da entrambe le parti sono sempre a somma zero, perché espressione di una dualità di cui vedevamo solo una parte.
Quando osserviamo tutto l'insieme, deponiamo l'ascia di guerra, perché l'odio, il risentimento e altre afflizioni mentali se ne vanno.
Superata la dualità, ci accorgiamo che noi e gli altri siamo la stessa cosa, lo stesso "tutto".
Ciò vale per gli individui, per le comunità, per le nazioni, per tutti.
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(October 23, 2022, go to my art gallery)