Una delle linee di confine tra la dittatura e la democrazia è la possibilità di esprimere il proprio dissenso senza dover temere gravi ritorsioni o punizioni esemplari. Con questa premessa, propongo una traduzione dal tedesco all'italiano di un articolo di Tobias Riegel (fonte), pubblicato il 24 ottobre 2025 su NachDenkSeiten, sito tedesco di analisi e commento politico-mediatico.
Ho aggiunto alcune note di traduzione e riportato gli stessi links usati nell'articolo originale.
Ancora una volta perquisizione domiciliare per “opinioni sbagliate”: queste intimidazioni devono finire!
L'appartamento del giornalista Norbert Bolz è stato perquisito dalla polizia a causa di un articolo di opinione evidentemente satirico. Questa scandalosa pratica di intimidazione dei dissidenti attraverso perquisizioni domiciliari utilizza due pesi e due misure e segue il motto: “Punire uno, educarne cento”. Questo deve finire! Un commento di Tobias Riegel.
La Procura di Berlino procede contro un pubblicista, accusandolo di aver utilizzato slogan del nazionalsocialismo [n.d.t.: “nazionalsocialismo”, “NSDAP” e “nazismo” indicano lo stesso movimento/partito], come riporta, tra gli altri, la Welt [n.d.t.: quotidiano tedesco di orientamento conservatore]. Giovedì, la polizia di Berlino ha perquisito l’abitazione dello studioso dei media Norbert Bolz [n.d.t.: professore di teoria dei media, noto commentatore conservatore in Germania]. All’origine del provvedimento c’è, secondo l’avvocato di Bolz, Joachim Steinhöfel, un tweet del gennaio 2024 in cui Bolz scriveva:
“Buona traduzione di ‘woke’: Germania, svegliati!”
[n.d.t.: “woke” è un termine inglese nato nei movimenti per la giustizia sociale; in senso critico, indica un’ideologia percepita come moralmente prescrittiva. Qui l’accostamento satirico allude all’idea che il “pensiero woke” pretenda un’adesione uniforme, ricordando dinamiche proprie dei regimi autoritari del Novecento]
Bolz si riferiva a un articolo della taz [n.d.t.: quotidiano tedesco di sinistra] dal titolo “Messa al bando dell’AfD e petizione su Höcke: la Germania si risveglia” [n.d.t.: AfD = Alternative für Deutschland, partito della destra/estrema destra tedesca; Höcke = Björn Höcke, dirigente di AfD]. La parola inglese “woke” significa “risvegliato”. “Deutschland erwache” (Germania, svegliati!) è uno slogan dell’NSDAP [n.d.t.: Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori, cioè il partito nazista]. Secondo i resoconti dei media, la Procura considera tale uso come punibile in quanto impiego di segni distintivi di organizzazioni incostituzionali. Poco dopo la pubblicazione, la taz avrebbe cambiato il titolo del suo pezzo, oggi intitolato “Fuori dall’impotenza”. Un’immagine di quel tweet di Bolz — chiaramente di intento satirico — si trova a questo link.
“Ricorda sempre più uno Stato autoritario di intimidazione”
Fioccano ora dure critiche all’operato delle autorità. Il giurista di diritto costituzionale ed europeo Volker Boehme-Neßler ha definito la perquisizione domiciliare — inclusa la partecipazione del BKA — sproporzionata e pericolosa per lo Stato di diritto, stando ai media [n.d.t.: BKA = Bundeskriminalamt, Ufficio federale di polizia criminale tedesco]. L’eurodeputato Fabio De Masi (BSW) ha scritto su X [n.d.t.: BSW = Bündnis Sahra Wagenknecht, nuovo partito guidato da Sahra Wagenknecht]:
“La perquisizione a casa del conservatore studioso dei media Norbert Bolz per un tweet chiaramente ironico è, sulla base di tutte le informazioni disponibili pubblicamente, scandalosa, del tutto sproporzionata e ricorda sempre più uno Stato autoritario di intimidazione. La sinistra dovrebbe alzare la voce contro tali tendenze autoritarie — proprio e anche quando colpiscono persone che la pensano diversamente! Io tutto questo non lo trovo più normale!”
Persino i Verdi sono indignati
A quanto pare, con la nuova perquisizione domiciliare per un contributo d’opinione satirico si è tirata la corda in modo fin troppo evidente; oppure forse i politici verdi ritengono semplicemente tatticamente opportuno saltare in fretta sul treno dell’indignazione — in ogni caso, stando ai media, anche i Verdi Riccarda Lang [n.d.t.: co-presidente dei Verdi] e Ralf Fücks [n.d.t.: esponente e saggista dell’area verde] ora criticano l’azione contro Bolz.
Bolz ha commentato l’accaduto sulla piattaforma X con queste parole:
“Perquisizione domiciliare per un post. Giovani, gentili poliziotti che, alla fine, mi hanno dato il buon consiglio di essere più prudente in futuro. Lo farò e parlerò soltanto di alberi.”
Di nuovo: “HessenGegenHetze”
[n.d.t.: HessenGegenHetze è il nome di una piattaforma ufficiale del Land Assia dove i cittadini possono segnalare contenuti online potenzialmente penalmente rilevanti (hate speech, istigazione, ecc.). Le segnalazioni possono poi essere inoltrate alla polizia e, nei casi pertinenti, al BKA/ZMI]
Secondo la Procura, la segnalazione è arrivata da un ufficio per le denunce contro l’odio in rete, stando ai media. Secondo informazioni della Welt, la ZMI dell’Ufficio federale di polizia criminale (BKA) aveva già ricevuto il 27 novembre 2024 una segnalazione dalla piattaforma “HessenGegenHetze” relativa al post di Bolz. [n.d.t.: ZMI = Zentrale Meldestelle für strafbare Inhalte im Internet, ufficio centrale del BKA che raccoglie le segnalazioni di contenuti penalmente rilevanti online]. Sempre secondo i resoconti, anche nel cosiddetto processo “Schwachkopf” contro un pensionato bavarese che aveva condiviso un meme satirico sul ministro dell’Economia Robert Habeck (Verdi) [n.d.t.: Habeck è il ministro dell’Economia tedesco; “Schwachkopf” in tedesco significa “imbecille”], la segnalazione decisiva proveniva da “HessenGegenHetze”.
Di recente, anche il politico Jürgen Todenhöfer aveva riferito che, per dichiarazioni sui social, esisterebbe un decreto di perquisizione domiciliare, perquisizione personale e sequestro nei suoi confronti, che però non sarebbe stato eseguito, stando ai media. [n.d.t.: Todenhöfer è un politico e pubblicista tedesco, noto per posizioni critiche sulla politica estera; le cronache hanno parlato di un suo post sui social con paragoni tra l'operato di Netanyahu nel conflitto israelo-palestinese e l'operato dei nazisti nella Seconda Guerra Mondiale]
Doppi standard
Non posso che concordare pienamente con le dure critiche mosse all’operato della magistratura contro Bolz e altri. Ancora più irritanti sono i doppi standard quando si tratta dell’uso di simbologia e linguaggio nazisti storici. Questo uso, infatti, non è affatto vietato a tutti i cittadini — i “buoni” possono tranquillamente fare propaganda con svastiche ecc. Nell’articolo “Solo i ‘buoni’ possono relativizzare il terrore nazista” abbiamo scritto:
“Un politologo che, senza essere contraddetto, accosta AfD e BSW alle correnti di partito dell’NSDAP; Ampelpolitiker [n.d.t.: “politici della coalizione semaforo”, cioè l’alleanza federale SPD-Verdi-FDP] che mettono i concorrenti politici sullo stesso piano di Joseph Goebbels; riviste con i motivi presentati in copertina — e così via: i ‘Guten’ [n.d.t.: “i buoni”, usato ironicamente per indicare chi si percepisce dalla “parte giusta”] possono relativizzare impunemente il terrore nazista storico e sfruttarne la simbologia. Ma guai a fare paragoni simili, ad esempio riguardo alle politiche anti-Covid.”
“Puniscine uno, educane cento”
Il crescente ricorso al drastico strumento della perquisizione domiciliare per “opinioni sbagliate” è totalmente da respingere e va ricondotto a livelli accettabili. L’obiettivo di questo modus operandi non è evidentemente soltanto l’intimidazione dei singoli colpiti dalle perquisizioni, ma segue verosimilmente anche il motto: “Puniscine uno, educane cento.”