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La pietra tombale del giornalismo europeo

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E' con composta mestizia che comunichiamo la dipartita del giornalismo europeo.

Data del decesso: 21 ottobre 2025.

Ad annunciare il tragico evento, l'onestà di Péter Szijjártó, ministro degli Esteri dell'Ungheria. Il 21 ottobre 2025, a seguito di una domanda della testata ungherese Telex, e ripreso da altri media del Paese, ha invitato il suo popolo a dubitare in blocco delle informazioni diffuse dagli organi di stampa, bollate come fake news di un fronte "pro-guerra":

«"Nel momento in cui è stato annunciato il prossimo vertice di pace, è stato chiaro che molte persone avrebbero fatto molto per impedirne lo svolgimento", ha affermato Péter Szijjártó, ministro degli Affari esteri e del Commercio, che si trova a Washington, in risposta a una domanda di Telex. [...]
"L'élite politica pro-guerra e i suoi media lo fanno sempre prima di eventi importanti che potrebbero essere decisivi in ​​materia di guerra e pace. È così prima di ogni riunione del Consiglio europeo. È così prima delle decisioni sui pacchetti di sanzioni o sul Quadro europeo per la pace. Non c'è niente di nuovo sotto il sole".
"Anche adesso, finché non avrà luogo il vertice, ci saranno decine di fughe di notizie, fake news e dichiarazioni secondo cui non ci sarà alcun vertice." [...]»
 
fonte in lingua ungherese: Szijjártó a Telexnek 

La pietra tombale del giornalismo europeo (Francesco Galgani's art, 24 ottobre 2025)
(vai alla mia galleria)

Questo non è sarcasmo né ironia, ma triste realtà. Il ministro ha purtroppo pienamente ragione, e non solo in tema di guerra. A quello che lui ha detto, aggiungo che il nostro giornalismo, ormai da tanti anni (e l'abbiamo visto anche durante il Covid), sostituisce un riflesso condizionato alla verifica, un'ipotetica fuga di notizie (inventate) a un documento vero, l'editoriale e i commenti anche molto velenosi ai fatti.

La diagnosi l'ha firmata un ministro, non un polemista. E la diagnosi è semplice: se prima ancora che un evento accada si alza un'ondata coordinata di indiscrezioni, smentite a orologeria e titoli auto-confermativi, non è più informazione, è industria della suggestione. Gran parte delle notizie dei media ufficiali sono semplicemente inventate o distorsioni della realtà fatte ad arte. 

L'autopsia sul cadavere del giornalismo rivela in maniera inequivocabile le cause della morte:

- Fatti subordinati alla narrativa: la tesi precede la cronaca, il dato arriva (forse) dopo.
- Dipendenza dai "leaks", cioè di fughe di notizie da fonti anonime (di solito inesistenti), che in gergo si chiamano "kazzaten".
- Etichettatura del dissenso: chi sa fare critica e sa porre domande è bollato, umiliato, emarginato.

Alla luce di tutto questo, stare lontano dalla televisione, e dai mass media in generale, è una questione di igiene mentale. Tuttavia, trovare fonti di cui fidarsi è un percorso molto lungo, impegnativo, e che richiede coscienza. Con questo blog, nel mio piccolo, a volte faccio anche giornalismo serio, ma trovare, verificare e linkare fonti affidabili non è mai banale.

(24 ottobre 2025)

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