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Dio non ha religione

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Prima della realtà illusoria in cui siamo immersi, pari a un sogno dentro un sogno, c’è il soggetto che sta sognando, l’artefice del nostro universo olografico. Noi siamo fantasmi in questo miraggio, transitori e mutevoli come le nuvole nel cielo. E tale divina allucinazione, inebriante come le nostre vite, cambia di continuo, con il caos e l’imprevedibilità tipici delle immagini oniriche.

Dio ci sta sognando, ma è mai possibile dire che egli appartenga alle sue fantasie? O, più sensatamente, sono le sue immaginazioni a far parte di lui? Le varie religioni per le quali ci uccidiamo sono sue illusorie creazioni al pari di qualsiasi altro sogno, tanto ingannevoli e irreali quanto noi stessi.

Dio, quindi, non è identificabile con una specifica dottrina, credenza o teologia, né rappresentabile o raggiungibile con nessuna di esse. Casomai, l’unico avvicinamento è nell’esperienza mistica che pratiche e meditazioni possono agevolare, o che spontaneamente si presenta: è sentirsi uno con il tutto.

A ben vedere, anche la parola “Dio” è problematica, perché il Creatore o la Creatrice sfugge a qualsiasi categoria concettuale e al lessico, non è descrivibile. Esiste al di là dello spazio e del tempo, entrambe sue invenzioni, quindi non posso parlarne, non è possibile.

Ben vengano le preghiere di pace fatte con un cuore compassionevole, sincero e pulito. Quel che conta è il nostro cuore, non la religione, una vale l’altra quando la nostra coscienza è a posto.

(27 luglio 2025)

Esperienza mistica - Dio non ha religione

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