Siamo tutti smarriti.
Sempre più soli, non sappiamo qual è la direzione. Il mondo è costruito per celebrare sesso, soldi, potere, successo e altri piaceri, ma questi sovente distruggono tutto quello che di prezioso abbiamo. E’ come possedere un’automobile di lusso (sesso, soldi, potere, ecc.) e pretendere di guidarla senza avere la patente, nel qual caso sarebbe meglio andare a piedi per evitare gravi incidenti. La patente è un cuore che abbonda delle virtù minime necessarie per prevenire disastri, ovvero: gioia compartecipe, cioè gioire delle gioie altrui, compassione, cioè desiderare che gli altri smettano di soffrire, amore, cioè desiderare la felicità altrui, ed equanimità, cioè non perdere il senno né per il troppo dolore né per le gioie. Al di fuori di tutto questo, è guerra, morte e distruzione. Per esprimere lo stesso concetto in termini cristiani, o stiamo con Dio o stiamo con Satana, non ci sono vie di mezzo. Chi pensa solo al proprio interesse, al proprio orticello, al proprio micro-cosmo, sta con Satana, al di là che sia ricco o povero.
L’egoismo è ciò che distrugge tutto. E insieme all’egoismo, oggi troviamo sempre di più un profondo, radicato e incancrenito senso di insicurezza e di totale solitudine, che ci rende incapaci sia di capire noi stessi, sia di capire gli altri. Non siamo capaci di fare autocritica, di ammettere di aver fatto grossi errori, di chiedere aiuto. Il mondo, specialmente quello dei social e lavorativo, ci vuole perfetti, impeccabili e prestanti come macchine, e disumanizzati come intelligenze artificiali.
Perché il mondo è pieno di guerre a cui non troviamo soluzione? Perché il massacro quotidiano di un numero alto e imprecisato di bambini e adulti fa piangere pochissimi di noi, mentre gli altri si fanno “aiutare” (?) dall’intelligenza artificiale a creare il miglior avatar di se stessi? Anzi, perché non si fidano nemmeno dei propri pensieri e del proprio lavoro, lasciando che l’intelligenza artificiale diventi sempre più necessaria nel proprio stare al mondo?
Siamo gravemente fuori strada, questo è il problema, e al nostro deragliare non possono che seguire gravi punizioni autoinflitte. Queste sono la necessaria conseguenza dell’incapacità “appresa” di amare, appresa in un mondo che ci vuole continuamente in competizione, cioè in guerra, gli uni contro gli altri.
Se fossimo un po’ meno arroccati nel difendere il nostro “ego” e se avessimo un po’ più di introspezione ed empatia, ci accorgeremmo di tre fatti essenziali. Il primo, è che il bene altrui è anche il bene nostro, e viceversa. Il secondo, è che il male altrui è anche il male nostro, e viceversa. Il terzo è che tante volte abbiamo commesso errori gravi credendo che l’io e il tu siano separati, mentre in realtà “io esisto perché esisti tu”, e viceversa.
Se anche a livello filosofico fossimo già seriamente convinti di ciò che ho scritto fin qui, sarebbe solo l’inizio, un prerequisito necessario ma non sufficiente per andare verso quella pace che tutti cercano, più o meno consapevolmente.
Nessuno di noi “si salva da solo”. Occorre avere fede e pregare, perché la preghiera smuove e comincia a ripulire anche le acque più torbide. Sia ben chiaro che la preghiera non serve né a Dio né ai santi, ma a noi stessi. Ognuno declini ciò che sto scrivendo in base alla propria fede, purché sia una fede basata sull’Amore e non sui propri interessi particolari. Tutti abbiamo una fede, anche quando la neghiamo o quando ci professiamo atei, agnostici, scientisti o razionalisti.
Facciamo un esempio pratico. Innanzitutto, sia chi decide di stare al di fuori di qualsiasi religione, sia chi ci si trova dentro senza però averne capito le basi, se non ha fede nella legge dell’Amore, ovvero nelle virtù che prima ho espresso (gioia compartecipe, compassione, ecc.), allora crede nella legge della violenza. Non ci sono vie di mezzo. L’esempio orrendo che potrei riportare è quello sia di cattolici che di buddisti che sono a favore dell’uso delle armi, cioè di ulteriore violenza nei conflitti in corso, per ottenere la pace. Costoro credono che usando i mezzi di Satana si possano fare gli interessi di Dio, o che una presunta e opinabile giustizia (di parte) si possa ottenere uccidendo, mutilando, ferendo e rendendo interi territori non abitabili e non coltivabili. Nulla del genere si trova negli insegnamenti di Gesù o del Budda. In questo caso, non c’è nessuna differenza tra chi professa una fede e chi no. Le logiche del mondo, della finanza e della politica sono per lo più basate sulla legge della violenza, e su di essa si basano in gran parte le leggi degli uomini.
Rimanendo in ambito cristiano, prendiamo il Primo Comandamento: “Io sono il Signore Dio tuo”. Davvero? Viviamo costantemente nella gratitudine per ciò che il Creatore ci ha dato, e nella nostra vita è dominante il pensiero di Dio Amore, di Dio Misericordia, di Dio che ci ha creati per il Paradiso, di Dio che ha mandato e sacrificato suo Figlio per salvarci, di Dio che ci dà la possibilità di pentirci dei nostri peccati? L’analisi di realtà mi suggerisce che questo comandamento è uno dei più violati, se non il più calpestato e deriso, giacché oggi avere una fede di questo genere significa andare controcorrente e sembrare matti. Chi non ama Dio, ama altre cose, come le varie idolatrie moderne, siano esse la televisione, i social, l’intelligenza artificiale, ma anche i maghi, le sedute spiritiche, i cartomanti, gli astrologhi, e altri falsi dèi e falsi maestri. E purtroppo anche false religioni non teistiche, ovvero quelle religioni che vanno a braccetto con il neo-liberismo e che hanno sostituito la presenza di un Creatore e l’intervento della Provvidenza con la massima “tutto dipende da me”. Al massimo, se proprio volessimo rimanere aderenti alla realtà, sarebbe più corretto dire che “tutto dipende da me e io dipendo da tutto”, nel senso che pur esistendo un minimo di libero arbitrio, siamo comunque esseri condizionati, condizionabili e inter-dipendenti con tutto ciò che esiste.
A pochissimi di noi è chiesto di vivere e di perdere sangue come Cristo in croce appeso ai chiodi. Questa è l’esperienza solo di alcuni santi e dovrebbe rimanere un’eccezione. Per tutti gli altri, fede nell’Amore che ci sta dando la vita, preghiera, e benevolenza nei pensieri e nelle azioni sono sufficienti. Non è nulla di scontato: quanti di noi sono benevolenti verso se stessi e verso tutti gli altri nei propri pensieri?
E per sentirci meno soli e meno sbagliati o incompleti, lasciamo perdere i social e l’intelligenza artificiale. Meglio una passeggiata in mezzo alla natura e un Ave Maria, o altra preghiera o mantra pieni d’Amore in base alla propria sensibilità e al proprio credo.
Tutto ciò che ho scritto è un possibile percorso interiore che ci rende capaci di fare un po’ di bene in un mondo impazzito, dove nuove guerre spuntano di continuo come funghi velenosi. Ma cerchiamo di rimanere vigili e umili, perché è nella normalità delle cose che per ogni azione buona che facciamo, ne facciamo anche dieci malvagie, perché spesso le circostanze così ci obbligano. Più siamo capaci di osservare noi stessi, relazionandoci con gli altri, soprattutto con amici fidati e comprensivi che ci hanno a cuore, e più riusciamo a comprendere noi stessi. Viceversa, più ci relazioniamo tramite i social e con l’intelligenza artificiale, e meno capiamo noi stessi e i danni che facciamo.
Come nota conclusiva, ho un suggerimento per chi non riesce a partorire idee o a sviluppare concetti senza l'uso dell'intelligenza artificiale generativa, come ChatGPT e strumenti analoghi. Il mondo è pieno non solo di falsi maestri, ma anche di maestri veri da cui possiamo imparare tante cose. Ascoltiamoli il più possibile, o leggiamoli, a seconda che il nostro canale principale di apprendimento sia l'udito o la lettura. Ascoltandoli o leggendoli, e riflettendo sulle loro parole, avremo il carburante per la nostra mente e arriveremo dove l'intelligenza artificiale non può arrivare.
(11 maggio 2025)
